Sulla rottura delle trattative relative alla vertenza delle Officine Ristori
Apprendo che sulla vertenza Ristori è saltato l’accordo e sarà dato avvio al programma di licenziamenti annunciato. Ho seguito da vicino le vicende fin dall’inizio e posso affermare che mi pare evidente un profilo di irresponsabilità dell’azienda che si era peraltro manifestata nei giorni scorsi con l’ingiustificata assenza alle chiamate istituzionali di Prefettura e Regione Toscana organizzate per trovare una quadra alle diverse proposte avanzate dai sindacati al tavolo delle trattative. Si è trattato di un atteggiamento di chiusura sotto alcuni profili decisamente incomprensibile che ha finito per produrre la rottura e l’imminente perdita di circa cinquanta posti di lavoro. Le vicissitudini di questa crisi aziendale poteva e doveva trovare soluzioni meno impattanti e non far ricadere sui lavoratori scelte e strategie imprenditoriali sbagliate che la devastante situazione economica globale ha finito per ingigantire oltre misura.
Esprimo piena e totale vicinanza ai dipendenti ed alle loro famiglie che sono costretti a pagare per colpe non proprie il prezzo più caro da tutta questa vicenda. Ancora una volta, pur nel contesto (oggettivo) di una crisi che non ha ancora attenuato la propria morsa feroce sul sistema economico produttivo, viene scaricata sulla pelle e sulle spalle dei lavoratori il peso più grande: perdere il lavoro oggi (al pari di chi non riesce a trovarne uno), significa non soltanto non poter disporre di una fonte di reddito e di sostentamento ma anche, forse soprattutto, la mortificazione della propria dignità e del diritto di cittadinanza di una Repubblica che dovrebbe costituzionalmente fondarsi proprio sul lavoro. Nei limiti delle competenze e degli strumenti che ha un Sindaco in tale materia non smetterò di confrontarmi con i sindacati e tutti i soggetti pubblici affinchè siano poste in essere tutte le azioni per limitare al massimo di quanto possibile le sofferenze e le difficoltà a cui andranno incontro i lavoratori interessati da questa vicenda.
Pontedera, 22 dicembre 2016