La solidarietà del sindaco Simone Millozzi a Don Armando Zappolini

Don Armando Zappolini

Apprendo dalla stampa che stamani davanti a casa di Don Armando Zappolini è stato affisso uno striscione di Forza Nuova nel quale si definisce “eretico” il parroco. Voglio esprimere tutta la mia vicinanza e solidarietà a Don Armando rispetto a quella che considero una intimidazione inaccettabile da parte di una forza politica che ormai da anni tristemente testimonia la propria presenza con iniziative ed atteggiamenti di stampo fascista e xenofobo contraddicendo addirittura il suo stesso nome. In primo luogo perchè per fortuna non si tratta di una forza ma di uno sparuto manipolo di nostalgici del periodo più triste della storia d’Italia; in secondo luogo perchè di nuovo non ha veramente nulla. L’attacco becero ed inqualificabile a Don Armando cerca di raccogliere i semi di odio e di intolleranza che tutte le destre stanno spargendo, alla ricerca del frutto avvelenato di un fatuo consenso, sui campi del disagio sociale, economico nonché sulle legittime preoccupazioni dei cittadini. Il rischio è che la coesione e le conquiste sociali del nostro tempo arretrino di fronte all’incertezza del futuro. Possiamo, anzi dobbiamo, richiamare le forze migliori della nostra società, dell’associazionismo, il mondo della cooperazione, del lavoro, dei diritti civili, della politica tutta affinchè l’indifferenza, l’assuefazione e l’inerzia non consentano ad iniziative vigliacche come questa di togliere cittadinanza ai valori di solidarietà, inclusione, accoglienza ed integrazione che sono patrimonio indisponibile della nostra pacifica convivenza: il patto sociale che regge l’intero assetto dei nostri valori democratici. Saremo sempre di supporto ed al fianco di ogni iniziativa che si pone l’obiettivo di combattere discriminazioni e pregiudizi. Un  paese maturo riesce a respingere queste pulsioni schierandosi dalla parte di chi chiede e propone riforme come quelle che riconoscono il diritto di un bambino con la pelle di un altro colore, nato nei nostri ospedali, cresciuto nelle scuole e negli impianti sportivi assieme ai nostri figli, di sentirsi, ed essere, a pieno titolo cittadino italiano. Pontedera e la Valdera non sono, e ci ostineremo con determinazione che non diventino, terre di discriminazione in ragione della provenienza, della religione, dell’etnia, della lingua, della condizione economica;  staremo sempre dalla parte dei principi della costituzione più bella del mondo e di chi, come Don Armando e Papa Francesco, quotidianamente si spendono per “costruire ponti piuttosto che muri”.

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