Sui manifesti apparsi in città
Nelle ultime ore a Pontedera sono apparsi dei manifesti, sui muri della città, a firma dei nostalgici della Repubblica Sociale di Salò, “Uncrsi”, nei quali si fa riferimento ai “martiri delle foibe” e nei quali si riporta in evidenza, nell’angolo in basso a destra, dove normalmente viene posizionato il simbolo delle associazioni, una foto di una Croce Celtica. La croce celtica stilizzata è riconosciuta come simbolo vietato dalla legge Mancino. Nel 1993, la legge Mancino ha infatti sanzionato l’utilizzo dei simboli di organizzazioni e movimenti che istigano all’odio razziale: la croce celtica stilizzata si trova ad essere equiparata alla svastica del nazismo, costituendo apologia di reato. Il Comune di Pontedera di fronte a questi riferimenti ambigui ha immediatamente segnalato alla Questura questi manifesti per le misure opportune che saranno valutate dagli organi competenti. Questa Amministrazione Comunale condanna il fascismo e ogni suo richiamo. I manifesti in questione sono volutamente ambigui e di cattivo gusto raffigurando anche un cimitero tetro. Il Comune di Pontedera coltiva da sempre la democrazia. Che significa anche ricerca della verità senza pregiudiziali. In questa città abbiamo dedicato una Piazza al nostro concittadino Gino Luperini, testimone positivo del triste capitolo dell’aggressione fascista alla Jugoslavia. Ma abbiamo anche ricordato le Vittime delle Foibe dedicando loro un’altra strada: molti di loro furono vittime innocenti delle follie e delle vendette di una guerra voluta dal nazifascismo. E l’Amministrazione Comunale con linearità e onestà intende affrontare i temi della completa e complessiva vicenda storica, senza alcuna strumentalizzazione politica: il prossimo 10 febbraio il Comune, insieme anche alle scuole, ricorderà ad esempio questi eventi. Ma il capitolo delle foibe, pur drammatico e triste, non cambia la sostanza della storia: violenza richiama violenza. La condanna delle ideologie, come quella fascista, che fecero della violenza un valore, è inappellabile. Ed anche il capitolo delle foibe fu una conseguenza della disavventura nella quale il fascismo ci portò e del quale il fascismo porta la responsabilità assoluta. Pur senza tacere, ovviamente, la reazione incontrollata e spesso criminale di coloro che usarono la vendetta e la pulizia etnica verso i nostri connazionali. I nostalgici di una stagione triste e di terrore come fu quella fascista sappiano che a Pontedera, città dalle profonde tradizioni democratiche e solidali, non troveranno un terreno fertile per le loro strumentali celebrazioni e nemmeno per promuovere volgari e grossolane riletture della storia.
29/01/2010
caro sindaco, bei concetti da noi largamente condivisi
Ma sulla pratica antifascista non ha niente da dire? siamo intolleranti perchè presidiamo una sala destinata a nostalgici di salo’? e perchè chiama una delegazione in comune invece di recarsi direttamante in sala carpi? e perchè dire che la questura voleva caricare gli antifascisti, una decisione mai presa in considerazione dalla Digos ma forse caldeggiata da qualche dirigente della questura di Pontedera ? e perchè mettere sullo stesso piano antifascisti e fascisti ? non le sembra che sia legittimo contestare i fascisti ?
Caro Federico Giusti,
seguo le sue opportune battaglie che Lei conduce sui temi del lavoro a Pisa. Questa volta non sono d’accordo su ciò che avete fatto a Pontedera (e mi sembra che foste diversi pisani) a scapito della grande maggiooranza dei cittadini. Avete fatto un mucchio di confusione solo perchè della gente – che io ignorerei vista la loro insignificanza – voleva commemorare i propri morti? Chi da agli altri il potere di decidere chi è fascista e chi no? Nopn esiste già la prefettura per questo? Fascismo non è anche impedire agli altri di esprimersi? Perchè non vi fidate mai delle istituzioni dove pure molti di voi lavorano? Non sarà il caso che lasciate vivere i pontederesi un pò più in pace? Non credete che la migliore pubblicità a questi nostalgici glie l’abbiate fatta voi?