Sulla tragedia di Lampedusa
A nome della città di Pontedera e dell’Amministrazione Comunale esprimo il cordoglio e la vicinanza alle vittime della tragedia che si è consumata nel mare di Lampedusa. Si è trattato di una tragedia enorme causata dalla disperazione e dalla immigrazione. E’ il momento di riflettere sul modello economico che governa il mondo che sta creando diseguaglianze, guerre e dolore. Interi popoli sono in marcia, sono affamati, vivono in condizioni drammatiche, nella povertà assoluta. Per loro l’unica speranza è l’emigrazione.
Occorre cambiare qualcosa in questo modello sociale ed economico.
Oggi è il giorno di San Francesco, il frate, patrono d’Italia, che ci raccontò e diede dignità alla povertà, che spiegò a tutti la necessità di un rapporto più armonico tra l’uomo e la natura, e più giusto tra tutti gli uomini. Nel suo nome Papa Francesco si era recato proprio a Lampedusa invitando i potenti del mondo a riflettere su quanto accade ogni giorno. Ma ad oggi nulla cambia. Occorre un risveglio delle coscienze. Nessun uomo è un’isola, nessuno pensi di esser al riparo dal dolore dell’umanità. Citando John Donne ed Hemingway “non chiediamoci per chi suona la campana, essa suona per noi”: quando muore un uomo muore un pezzo di noi stessi, siamo parte di una sola grande umanità.
Davanti a tutti gli indifferenti dico che vi è ancora molta strada da fare ma il percorso è quello giusto: bisogna “sconfiggere” la deriva dell’egoismo e della disumanità. Occorre il coraggio delle idee, la forza dell’istruzione, il valore della cultura, il risveglio delle coscienze e una più grande giustizia sociale.
Oggi a mezzogiorno anche il Comune di Pontedera ha aderito al lutto nazionale con un minuto di silenzio in Sala Consiliare e con una breve riflessione condivisa con i dipendenti comunali.
Mi auguro che questo mondo cambi, in meglio. Ne abbiamo bisogno tutti. E’ il miglior modo per onorare anche le vittime della tragedia di ieri.
Pontedera, 4 ottobre 2013
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