Sulla manifestazione unitaria alla TMM del 4 settembre
Questa mattina ho avuto l’onore di intervenire a nome delle istituzioni alla manifestazione unitaria indetta dai sindacati di fronte ai cancelli della #TMM di #Pontedera E’ stata una manifestazione grande, partecipata, pacifica ed ordinata.
Ho voluto ringraziare e rendere merito in primo luogo alle lavoratrici e ai lavoratori della Tmm per quanto fatto sino ad oggi: di fronte a quanto accaduto la loro reazione poteva essere legittimamente più scomposta. Essi hanno invece tenuto un atteggiamento di grande dignità nonostante la grandissima ingiustizia subita. Hanno risposto con la forza delle proprie idee, con la tenacia e la resistenza di chi sa di essere dalla parte giusta dando anche una lezione di stile alla proprietà della loro azienda. Mi hanno e ci hanno accolto in tutti questi giorni di faticoso presidio con rispetto, umanità e grande generosità: a loro va tutta la nostra stima e gratitudine. Condividere questa battaglia insieme a loro ci ha umanamente arricchito. Ho ringraziato tutte le delegazioni delle organizzazioni sindacali per l’invito rivolto alle istituzioni ad essere presenti in occasione di questa grande manifestazione finalmente unitaria per rivendicare i diritti del lavoro e dei lavoratori del comparto della meccanica in provincia di Pisa.
Le parole che abbiamo voluto rimbombassero alte e forti durante la manifestazione sono state rispetto, dignità e lavoro.
Sono anni che la crisi economica colpisce il nostro Paese, la nostra manifattura, le nostre aziende. La gravissima crisi che ha coinvolto il paese e la Toscana ha causato la chiusura di molte fabbriche, la trasformazione di molte altre, la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro con lo scivolamento di tantissime famiglie nella fascia della povertà. Bene hanno fatto lo Stato e la Regione ad occuparsi delle aree industriali in crisi: Piombino e poi Livorno e poi ancora Massa per arginare l’emorragia e le gravi crisi occupazionali. Adesso però è giunto il momento di guardare anche qui, al comparto metalmeccanico che è stato e deve continuar ad essere la spina dorsale del nostro tessuto industriale. Questo territorio esige di poter discutere e pianificare quali siano le prospettive di breve, medio e lungo termine. Occorre, e lo diciamo da anni, un progetto di politica industriale per il nostro Paese, sulla meccanica e sulle due ruote in particolare. Occorre, e lo diciamo da anni, una regola chiara sui contributi pubblici assegnati: per ottenerli occorre un nesso, una funzionalizzazione che assicuri una ricaduta sul alvoro e sulla produzione nul territorio: sviluppo, investimenti e ricerca devono garantire i propri effetti laddove l’impresa è radicata. Occorre un nuovo patto sociale che coinvolga istituzioni, imprese, lavoratori per dare nuovo ossigeno e nuove opportunità alle nostre comunità. Un nuovo patto sociale che si porti dietri una nuova etica del lavoro ed un nuovo modo di fare impresa, che stigmatizzi e dichiari inaccettabile e vergognoso quanto successo alla Tmm: non può più accadere che nei nostri territori si debba assistere, impotentemente, a “serrate” così come successo qui. Questo modo di essere e fare impresa è vergognoso ed irresponsabile: finisce, al solito, per scaricare tutte le proprie responsabilità sulla parte più debole della catena, i lavoratori.
Abbiamo chiesto ed offerto alla proprietà di Tmm di metterci la faccia e di recuperare un minimo di credibilità verso i lavoratori, verso i sindacati, le istituzioni, verso l’intero territorio ritirando immediatamente la procedura aperta di liquidazione e concedendoci più tempo per trovare soluzioni alternative. Un gesto di rispetto verso la città, verso quelle 85 persone licenziate senza nemmeno un preavviso, verso quelle famiglie che sono qui davanti ai cancelli della fabbrica da oltre 20 giorni, notte e giorno. Esiste evidentemente anche una responsabilità sociale a cui non può sottrarsi Piaggio: una responsabilità che pretendiamo da chi molto ha avuto da questo territorio. Una responsabilità sociale che impegni Piaggio a dirci con chiarezza quali siano le sue strategie industriali, quale sia il ruolo dello stabilimento di Pontedera nel contesto delle sue politiche globali e internazionali, affinchè si possa misurare la capacità di risposta del poco di indotto che è rimasto. Il tessuto imprenditoriale locale deve accogliere assieme a Piaggio questa sfida. Io credo che la professionalità della manodopera, l’impegno delle rappresentanze sindacali, gli sforzi che le istituzioni pubbliche, il tanto che questo territorio ha messo al servizio di Piaggio merita di avere queste risposte. Lo dobbiamo in primo luogo a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che hanno combattuto per questo nel passato; lo dobbiamo a tutti quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro; lo dobbiamo a quelle operaie e quegli operai che oggi stanno combattendo, con orgoglio, dignità e tenacia per mantenere quel posto di lavoro e per salvaguardare, con esso, la dignità propria e di una intera comunità.
Ci sono delle battaglie che non si sa come andranno a finire ma che vanno combattute a prescindere dal risultato finale. Ebbene, questa vertenza è una di quelle: le Istituzioni sono e saranno a fianco dei lavoratori ed i sindacati in questa battaglia. #Pontedera #Lavoro #TMM
Il Sindaco Simone Millozzi
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