Sulla chiusura della sede distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa
venerdì, settembre 6th, 2013Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata “Il Tirreno Pontedera” del 29/08/2013
giovedì 29 agosto 2013 |
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In tribunale è cominciato il trasloco |
La sezione distaccata di Pontedera pronta a chiudere a partire dal 13 settembre. Ieri il sopralluogo dei presidente Laganà
di Sabrina Chiellini
PONTEDERA
Solo un miracolo della politica, che quasi sicuramente non ci sarà per mancanza di interessi e di tempo, potrebbe evitare la chiusura della sezione distaccata del tribunale di Pontedera. La data di venerdì 13 settembre, quando per legge scatta la chiusura di decine di sezioni distaccate, è ormai vicina. Tutte le proroghe che sono state richieste al Ministero della Giustizia si sono concluse con risposte negative. Compresa l’ultima, presentata dal presidente del tribunale di Pisa, Salvatore Laganà, che non avendo ancora trovato gli spazi necessari – a costo zero come previsto dalla legge – per trasferire archivi e personale della sezione distaccata aveva giocato la carta della proroga di quattro mesi. Un tempo breve ma che avrebbe potuto essere un’ultima ancora di salvataggio se mai la politica e il governo-si fossero svegliati dimostrando di avere a cuore i problemi della giustizia. Di conseguenza quel trasloco che finora era stato rinviato, ora che le ferie stanno per finire, dovrà essere affrontato.
Ieri il presidente del tribunale di Pisa, Salvatore Laganà, e il dirigente Franco Cantarano, sono stati a Pontedera per cominciare ad organizzare il non semplice trasloco degli uffici (dagli arredi ai fascicoli) e, soprattutto, degli archivi. «Abbiamo trovato una soluzione con il Comune di Pisa, che mette a disposizione alcuni spazi, per trasferire la sezione distaccata che andrà nei locali del tribunale attualmente a disposizione della polizia giudiziaria. Quest’ultima sarà trasferita nella sede del giudice di pace». Traslochi dunque che sono strettamente legati tra di loro e che dovranno concludersi entro la seconda settimana di settembre. C’è poi la questione dell’archivio che non è indifferente. «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) – ha aggiunto il presidente del tribunale siamo stati a vedere l’archivio di via Agnoletti che sarà trasferito in un immobile del Demanio, un capannone che è stato concesso in uso al tribunale dal centro paracadutisti di Pisa». E su questo si apre un capitolo a parte: un patrimonio storico di grande valore rischia di disperdersi tra un trasloco e l’altro.
Al personale delle cancellerie è stato spiegato che dal 13 settembre saranno al lavoro a Pisa. Dove e in quali condizioni è meno certo.
«Come presidente del tribunale non posso agire diversamente – aggiunge il dottor Laganà -. Se la politica interverrà e cambierà il corso delle cose noi siamo disponibili a fermare la macchina del trasferimento». Sconcerto anche tra gli avvocati che hanno cercato di opporsi alla chiusura. «Stiamo cercando di capire se la questione delle sezioni distaccate potrà essere affrontata in Parlamento nei prossimi giorni», dice Rosa Capria, presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Pisa.
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La rabbia del sindaco Millozzi «Riforma miope e ottusa» |
PONTEDERA
«L’amministrazione comunale ha da sempre combattuto per scongiurare questa ipotesi. Il nostro “tribunale” aveva e ha i numeri (in termini di popolazione servita quasi 200.000 cittadini, territorio, cause) per restare aperto», dice il sindaco, Simone Millozzi. «È sufficiente pensare che tra le sezioni distaccate d’Italia, la nostra si “classificava” tra le prime 5 posizioni in termini di efficienza, di produttività e di organizzazione. La soppressione della nostra sede è inadatta a ottenere risultati di risparmio». Ancora una volta «una riforma miope, ottusa, sbagliata taglia, tutto, in modo indistinto, trasversale senza alcun riguardo al merito, all’oggettività, all’efficienza penalizzando un intero territorio, i suoi cittadini, le sue imprese e causando un grave danno a tutte le attività socio-economiche in qualche modo collegate alla presenza della sede giudiziaria. Si allontana un presidio di giustizia, di legalità e di sicurezza dalle nostre comunità e nulla, o quasi, viene fatto per riformare la giustizia a partire dalla riduzione dei tempi per vedersi riconosciuto un proprio diritto, vero freno alla competitività del Paese».
Resta definitivamente un sogno nel cassetto il progetto di dare alla città, che avrà ripercussioni negative dalla chiusura del tribunale, un nuovo palazzo di giustizia. La foto in questi giorni esposta nel tribunalino mostra un primo progetto che risale a circa… 30 anni fa.
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E l’archivio storico finirà in un capannone dei parà |
PONTEDERA
Se non ci sarà in extremis un ribaltamento della situazione l’ultimo processo penale celebrato a Pontedera resterà quello contro un albanese che era accusato di guida in stato di ebbrezza scoperta dopo che aveva provocato un incidente stradale e per avere utilizzato un tagliando assicurativo falso. Il primo reato che gli è stato contestato è andato in prescrizione: può succedere con una giustizia che non funziona. Per l’altra accusa il giudice Angelo Perrone lo ha condannato a 9 mesi e 400 euro di multa. Pm onorario Giovanni Pepe, assistente Manuela Tonarelli.
Un giorno questo fascicolo si aggiungerà a quelli molto più datati che da Pontedera verranno trasferiti nel capannone dei paracadutisti a Pisa. «L’archivio degli uffici giudiziari di Pontedera – spiega il presidente del tribunale Salvatore Laganà – è immenso. Ci sono fascicoli e sentenze che risalgono anche al 1830. Documenti storici che dovrebbero trovare una collocazione all’archivio storico che invece non ha gli spazi per accoglierli». E pensare che si tratta di un materiale di grandissimo interesse storico, atti che raccontano il passato di una buona parte della provincia. Evidentemente mai valorizzati nel tempo e presi nella giusta considerazione. Tra tanti fogli anche vecchio materiale elettorale che prenderà la via della distruzione. La mannaia dei tagli cancella la sezione distaccata non per una questione di “meriti”. Si tratta infatti di una delle realtà con maggiori carichi di lavoro. È un cavillo ad uccidere le speranze. Pontedera non ha – si sapeva fin dall’inizio di questa brutta storia – i requisiti tecnici richiesti per poter chiedere di rinviare la chiusura. Il Comune ha effettuato importanti lavori di manutenzione all’edificio di piazza Curtatone e Montanara ma non li ha pagati con un mutuo della Cassa depositi e prestiti. Invece questa era una condizione indispensabile perché il Ministero cancellasse la chiusura.