Archive for the ‘Millozzi’ Category

Sulla vertenza Cdc: un primo positivo passo avanti

lunedì, maggio 14th, 2012

Intendo esprimere un positivo giudizio sul primo passo avanti fatto nella trattativa per la salvaguardia dei 127 lavoratori della Cdc, che l’azienda considera in esubero. La trasformazione della loro posizione, da personale in mobilità a cassintegrato, è un piccolo ma molto positivo passo avanti che permette di avere più tempo per cercare le soluzioni adeguate alla salvaguardia del lavoro e che rende un po’ meno negative le prospettive future.

Stiamo parlando di 127 persone e delle loro famiglie. Per loro, in un periodo di crisi come questa, è cominciata una fase foriera di preoccupazioni per il futuro. Noi siamo a fianco a loro.

Ritengo che ci siano margini per intervenire e consolidare la loro posizione. E’ positivo che l’imprenditore Diomelli abbia fatto questo passo in direzione delle richieste dei lavoratori.

L’impegno delle istituzioni, mio personale, del sindacato, è massimo nel cercare una soluzione che consolidi una delle più importanti realtà produttive di questo territorio. Ancora una volta l’unità delle istituzioni e delle organizzazione sindacali hanno ottenuto un apprezzabile risultato. Pontedera e la Valdera hanno saputo dimostrare finora grande forza in questa fase di crisi. Sono certo che ce la faremo anche in questo caso a tutelare e proteggere il nostro territorio e i nostri lavoratori. L’ho sempre ripetuto: noi dalla crisi vogliamo uscire tutti insieme e con un territorio ed una società più equa e più giusta.

Pontedera, 11 maggio 2012

Sulle dichiarazioni di Casati e sugli “ecomostri”

giovedì, maggio 3rd, 2012

Sono sorpreso ed esterrefatto davanti alla superficialità e alla supponenza dimostrata dal sig. Casati che ieri sulla stampa ha parlato di “ecomostri” a Pontedera. Innanzitutto il sig. Casati associa l’immobile che si sta realizzando nei pressi della nuova Coop, alla periferia sud della città, ad un immobile dell’Elba che è stato al centro di gravi vicissitudini giudiziarie. L’immobile in via di realizzazione a Pontedera a cui fa riferimento Casati è stato invece realizzato nel pieno rispetto di tutte le normative urbanistiche e va ad insistere in una zona che ha l’appropriata destinazione d’uso. Già questo basterebbe a chiarire ogni illazione. Ma non solo. A Pontedera sono stati stabiliti degli standard volumetrici più stringenti di quelli imposti dalla legge. Come del resto è sotto gli occhi di tutti, gli standard a verde pubblico ed attrezzature pubbliche (circa 50 metri quadri per abitante, previsti a Pontedera) sono, in misura notevolmente superiore rispetto ai minimi di legge (circa 18 metri quadri ad abitante) e alle indicazioni della Regione Toscana (circa 30 metri quadri ad abitante). E’ stata una scelta voluta e importante di questa amministrazione. Non vediamo quindi in questo territorio l’abnorme consumo di suolo denunciato da Casati. Invitiamo lo stesso a cercare altrove tale consumo di suolo. Pontedera è una città di 28 mila abitanti ma ha un’utenza quotidiana pari al doppio: non è giusto riequilibrare questo rapporto? Non è giusto che la nostra città aspiri a crescere, in modo sostenibile, affinché si possa scegliere di risiedere a Pontedera e non solo di usufruirne dei servizi? Non è giusto che aumentino i residenti che sono anche coloro che si fanno carico delle esigenze della città? Tutti i dati e le analisi di questi anni ci dicono che questa è la politica giusta: i dati stessi del recente censimento, seppur provvisori, ci dicono che la città è cresciuta. Accanto a questa crescita, come certificato dal Centro Sintesi di Mestre con lo studio ripreso dal settimanale Panorama, è aumentata e migliorata di pari passo anche la qualità della vita, ambientale, sociale ed economica.
Tutto questo basta a convincere i detrattori? Forse a qualcuno non piace questa crescita?
Se non bastasse vorrei anche ricordare che in questa città abbiamo dimostrato una capacità di affrontare la deindustrializzazione che non ha pari: non esistono nella nostra città grandi immobili abbandonati nonostante la enorme presenza industriale.
Sono forse da farsi rientrare nel concetto di “ecomostri” i piani di recupero messi in campo dal Comune volti a non lasciare nel tessuto urbano aziende o stabilimenti dismessi? Cosa dire di tutto l’asse del Dente Piaggio dove all’inesorabile fase di riduzione della presenza industriale, che rischiava di rappresentare una ferita lacerante del tessuto urbanistico e economico, si è contrapposto un previdente intervento di recupero a funzioni pubbliche di quegli spazi? Oggi si tratta di aree dove è presente la ricerca, l’università, i servizi avanzati, la formazione cioè i mattoni di un futuro migliore e innovativo. Cosa dire degli spazi ex fabbrica del ghiaccio ed ex cordificio Billeri, spazi abbandonati nel quartiere Fuor del Ponte, che con ottimi piani di recupero hanno restituito qualità e vivibilità al quartiere?
Cosa dire degli spazi dismessi ex Crastan ed ex Finocchi ancora presenti nell’area urbana dove i piani di recupero esistenti permetteranno di migliorare quella zona della città?
E qui, caro Casati, questi piani di recupero pur di non consumare suolo si svilupperanno anche in altezza: si tratta di una scelta “mostruosa”? Se non si vuole consumare nuovo suolo, aspirazione che ritengo anche giusta e che ho confermato nelle mie indicazioni, e volendo rispondere alle esigenze di fruibilità del centro è sbagliato crescere anche in altezza? Sarebbe stato meglio costruire solo villette in aree ancora verdi? E i costi di questi nuovi immobili sarebbero stati alla portata di tutti i cittadini? Allora, come si può vedere le scelte non sono affatto semplici e automatiche ma si tratta di cercare un equilibrio, tra tutte le esigenze, che a Pontedera mi sembra sia stato trovato.
Già questi pochi esempi dimostrano nei fatti e non a parole, quanto questa Amministrazione e le precedenti abbiano avuto e hanno a cuore uno sviluppo armonico, ordinato e governato del territorio.
Alla luce di questo a chi giova questo attacco immotivato alle scelte urbanistiche della città? Perché questa ingenerosità verso il nostro territorio? Non mi sembra, se questo fosse il tema, che nello skyline di Pontedera, nelle cartoline della nostra città, si possano annoverare “ecomostri”. Nello skyline della città oggi ci sono le nuove torri eoliche che pure costarono grandi critiche all’Amministrazione Comunale ma che oggi sono comprese da tutti e da tutti indicate come simbolo della città

Sulla conclusione della vertenza Tecnocontrol

mercoledì, aprile 18th, 2012

Voglio esprimere la mia soddisfazione e il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato per la positiva soluzione della vertenza Tecnocontrol. Da oggi novanta famiglie di questo territorio possono guardare al futuro con più serenità e con fiducia grazie al consolidamento definitivo del loro rapporto di lavoro con la Piaggio. La vicenda, nota, che ha visto il fallimento del gruppo industriale dell’indotto Piaggio e il conseguente rischio di perdita del posto di lavoro per 90 persone, monopolizzò l’attenzione delle Istituzioni locali e delle organizzazioni sindacali nella scorsa estate. L’impegno del Comune di Pontedera, e dell’Amministrazione da me guidata, è stato massimo. In questa occasione voglio ringraziare il sindacato che ha saputo gestire nel migliore dei modi questa delicata fase di transizione. Non era scontata una positiva conclusione della vertenza. Il sindacato ha creduto invece nel percorso avviato e oggi può vantare il positivo salvataggio dei posti di lavoro. Un ruolo indubbiamente positivo ha avuto anche l’azienda Piaggio che ha operato con lungimiranza e oculatezza.

Di fronte a questa vicenda, che peraltro avviene in un momento di così profonda crisi economica del Paese, mi preme sottolineare un altro elemento. Siamo in una fase di sfiducia forte nelle istituzioni e in ogni forma di rappresentanza politica. Siamo in una fase dove le istanze corporative e di interessi forti sembrano prevalere e monopolizzare l’attenzione di tutti. A Pontedera si è scelto di rimettere al centro il diritto al lavoro, a quel lavoro industriale, produttivo, che deve rimanere l’asse centrale per garantire uno sviluppo, un futuro e una crescita al nostro territorio e al Paese. Personalmente ho come mia prima preoccupazione amministrativa la salvaguardia di questi diritti: questo esito positivo mi rafforza nell’azione in atto per risolvere le altre situazioni di difficoltà presenti nel nostro territorio.

 

Sulle modifiche all’articolo 18

venerdì, marzo 23rd, 2012

Esprimo la solidarietà la vicinanza mia e dell’Amministrazione Comunale di Pontedera ai lavoratori nella battaglia per contrastare la riforma dell’articolo 18. Non è pensabile che si vada verso la monetizzazione del lavoro. Pur apprezzando parzialmente alcuni aspetti positivi relativi alla riforma del mercato del lavoro occorre far cadere la distinzione tra licenziamenti disciplinari ed economici, lasciando che sia il giudice a decidere in un caso e nell’altro. La scelta di incidere sull’articolo 18 è pericolosa e confusa.

E’ una scelta che sottintende due teoremi errati: il primo che per uscire della crisi occorra diminuire le tutele del mondo del lavoro dipendente. Il secondo, conseguente, sarebbe quello di far credere che le ragioni di questa crisi economica sarebbero da attribuire proprio al mondo del lavoro.

E’ esattamente il contrario. Bisogna rimettere al centro i diritti e gli interessi collettivi. Solo questa è la strada che ha fatto negli ultimi cento anni dell’Europa il miglior posto al mondo dove vivere. Seguire le strade percorse da altri modelli sociali significherebbe arrivare buon ultimi a percorrere strade che hanno già dimostrato il loro fallimento.

Dall’altro parte bisogna rimettere al centro il lavoro colpendo invece la rendita e l’enorme divario che si è creato nella ricchezza del paese. Oggi il 10 percento più ricco di questo paese detiene la metà della ricchezza. In questi dieci per cento ci sono ben pochi lavoratori dipendenti. Le misure che questo governo ha attuato non riducono questa forbice e colpiscono molto timidamente privilegi e ritardi che anche gli economisti più illustri criticano. Per questo ritengo che il Governo deve tornare indietro su questa scelta e trovare un accordo con tutte le parti sulla riforma del lavoro.

Pontedera, 23 marzo 2012

Sulla lottizzazione al Green Park

martedì, marzo 13th, 2012

L’amministrazione comunale di Pontedera intende rettificare il tono e le insinuazioni contenute nell’articolo “quei lavori prima dell’ultimo ok alla lottizzazione”, relative ai lavori per la realizzazione di alloggi nell’area tra la zona sportiva e il nuovo Ponte alla Navetta, e previsti dalla delibera 94 del 20 dicembre scorso.

Innanzitutto occorre precisare che non c’è alcun lavoro in corso e nessun anticipo della partenza dei lavori. Nell’area è stato semplicemente trasferita terra proveniente da un altro sito di escavazione dove è in corso un cantiere per la realizzazione di una infrastruttura industriale come da autorizzazione rilasciata, alcuni mesi fa, dal resposnabile del procedimento. Nessun lavoro quindi è già partito. Tutte le supposizioni delle associazioni Legambiente e Lav, riportate acriticamente dal quotidiano, sono quindi destituite di ogni fondamento. Come è assolutamente falso che “…questo sta creando un certo imbarazzo a Palazzo Stefanelli” e non capiamo da dove si tragga questa certezza che forse andrebbe chiarita meglio dal giornale. Come anche andrebbe chiarita meglio la frase in cui si fa riferimento a “taciti accordi, una sorta di edilizia contrattata che prevale sulle leggi”. Si tratta di affermazioni gravi e false, destituite di ogni senso, che sono alla valutazione dell’Amministrazione Comunale.

Legambiente e la Lav hanno deciso in questo territorio di tenere un atteggiamento ostruzionistico e di aperto contrasto all’azione amministrativa, presentando ripetitive e pretestuose opposizioni ad ogni intervento urbanistico. E’ una scelta legittima ma politicamente gravissima. Pontedera e la Valdera sono territori in forte crescita demografica. Nel censimento del 2001 Pontedera contava circa 25 mila abitanti. Oggi ne ha 3 mila in più. La Valdera è in forte crescita ed è un’area meno densamente popolata della media italiana. L’amministrazione comunale rivendica con orgoglio che tale crescita è andata di pari passo con la crescita delle infrastrutture scolastiche, culturali e sociali così come grazie alla realizzazione degli interventi programmati, è possibile adeguare i sottoservizi del nostro territorio quali fognature, depuratori, acquedotto. La città, grazie al sistema della cessione gratuita di nuovi spazi a carico dei privati (prevista dai nostri sistemi urbanistici) si è dotata di nuove aree a verde, nuovi spazi per il tempo libero, nuova viabilità, nuove aree di sosta e parcheggio. Tutto questo è stato reso possibile solamente perché il pubblico ha saputo governare correttamente la crescita del nostro territorio attraverso i propri strumenti, piano regolatore e regolamento urbanistico, discussi e ampiamente partecipati. La pianificazione pubblica è stata sempre preminente per questa amministrazione e per quelle precedenti, agli interessi, pur legittimi dei privati. E anche per questo motivo che ho ritenuto, in fase di avvio delle procedure necessarie a verificare lo stato di attuazione delle previsioni del regolamento urbanistico, approvare una delibera che confermasse le previsioni esistenti ma al contempo con chiarezza determinasse di non procedere ad alcun ulteriore consumo di suolo sino al compimento definitivo di quelle previsioni.

Non si capisce quindi questa opposizione a priori a ogni nuova (e già prevista) realizzazione, tenendo presente che si tratta di aree dove sono previsti anche interventi di miglioramento infrastrutturale e dei servizi a disposizione dei cittadini. O meglio l’opposizione si capisce seguendo la logica del “no” a prescindere, ritenendo a priori che ogni intervento dell’uomo è incapace di tenere insieme lo sviluppo e la salvaguardia e tutela dell’ambiente.

Pontedera, 12 marzo 2012

Una riflessione sui criteri di scelta del futuro personale di Ikea

martedì, febbraio 21st, 2012

Devo dire che sono rimasto sorpreso leggendo dai quotidiani domenica la notizia, di cui sembra si siano fatti portatori gli amministratori comunali pisani, che Ikea assumerà nel nuovo centro commerciale persone residenti nei comuni dell’area pisana, poiché risiedono a meno di venti minuti dall’infrastruttura.

Non voglio aprire una polemica ma una riflessione è necessaria. Con questa logica gli abitanti, ad esempio, di Pontedera e della Valdera non potrebbero lavorare all’Ikea, neppure dando la disponibilità a trasferirsi dopo assunti? Eppure è noto a tutti che questo territorio è parte della provincia di Pisa ed è compreso nei 68 comuni del bacino di vendita previsto dallo stesso colosso svedese. Non solo: nelle scorse settimane è stato reso noto uno studio nel quale si evidenziava l’effetto sul territorio dell’insediamento Ikea. Un effetto a bilancio sicuramente positivo ma che evidenziava come, a fronte di oltre duecento nuovi posti di lavoro creati, se ne sarebbero persi alcuni nelle aree già oggi votate al commercio dei mobili. Qualcuna di queste aree è in Valdera. Va detto anche che pure la Regione Toscana e la Provincia di Pisa hanno avuto un ruolo importante nella determinazione della scelta dell’insediamento di Ikea a Pisa. L’area dei Navicelli è territorio anche della Toscana; o no? Pisa utilizza anche fondi toscani per le necessarie infrastrutture dell’area, o no? Ritengo quindi che sia ingiustificato un ragionamento di selezione del personale di questo tipo, fuori dai tempi moderni e lontano dai valori della nostra stessa Toscana: valori di solidarietà, di comunanza, di attenzione ai bisogni e alle competenze prima che al luogo di residenza o di nascita. Pontedera e la Valdera sono territori che hanno sempre avuto una forte vocazione industriale. Gran parte del tessuto industriale di questa provincia è nella nostra zona, un tessuto che, per forza di cose, trattandosi di industrie, ha anche avuto un notevole impatto ambientale e urbanistico. Nelle industrie di Pontedera e della Valdera lavorano una gran quantità di residenti a Pisa e in altre zone della Toscana. Anche nelle ultime aziende che si sono installate in questa area, come quelle presenti nel polo ambientale (trattamento di rifiuti e riciclo), molti vengono da Pisa, da fuori Valdera e da fuori provincia. Qualche dipendente dopo essere stato assunto ha scelto, per sua legittima comodità, di trasferirsi nella nostra città e di ciò siamo orgogliosi. Ma non si può fare una selezione a priori. Attenzione a porre criteri di questo tipo. Sono lontani, e lo dico senza polemica, dai valori stessi anche delle forze di centrosinistra che governano gli enti locali di questa zona. Mi auguro quindi che questi criteri siano smentiti dall’azienda e chiariti dagli amministratori pisani che li hanno annunciati sulla stampa.

Pontedera, 20 febbraio 2012

Il Cecchi di “Buongiorno Nazione” evidentemente non conosce Pontedera

mercoledì, febbraio 15th, 2012

Oggi sulla prima pagina della Nazione Pontedera ha l’onore del titolo Pontedera Hills sulla rubrica “Buongiorno Nazione”, immaginiamo chiosando “Beverly Hills. La rubrica di Stefano Cecchi, si avventura in alcune considerazioni sulla nostra città – e su altri comuni – criticando la scelta di istituire la tassa di soggiorno. Ogni posizione è legittima, anche se forse bisognerebbe ricordare alla Nazione che la tassa di soggiorno è uno dei pochi strumenti messi a disposizione dei comuni dal Governo nazionale per intervenire sui bilanci. I Comuni erogano servizi e vengono poi criticati se aumentano le mense dei bambini o se fanno le multe per eccesso di velocità. E’ evidente a tutti che sono gli enti più colpiti dalla crisi e che rappresentano il principale interfaccia con la popolazione. Ma alla Nazione questo ruolo dei comuni interessa poco. Come interessa poco che Pontedera (ma qui il discorso andrebbe ampliato alla Valdera), negli ultimi anni, sia una città che ha avuto un fortissimo sviluppo di presenze turistiche (molte legate anche al lavoro d’affari). Alla Nazione non interessa che sia finita con servizi sulle copertine delle riviste specializzate (ad esempio de I Viaggi di Repubblica) per le installazioni artistiche di scultori come Cascella, Vangi, Nespolo, Trafeli, Baj (l’ultima sua opera, uno dei mosaici più grandi d’Italia) e tanti altri; che abbia uno dei musei più visitati della provincia di Pisa e della Toscana (museo Piaggio); che abbia servizi gratuiti, (Cecchi … GRATUITI), per i visitatori come il bike sharing e il bus navetta, che abbia una miriade di iniziative culturali, sportive e artistiche. Che abbia, insieme a tutta la Valdera, un’alta qualità del turismo ambientale ed enogastronomico. No. Tutto ciò al commentatore della Nazione interessa poco. Per la Nazione Pontedera ha lo stesso “appeal turistico di Pomigliano d’Arco o del Vajont”. Se non fosse un po’ volutamente lugubre e un po’ antimeridionale, il paragone (che vorrebbe offendere), ci sarebbe da ridere visto che il Vajont è ai piedi delle Dolomiti e Pomigliano è sede di importanti manifestazioni culturali. Evidentemente Il giornalista non visita da decenni oltre al Vajont e Pomigliano (che sono un po’ lontani) anche la nostra città: che non è più solo un centro industriale ma è da tutti conosciuta per la sua vivacità culturale, artistica e soprattutto per la sua qualità della vita (non solo dei residenti evidentemente). Ora… se si vuole fare il giornalista in Toscana Pontedera occorrerebbe conoscerla! Il centro studi Sintesi di Mestre ha realizzato uno studio, poi pubblicato dal settimanale Panorama (mica dalla gazzetta del quartiere) nel quale Pontedera risulta la città del centro-sud Italia con la qualità della vita più alta, anche riferita ai servizi culturali e alla vivacità. L’unica spiegazione possibile di questo abbaglio del nostro commentatore è che appunto non sia venuto nella nostra città e nel territorio della Valdera da molti anni. Siamo a disposizione per una visita guidata e gratuita. Siamo certi che una volta visitato il nostro territorio deciderà di tornarci ancora, anche se istituiremo la tassa di soggiorno, che consisterà in pochi spiccioli al giorno.

Sui gazebo e sulla qualita’ dei servizi

venerdì, febbraio 10th, 2012

In relazione a quanto scritto nell’articolo, pubblicato da Il Tirreno di Pontedera nella cronaca odierna, “Commercio, i regolamenti penalizzano il turismo” l’Amministrazione Comunale intende precisare quanto segue. Innanzitutto il titolo non corrisponde alla realtà. Se i regolamenti penalizzassero il turismo non avremmo avuto la crescita turistica che la città registra negli ultimi anni. La crescita non la fanno, e non la impediscono, i regolamenti. La crescita è dovuta alla qualità o meno di un territorio. E a Pontedera negli ultimi anni molto è stato fatto per migliorare la qualità di questo territorio. In particolare è stata migliorata la fruibilità urbana degli spazi, attraverso la cura, l’abbellimento e forme nuove di mobilità. E’ stata una scelta non sempre condivisa, all’inizio, da tutte le parti sociali. Si pensi cosa accadde quando si scelse di pedonalizzare il Corso e quando la passata amministrazione decise di migliorare gli arredi urbani: ci furono anche critiche, anche dal mondo dei commercio cittadino. Oggi è chiaro a tutti il valore di quelle scelte. L’Amministrazione Comunale in questi anni ha anche lavorato con grande attenzione per il recupero e il miglioramento degli spazi pubblici, dei luoghi dove un cittadino può passeggiare tranquillamente e liberamente, può andare in bicicletta, può far giocare i propri bambini, può spingere una carrozzina comodamente, senza barriere architettoniche e fisiche, in spazi gratuiti e pubblici. Si pensi ai lavori di valorizzazione delle piazze Andrea da Pontedera e Garibaldi. Gli spazi pubblici qualificano una città. Questi spazi devono essere aperti e fruibili e non semplicemente luoghi di consumo. Ma luogo di vita cittadina. Per questo il nostro regolamento consente per determinati periodi l’installazione di gazebo ma ritiene anche necessario che ci siano periodi in cui quegli spazi siano a disposizione di tutti i cittadini. Gli spazi pubblici non sono “meno importanti” perché di “nessuno” sono anzi più preziosi e fondamentali perché “di tutti noi” e tutti devono avere la possibilità di usufruirne. Il turismo, soprattutto quello di qualità, si indirizza verso luoghi belli e curati, ricchi di arte e di storia. La Toscana più bella ne sa qualcosa. Il Corso Matteotti non è un luogo anonimo, è il biglietto da visita della città e, come tutti gli spazi ricchi di arte, merita anche di essere apprezzato, seppur per pochissimi mesi l’anno, libero da gazebo e chioschi. Questa Amministrazione ha permesso ai pubblici esercizi di utilizzare quegli stessi spazi anche nel periodo natalizio, sino a dopo le festività, ampliando il tempo di utilizzo, pur di venire incontro ad una richiesta degli stessi commercianti. Ora ci sembra riduttivo, per la qualità degli esercizi stessi, affermare che persino metà dell’utenza sceglie quel locale per la presenza semplicemente del gazebo e che senza i gazebo quell’utenza sarebbe persa.

Infine sugli orari di apertura: il discorso sarebbe lungo e articolato. I temi sono quelli di cui abbiamo parlato in questi giorni in occasione della sentenza sulle domeniche di apertura. Ma basti dire che le esigenze di una città e dei suoi cittadini mal si conciliano con le aperture selvagge e questo è ancora più vero per i pubblici esercizi. E non conviene a nessuno che si comincino a contrapporre le esigenze degli uni a quelle degli altri. Per il bene di tutti.

Pontedera, 10 febbraio 2012

Il TAR sulle aperture domenicali e festive.

mercoledì, febbraio 8th, 2012

Apprendiamo che il Tar della Toscana ha accordato la sospensiva ad una catena di grande distribuzione che ha presentato ricorso contro l’ordinanza che limitava le aperture domenicali e festive sul territorio di Pontedera.
Prendo atto di questa decisione che nei prossimi giorni approfondiremo. Ritengo che la nostra posizione fosse giusta e dettata dai nostri valori di vivibilità del territorio, di rispetto del lavoro e dei diritti dei lavoratori, della tutela del negozio di vicinato e della funzione sociale che svolge. Nel testo di questa decisione si farebbe riferimento al fatto che le norme in materia di concorrenza “costituiscono principi generali dell’ordinamento nazionale e sono, quindi, direttamente applicabili”.
Ci adegueremo quindi, non condividendole, alle norme che ci giungono dai livelli di governo nazionali in attesa della definitiva sentenza di giugno.
Ritengo che si tratti di una scelta sbagliata e che i territori e le comunità si difendono e si fanno prosperare attraverso un diverso concetto di sviluppo, di crescita e di libertà economica. Un concetto che tenga anche conto delle peculiarità, delle tradizioni e della storia di ogni territorio. Non è tenendo i negozi aperti tutti i giorni, 24 ore su 24, che si contrasta la crisi economica del nostro Paese. Per superare la crisi occorre rilanciare l’occupazione e far ripartire i consumi. Non serve dar luogo ad una deregolamentazione selvaggia delle aperture ma promuovere politiche per restituire capacità di spesa ai cittadini comuni. Auspico infine che tutte le parti sociali e le rappresentanze del territorio facciano sentire la propria voce, la propria opinione, in merito a questa decisione che sottintende un modello di società che non ci piace

Sull’imposta di soggiorno

mercoledì, febbraio 8th, 2012

Durante il Consiglio Comunale di ieri sera si è discusso dell’ipotesi, che questa amministrazione sta prendendo in considerazione, di applicare anche nella nostra città, l’imposta di soggiorno. Un consigliere comunale di minoranza, che aveva sollevato perplessità, ha anche proposto di sostituire le risorse che si otterrebbero dall’imposta, introducendo il biglietto per chi utilizza il bus navetta o per chi visita il Museo Piaggio.
Innanzitutto va detto che la nostra impostazione è quella di chiedere qualcosa a tutti, non soltanto ai cittadini di Pontedera ma anche a coloro che visitano la città. Ogni anno a Pontedera si contano circa 50 mila presenze turistiche. Negli ultimi anni la città (ma anche la Valdera) ha visto altissime percentuali di crescita delle presenze turistiche. E’ stato il frutto delle politiche di progressivo miglioramento della qualità della vita e della qualità ambientale ed urbana. Abbiamo valorizzato l’arte in città. Abbiamo aperto: il Museo Piaggio che oggi si può visitare gratuitamente (e che conta circa 40 mila presenze annue), il Teatro Era, il centro culturale Sete Sois Sete Luas e il Centro per l’arte Otello Cirri dove è presente l’Ufficio Turistico. Abbiamo promosso la mobilità sostenibile come il bus navetta gratuito e servizi innovativi come il bike sharing. Sono stati creati una quantità innumerevole di eventi culturali e di spettacoli. La città ha cambiato aspetto. E’ migliorata. E’ diventata un modello per la sua qualità dei servizi. La crescita esponenziale di questi servizi è stata possibile anche senza risorse aggiuntive. Oggi non intendiamo tagliarli ma per far questo occorre chiedere un piccolo sacrificio a tutti. Anche a coloro che vengono ospitati nella nostra città. Non è pensabile infatti che manovre governative così penalizzanti nei confronti degli enti locali si facciano ricadere solo sui nostri cittadini, sui cittadini che risiedono nella nostra città. Occorre uno sforzo collettivo e a questo possono concorrere, per una piccola parte, anche coloro che in città non vivono né risiedono ma che usufruiscono, a vario titolo, dei nostri servizi e delle nostre infrastrutture, realizzati finora con l’impegno dei cittadini di Pontedera, ben sapendo che in realtà questi servizi sono a disposizione di una utenza più vasta. L’imposta di soggiorno quindi serve a questo. Valuteremo con grande attenzione le richieste degli operatori e degli albergatori: moduleremo differenziando l‘imposta in base alle fasce, alle “stelle” delle strutture ricettive. Ma non possiamo tener fuori da questo sforzo collettivo coloro che visitano la città e usufruiscono dei suoi servizi. Crediamo anche che il grande lavoro di miglioramento della città renda la permanenza a Pontedera appetibile per un turista anche ad un prezzo impercettibilmente più alto. Per questo mi auguro che gli operatori comprendano le ragioni di questa imposta, che verrà applicata in moltissime località italiane, e lavorino per migliorare con noi l’offerta qualitativa della città.