Sulla situazione dell’azienda CDC

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata ” Il Tirreno Pontedera” e della “Nazione Pontedera” del 25/9/2012.

martedì
25 settembre 2012
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
II
«Diomelli ci ha abbandonati»

I lavoratori della Logistica Cdc portano la loro rabbia di fronte al sindaco Millozzi
di Manolo Morandini

PONTEDERA
«Come il comandante Schettino ha abbandonato la sua nave con le persone ancora a bordo è vergognoso e da irresponsabile il comportamento di Giuseppe Diomelli. Deve guardarci negli occhi, perché non è solo colpa della crisi del mercato quello che sta accadendo alla Cdc». Danno voce alla loro rabbia i lavoratori della logistica, il reparto che l’azienda di Gello ha dismesso dallo scorso giugno. Toni forti e accuse dirette, inequivocabili. Di fronte a queste posizioni, Giuseppe Diomelli, che abbiamo contattato ieri sera, preferisce, per il momento, non replicare Quella dei lavoratori è una rabbia covata per mesi sotto la cenere del senso di responsabilità a cui hanno fatto appello sindacati, istituzioni e il management. Mala misura adesso è colma, da più di tre mesi sono senza un soldo. Niente stipendio e senza l’indennità per la cassa integrazione straordinaria. Durerà un anno, poi c’è la mobilità, ma la pratica si è incagliata a Roma. «Al Ministero a metà mese stavano verificando ancora le domande di indennità pervenute ad aprile – dice il segretario provinciale della Uilm, Marcello Casati, anche a nome della Fiom -. Forse riscuoteranno qualcosa dalla fine di ottobre».Non vogliono personalismi. Riuniti al tavolo della sala consiliare di Pontedera sono i volti a parlare più di tutto. «La dignità a noi non ce la toglie neppure questa situazione, ma a Diomelli sì. Non chiediamo i suoi soldi, ma solo la disponibilità ad anticipare le indennità per questi 3 mesi o a farsi garante presso le banche. Lo può fare senza alcun sacrificio». La Provincia ha messo in campo un ruolo di mediazione. L’azienda, infatti, si è dichiarata impossibilitata ad anticipare la cassa integrazione ai dipendenti e perciò i lavoratori devono attendere i tempi dell’Inps. Invece, in virtù di un accordo tra Provincia, Cr San Miniato e Bcc Fornacette è possibile bussare a uno dei due istituti e chiedere l’anticipo del trattamento per un periodo di massimo di sei mesi.
«Chi ha scelto questa strada ha dovuto attendere più di due mesi- prima di riscuotere – spiega Samuele Nacci, della Rsu Cdc -. Sono in 12 ma la maggioranza dei lavoratori non è nelle condizioni di rivolgersi alla banca: è sufficiente avere un mutuo o le rate della macchina perché la richiesta non venga accolta»
Come si sopravvive? «Chiedendo aiuto ai genitori per tirare avanti». «Grazie allo stipendio di mia moglie». Le storie si sovrappongono. «Tra noi e i colleghi in cassa a zero ore con il contratto del commercio siamo in settanta, tutti nella stessa situazione». In ballo ci sono circa 700 euro al mese, quelli stimati per l’indennità che tarda ad arrivare. Sfumano anche le prospettive di riassorbimento del personale. La cooperativa che ha in appalto la logistica della CDC vive di riflesso il passo rallentato del gruppo informatico. Le attività languono: restano sulla carta gli impegni di riassorbire parte dei dipendenti messi in cassa straordinaria, 25 in un anno. Arriva anche il Sindaco Simone Millozzi in sala. “Con i sindacati siamo impegnati a tenere alta l’attenzione sul caso, portandolo ai tavoli provinciale e regionale. E abbiamo richiamato la proprietà alla propria responsabilità sociale verso questo territorio».

 

martedì
25 settembre 2012
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
14
Cdc, senza stipendi né “cassa” Il dramma di 70 lavoratori

Critiche al presidente “Almeno ci aiuti con le banche”

SETTANTA lavoratori della Cdc in crisi e in amministrazione controllate non ricevono da tre mesi e mezzo né lo stipendio né la cassa integrazione. E qualcuno fra loro comincia a trovarsi in una situazione disperata. Il ritardo dell’indennità integrativa è fisiologico perché la cassa è stata chiesta fra maggio e giugno e la prima erogazione arriverà soltanto in ottobre. Ma nel frattempo alcune famiglie, magari con mutui da pagare, non sanno come arrivare in fondo al mese e come pagarlo. Per cui è partito ieri dalla sala del consiglio comunale – dove i lavoratori si sono riuniti col loro leader sindacale della Uilm, Marcello Casati e col rappresentante di fabbrica, Samuele Nacci, una forte richiesta alla proprietà affinché «se proprio non vuol anticipare le prime rate della cassa, come succede in altre situazioni, almeno il presidente Giuseppe Diomelli si faccia garante presso gli istituti bancari di anticipi ai lavoratori per coprire questi tre mesi «UN’OPERAZIONE – hanno detto Casati, Nacci e alcuni lavoratori – a costo zero per l’azienda che avrebbe un significato doppio. Aiutare concretamente i dipendenti e far loro capire che, pur nella crisi, l’azienda gli è vicina». Dalla sala consiliare è anche partito l’annuncio di prossime iniziative di protesta più “dure” rispetto a quelle già organizzate, «anche perché fino a ora si pensava che un clima non esasperato avrebbe favorito la soluzione della crisi». Infine, un grido unanime. «L’azienda alla quale abbiamo dato tanto deve salvare il nostro lavoro, che invece sta sempre più scemando, anche perché la ditta subentrata a Cdc nel settore logistica non sta assumendo quel numero di lavoratori che si pensava». L’incontro è stato a tratti molto teso, con qualche critica anche alle istituzioni, alle quali il sindaco Simone Millozzi ha risposto con fermezza ricordando tutti i suoi interventi per cercare una soluzione a questa vicenda. Nacci e altri hanno anche criticato aspramente sia il presidente che il managemant aziendale «per gli errori e per la scarsa sensibilità dimostrata nei confronti dei lavoratori».

M. M.

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Sull’inaugurazione del nuovo IPSIA

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata ” Il Tirreno Pontedera” e della “Nazione Pontedera” del 25/9/2012.

martedì
25 settembre 2012
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
II
L’Ipsia fa un po’ di posto al linguistico

Taglio del nastro per il nuovo professionale (che ospita anche 3 classi del Marconi): mancano ancora le officine

di Paola Silvi

PONTEDERA
All’ingresso c’è il nastro tricolore delle grandi occasioni. Flash e giacche d’occorrenza scompigliate dal vento e dalla strana afa settembrina. Ma nonostante le raffiche calde quella che tira è un’aria ricca di emozione. Perché a conti fatti, della nuova scuola destinata ad accogliere l’Ipsia Pacinotti se ne sente parlare da parecchio tempo. Tanto che vederla lì, in tutto il suo splendore, maestosa e luccicante, fa un certo effetto. L’inaugurazione del professionale, festeggiata ieri mattina, non è stata però l’occasione per tagliare con il passato, per dimenticare quasi un decennio di tira e molla, di piccole e grandi incomprensioni. Piuttosto un nuovo inizio in pompa magna. Con l’affetto della Valdera, rappresentata dalle autorità del territorio. Con la fiducia degli addetti ai lavori, l’approvazione dei dirigenti scolastici cittadini e la gioia degli studenti. Insomma, dopo un iter di lavori in salita, l’attesa è finita. E i rimandi che di anno in anno hanno caratterizzato il suono della prima campanella resteranno un lontano ricordo. L’edificio troneggia al centro del villaggio scolastico con i suoi tre piani ricoperti da mattoncini rossi ed è in grado di ospitare non solo gli studenti del professionale ma anche 3 classi del vicino Iti Marconi.«E’ in grado di testimoniare – ha specificato l’assessore all’istruzione della Provincia di Pisa Miriam Celoni – l’essenza stessa della collaborazione virtuosa tra gli enti pubblici. Per me, arrivare a questo giorno, era diventato un imperativo categorico. Abbiamo corso contro il tempo, superato ostacoli burocratici e lottato con normative strette e rigorose che non ci hanno facilitato. Ma completare la struttura è stato un successo, visti i tempi, senza precedenti».«Un evento raro, un onore e un privilegio», le fa eco anche la nuova preside dell’istituto, Daniela Mancini. Per centrare l’obiettivo sono stati spesi 12 milioni e mezzo di euro. Con altri due milioni ancora da sborsare per terminare le officine. E con la promessa di garantire nuovi macchinari tecnici che andranno a sostituire quelli obsoleti, antecedenti all’alluvione del ’66 ancora in uso dagli alunni Il risultato però è fatto di soluzioni avanzate, funzionali, dove l’attenzione ai ragazzi e alle loro esigenze didattiche è la vera protagonista. Ci sono 24 aule, corridoi spaziosi, laboratori di elettronica, moda, pneumatica, fisica e chimica. In procinto poi di essere terminati la palestra, le officine, il verde circostante, la biblioteca e i percorsi pedonali. «Ma per Natale – fissa un termine la responsabile dei lavori della Provincia, Genoveffa Carluccio – sarà tutto pronto, compreso l’attacco ai piccioni che saranno allontanati dall’edificio».«Questa struttura – ha spiegato il sindaco Simone Millozzi – è un segnale forte di quel cammino che stiamo percorrendo dove la scuola è ai primi posti fra le nostre priorità. In un momento in cui l’istruzione subisce tagli pesantissimi e dallo Stato non arriva neppure un euro di finanziamento per l’edilizia scolastica, abbiamo mantenuto gli impegni presi».E il taglio del nastro è l’ennesima sfida colta e vinta per provare ad allontanare lo scoraggiamento. «Inaugurare una scuola – ha concluso il primo cittadino – significa puntare sul futuro dei ragazzi, scommettere su scelte urbanistiche che vedono un villaggio scolastico unico in tutta la provincia. Oltre 8mila giovani vivono quest’area». Ma a fronte di un traguardo raggiunto, manca ancora un altro tassello per completare l’ambizioso progetto del “campus studenti”. «Non resta che trasferire qui anche il liceo linguistico da via Puccini. Lo spazio c’è e la convenzione con la Provincia pure». Sarà insomma la prossima mossa da compiere sulla scacchiere comunale.

 

martedì
25 settembre 2012

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
13

«Addio macchinari alluvionati»

L’Ipsia finalmente inaugura la nuova sede dopo 10 anni di ritardo

di Silvia Passetti

DIECI ANNI di lavori, trascorsi tra problemi tecnici e cavilli burocratici. Ma alla fine l’Ipsia Pacinotti è stato realizzato. Dieci anni di lavori e 12,5 milioni spesi, a cui seguiranno altri 2 milioni messi in bilancio per le officine, che saranno realizzate più avanti. Il nuovo Istituto Professionale Pacinotti, 4 mila metri quadri, 24 aule, 10 laboratori e 5 uffici, è stato inaugurato ieri. Nella tabella dei lavori manca ancora qualcosa. Da completare la palestra e la biblioteca, in corso di affidamento le officine. Ma l’attività scolastica è già iniziata a pieno ritmo. Oltre alle classi del Pacinotti anche alcune classi dell’Iti sono state trasferite nell’edificio. L’aula Magna è piena di ragazzi e di docenti, per le presentazioni ufficiali. «Completare la scuola era un imperati:vo è la prima a parlare Miriam Celoni, assessore provinciale alla pubblica istruzione – il vecchio istituto non era più adeguato». Basti un dettaglio. I macchinari utilizzati dai ragazzi risalivano a prima dell’alluvione del 1966. Ne parla anche l’assessore: «I docenti e gli studenti hanno avuto le giuste accortezze nell’utilizzare questi strumenti, ma ora è giusto che i ragazzi abbiano strumenti nuovi e moderni». Grande la soddisfazione della nuova preside Daniela Mancini, reggente a Pontedera. «Dopo il calo di iscrizioni, il Pacinotti deve tornare l’istituto di un tempo, che per anni ha formato il personale, addetto al settore produttivo e manifatturiero del territorio». Il trasferimento del Professionale è solo una parte del disegno strategico, individuato dal Comune. «L’impegno degli enti locali è stato importante, in un momento di tagli generali – ha detto il sindaco Simone Millozzi – vogliamo proseguire in questa direzione, per creare un campus nel villaggio, l’ultimo istituto sarà il Linguistico, sono stati già individuati i terreni».E l’opera procederà ancora. «Dobbiamo individuare parcheggi, passi carrabili e percorsi pedonali per dare un senso a questo villaggio». Ha detto l’ingegner Carluccio, del settore scuola della provincia, che si è raccomandata con i ragazzi. «A giugno tornerò a vedere le condizioni della scuola, abbiatene cura». La nuova scuola è un risultato anche per i ragazzi. Questa la riflessione di Ilaria, studentessa all’ultimo anno. «Dopo 4 anni al vecchio Pacinotti è un sogno questa scuola». A proposito della vecchia struttura non ci sono novità. L’amministrazione ha confermato la volontà di “vendere” il cubaggio per costruire fuori città. Al suo posto sorgerà una piazza. Ma intanto, le due aste sono andate deserte.

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Pontedera concorre al “Piano Nazionale per le città”

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha predisposto tra le “Misure urgenti per la crescita del Paese”, (decreto legge 22 giugno 2012 n. 83 convertito, con modificazioni, in Legge 7 agosto 2012, n. 134) risorse dirette pari a circa 224 milioni di euro tra il 2012 e il 2017 da destinarsi all’attuazione del Piano nazionale per le città. Le somme previste servono ad attivare con effetto moltiplicatore altri finanziamenti sia privati che della Cassa Depositi e Prestiti per circa 6 miliardi di euro. Finalità principale è la riqualificazione di aree urbane, con promozione di interventi pubblici e privati. Le proposte dovranno essere inviate entro il 5 ottobre all’ANCI e saranno valutate da una “Cabina di regia” del MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Tra i criteri di valutazione: cantierabilità degli interventi; capacità e modalità di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati; riduzione di fenomeni di tensione abitativa, di marginalizzazione e degrado sociale; miglioramento della dotazione infrastrutturale anche con riferimento all’efficientamento dei sistemi del trasporto urbano; miglioramento della qualità urbana, del tessuto sociale ed ambientale. In applicazione della richiamata normativa, i Comuni possono presentare la proposta di Contratto di Valorizzazione Urbana alla quale possono partecipare anche altri Enti, Istituzioni, privati, associazioni ecc. interessati a promuovere la trasformazione e la valorizzazione dell’ambito urbano interessato. Tra le città che ad oggi hanno già avviato o presentato domanda per il finanziamento con ipotesi di interventi: Roma, Bologna, Milano, Scafati, Napoli, Castellamare, Genova, Verona, Varese, Firenze, Livorno, Savona, Perugia, Caserta, Turi, Ascoli, Pescara, Sciacca. L’amministrazione comunale di Pontedera, attenta al miglioramento delle condizioni di vita della città e ai temi dell’edilizia abitativa sociale, pur consapevole delle numerose domande di finanziamento di maggior attrazione e appetibilità che approderanno al MIT dalle metropoli italiane, intende concorrere per accedere ai finanziamenti già a partire da questo anno anche al fine di fornire al territorio opportunità di sviluppo. Motore dell’iter che si è avviato aumentare l’offerta di alloggi sociali anche per la fascia grigia della popolazione (ossia che non rientra tra chi ha diritto alla case popolari, ma trova difficoltà ad accedere, per l’affitto o per l’acquisto, al mercato diretto), la riqualificazione di aree ad oggi degradate. Pontedera gioca il suo ruolo di area vasta, chiamata ad accogliere persone provenienti da un territorio più ampio, a volte con disagi economici sociali ed ambientali affrontati e da affrontare al pari di città metropolitane: ecco perché occorre migliorare le infrastrutture e rigenerare le aree degradate e abbandonate senza ulteriore consumo di suolo rispetto a quanto programmato dagli strumenti urbanisti da tempo vigenti, in un’ottica di sostenibilità cittadina nella Valdera e oltre. La proposta per la città di Pontedera apre le porte a soggetti privati e pubblici, invitati a manifestare interesse tramite bando pubblico a mettere a disposizione aree ed immobili destinati ad un uso residenziale in gran parte di tipo sociale. Le richieste di adesione dovranno pervenire entro il 1 ottobre 2012 e dovranno riguardare interventi rivolti a risolvere problematiche nel contesto urbano di Pontedera. Chiunque intenda partecipare al programma di recupero avviato dal comune potrà presentare apposita manifestazione di interesse finalizzata alla redazione del Piano Città relativo al territorio cittadino ed a partecipare al relativo Contratto di Valorizzazione Urbana. Le proposte saranno esaminate dalle strutture tecniche dell’Amministrazione comunale e, ove risultino coerenti con le finalità previste dalla normativa di cui sopra, saranno inserite nella proposta di “Contratto di Valorizzazione Urbana” da presentare per il finanziamento.

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Sulle interruzioni di luce e acqua e sulle informazioni del Sindaco

In questi giorni estivi a Pontedera è sorta una velata quanto strana polemica sulla stampa locale. Tutto nasce da alcuni lavori che si sono svolti in città, sulla linea di distribuzione dell’Enel e sull’acquedotto da parte di Acque Spa. Come sempre accade in occasione di questi lavori le aziende inviano ai mezzi di informazione e alle autorità cittadine, tra cui il Comune, l’avviso dei lavori con le informazioni essenziali.
In entrambe le occasioni il Comune, per rinforzare la comunicazione ai cittadini, ha fatto circolare la notizia sul proprio sito internet. Addirittura nel caso della interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica, pur consci del fatto che l’Enel aveva correttamente inviato ai media tutte le informazioni, il vicesindaco Sonetti ha ribadito con un comunicato stampa per spiegare meglio le ragioni dell’interruzione.
Sia Enel che Acque Spa hanno comunque effettuato tutte le comunicazioni necessarie ed obbligatorie. A fronte di questo quadro ho voluto riportare sulla mia pagina facebook – a cui sono iscritti oltre 4mila profili di cittadini – il comunicato di entrambe queste situazioni. Ebbene sono stato inaspettatamente criticato da qualche cittadino poiché “non tutti leggono facebook”. Si tratta di una critica assolutamente fuori luogo poiché l’informazione da me fornita era, e doveva essere, solo COMPLEMENTARE a quella che di norma le aziende sono tenute ad erogare ai loro utenti. Non è di certo la pagina facebook del sindaco che può fungere da informazione ufficiale. La mia logica era solo di ripetere per rafforzarne la conoscenza e certamente la mia scelta non può aver fatto “male” in questo senso. I latini dicevano che “reperita juvant”: una cosa, a forza di essere ripetuta, viene appresa meglio da chi ascolta.
Peraltro anche la stampa locale, a cui spetta il meritorio quanto importante ruolo di informare i cittadini, aveva dato puntualmente notizia delle interruzioni. Ma evidentemente molti dei cittadini che hanno protestato non se ne erano avveduti. Se poi una parte dei cittadini non legge i giornali, non si informa, non guarda il sito del comune e non legge i cartellini stradali (non venendo quindi a sapere dei lavori) occorrerà trovare un modo per “raggiungere” questi cittadini ampliando i canali utilizzati. Ma il problema non è di certo la pagina facebook del sindaco.
Infine segnalo alla stampa e ai cittadini che le Ferrovie hanno leggermente modificato (anticipando di un minuto) la partenza di alcuni treni cadenzati dalla Stazione di Pontedera in direzione Pisa. Per info:
Ovviamente anche in questo caso questo non significa che il Comune si sostituisce alle Ferrovie ma che cerca di aiutare i cittadini, quando possibile, a conoscere meglio la propria città e i suoi servizi essenziali.

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Un ricordo di “Daniela Donati” Direttore Generale del Comune scomparsa un anno fa

Un anno addietro è scomparsa Daniela Donati, Direttore generale del Comune di Pontedera. Persona stimata ed importante per la nostra comunità. Ad un anno dalla sua scomparsa questa Amministrazione Comunale la ricorda con affetto e con rimpianto. Di lei abbiamo apprezzato le sue alte doti professionali e umane. Insieme a lei, ai suoi suggerimenti alla sua competente conduzione dei compiti di direzione generale, siamo tutti cresciuti e migliorati. Anche grazie al suo impegno e alla sua professionalità la stessa città di Pontedera ha raggiunto lusinghieri livelli di qualità urbana conseguendo importanti e qualificati riconoscimenti.
Tutta la città le è grata per ciò che fece e oggi più che mai ne siamo consapevoli. Giunga alla sua famiglia il messaggio di affetto di tutta Pontedera, di cui mi faccio portavoce. Presto, tempi dei lavori permettendo, dedicheremo a lei una struttura strategica per il futuro della nostra città.

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Considerazioni sulla chiusura della sede distaccata del Tribunale a Pontedera

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata ” Il Tirreno Pontedera” e della “Nazione Pontedera” del 27/7/2012.

venerdì27 luglio 2012 Testata:TIRRENO PONTEDERA Pagina:I
«Chiudere il tribunale non farà risparmiare»

Comune e consiglio dell’ordine degli avvocati impegnati in una difficile battaglia per evitare la chiusura del palazzo di giustizia di Pontedera, cioè della sezione distaccata del tribunale di Pisa. Se infatti dovesse passare il testo presentato dal ministro della Giustizia Paola Severino per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie Pontedera perderà il suo tribunale. Accadrà insieme al taglio e agli accorpamenti di quasi 300 uffici giudiziari. La scure si dovrebbe abbattere per l’esattezza 220 sezioni distaccate, oltre a tribunali e procure.
L’obiettivo sbandierato dal Governo a giustificazione dell’ operazione è l’efficienza. E il risparmio pubblicizzato – i conti sono stati fatti dal 2012 al 2014 ma è evidente che la nuova geografia non sarà attuata prima del2014 – è di 50 milioni di euro. Cifre tutte da dimostrare.
Per dire no all’ipotesi di chiusura della sede distaccata e al suo trasferimento a Pisa il sindaco, Simone Millozzi, ha organizzato una conferenza stampa insieme al presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Pisa, Rosa Capria. Presenti il vicesindaco Massimiliano Sonetti, e avvocati che da tempo seguono le sorti degli uffici giudiziari cittadini. Prima ci sono state le battaglie per ottenere un numero sufficiente di giudici sia al civile che al penale. Poi le proteste per adeguare gli organici della cancelleria da molti anni in sofferenza. E ora la decisione di chiudere il tribunale che finora sembrava essere riuscito a schivare i tagli decisi in nome di un risparmio che non sembra reale e non va certo incontro ai diritti dei cittadini.«In tutta questa vicenda – ricorda l’avvocato Rosa Capria nessuno parla di diritto di accesso alla giustizia». Dati e l’esperienza del lavoro quotidiano stridono con i tagli. La logica quando si cancellano servizi è sempre quella del presunto risparmio. Alla fine però i conti non tornano. Lo dimostra il fatto che il Governo pensa di maturare la prima tranche di risparmi già nel 2012. Invece, con questa tabella di marcia, il decreto delegato diventerà una realtà nel 2014. L prevista anche l’eventuale sopravvivenza degli uffici che il Ministero indicherà per altri cinque anni con un risultato di grande confusione. Del tutto imprevisti sono gli oneri relativi agli accorpamenti. «Nessuno calcola i costi dei trasferimenti- ribadisce Capria – e poi in molti casi, conce per il tribunale di Pisa, non ci sono gli spazi per trasferire i vari uffici giudiziari». Così anche il recupero di efficienza, fermo restando che è necessario riorganizzare il sistema giustizia, è tutto da dimostrare. Alla fine tagliare non basta se non viene applicato il calcolo dei costi standard, della revisione della spesa, del taglio della sola spesa inefficiente. Infine, altro aspetto importante, nel ridisegnare la geografia giudiziaria – è stato detto in conferenza stampa – non si è tenuto conto della specificità territoriale e dei bacini di utenza (la sezione distaccata di Pontedera è di riferimento per circa 200mila abitanti). L’Avvocatura insieme con l’associazione nazionale dei Comuni italiani con la quale è in atto un protocollo di intesa metterà a disposizione del Governo e del Parlamento una banca dati inserendo voce per voce le spese sostenute dai Comuni per i tribunali destinati alla soppressione. Quelle che sosterrebbero i Comuni dei tribunali superstiti e i necessari studi sulla viabilità locale. L stato sottolineato poi che questa revisione dei tribunali potrebbe correre il rischio di essere dichiarata incostituzionale. Gli avvocati minacciano ulteriori scioperi che metterebbero ancora più in cri si i processi che già hanno tempi lunghi con cittadini costretti a attendere anche dieci anni per ottenere la sentenza di pri mo grado in un processo civile. La protesta è solo all’inizio. Si parte intanto da una denuncia alla Corte dei Conti per capire se dalla riorganizzazione invece di un risparmio potrebbe nascere un ulteriore spreco di denaro.

venerdì27 luglio 2012 Testata:TIRRENO PONTEDERA Pagina:I
Congelato il progetto per la nuova sede

Il Sindaco: «Disagi per cittadini e aziende, non si tiene conto della specificità dei territorio»
La nostra non è una battaglia di campanili, questa è un’iniziativa che serve a sottolineare
l’importanza della nostra sezione distaccata del tribunale». Il sindaco Simone Millozzi, avvocato di professione, si dice pronto a impegnarsi in prima persona e a chiedere aiuto ai
parlamentari di zona di tutte le forze politiche nella speranza che questo possa evitare la chiusura degli uffici giudiziari cittadini.«I tagli non tengono conto – aggiunge il sindaco – della specificità territoriale. Nel primo provvedimento, quello che teneva conto di parametri oggettivi, la sezione distaccata di Pontedera era salva. Poi la novità della chiusura che non porterebbe ad alcun risparmio». Anzi, sarebbero sicuri i maggiori oneri per i trasferimenti con il rischio di caos al momento di spostare da una sede all’altra migliaia di fascicoli.Il sindaco ricorda il lavoro del Comune e gli investimenti sostenuti dalla città per la giustizia. A questo punto il progetto della nuova sede del palazzo di giustizia è congelato. Era già stato individuato il terreno ed erano stati fatti alcuni passaggi tecnici con il Ministero. Tutto azzerato. Per sopperire alla cronica carenza di organici del tribunalino l’amministrazione comunale negli ultimi anni ha messo a disposizione una persona che si occupa della vigilanza. «Noi crediamo nell’importanza di avere un presidio di giustizia sul territorio come è la sezione distaccata del tribunale. Faremo il possibile per mantenerlo e per garantire ai cittadini l’accesso alla giustizia». A pagare le spese della nuova organizzazione dei tribunali alla fine saranno cittadini e aziende. E la sede di Pontedera è un di riferimento sia per le imprese della Valdera che per quelle del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno.«Sono pronto ad essere parte attiva in una vertenza per impugnare il provvedimento che ridisegna la geografia dei tribunali» prosegue il sindaco sposando la tesi dell’Avvocatura che ha annunciato ricorsi alla Consulta contro il provvedimento di revisione della rete dei tribunali. Un disegno che “rischia” di salvare l’ufficio del giudice di pace di Pontedera ma non la sezione distaccata del tribunale. Quasi certa la fine delle sedi dei giudici di pace di Cascina, San Miniato e Volterra.

venerdì27 luglio 2012 Testata:NAZIONE PONTEDERA VALDERA Pagina:21
Addio al tribunale, ma avvocati e Comune promettono battaglia

CONSIGLIO degli avvocati pisani e comune di Pontedera sono d’accordo: chiudere la sezione staccata del tribunale pontederese, che amministra la giustizia in 22 comuni per una popolazione di quasi 190mila abitanti e circa 50 mila aziende, e con un carico di cause superiore a 5000, non comporta nessun risparmio, aggrava i problemi della giustizia nella nostra provincia e probabilmente è anche anticostituzionale perché lede il diritto di accesso alla giustizia stessa. E se il consiglio nazionale forense ha già denunciato la decisione il progetto del governo Monti che fissa in 18 mesi la chiusura di alcuni tribunali (in Toscana quello di Montepulciano) e di tutte le 224 sezioni staccate (in Toscana sono a Pontedera, Empoli, Viareggio e Montevarchi), Comune e avvocati sono pronti a rivolgersi alle alte Corti di giustizia per impedire la chiusura della sezione pontederese. Il consiglio provinciale dell’ordine, con la presidente Rosa Capria, si è riunito ieri a Palazzo Stefanelli con il sindaco Millozzi eil vicesindaco Sonetti per manifestare pubblicamente l’unità di intenti.
INCONTRO che la presidente Capria ha aperto dicendo che «i 50 milioni di risparmio a livello nazionale sono un calcolo induttivo che non tiene conto, ad esempio, di quanto costerà trasferire da un’ altra parte così tante strutture giudiziarie. E il calcolo sul risparmio diventa ancor più ipotetico, e secondo noi irreale, per la situazione pisana. A partire dal fatto che per portare a Pisa i quattro giudici, gli impiegati, le due aule di udienze, l’archivio e così via, presenti a Pontedera,bisognerà liberare un’ala del palazzo di giustizia, sfrattando, si sente dire, la polizia giudiziaria. Per la quale bisognerebbe trovare un’altra sede, magari in affitto». «Ma in tema di affitti – sottolinea l’avvocato pontederese Sergio Giuntoli -, è bene ricordare che alti sei organi giudiziari pisani, a cominciare dalla Procura, non hanno sede nel palazzo di giustizia e operano già in altre sedi, in affitto». Il sindaco Simone Millozzi, avvocato prestato all’amministrazione pubblica, sottolinea le spese e il forte impegno finora profusi dal Comune per Palazzo Pretorio. «Anche perché dice – i rimborsi che arrivano da Roma coprono al massimo l’8O% delle reali spese. Pensavano anche a costruire un nuovo palazzo di giustizia attraverso un’operazione immobiliare che avrebbe coinvolto un imprenditore privato, ma a questo punto, col progetto di chiusura, salta, o comunque viene sospesa, anche questa possibilità». Il giudice di pace, sempre secondo il governo, può invece restare a Pontedera, mentre andrebbero chiuse le sedi di Cascina, Volterra e San Miniato..
M.M.

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Le piazze per i cittadini

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata ” Il Tirreno Pontedera” del 26/7/2012

Tutto cominciò con il Toro di Cascella

Tutto cominciò circa 11 anni addietro, nel marzo 2001, quando il Comune decise di installare in Piazza Curtatone davanti al Palazzo Pretorio una scultura di Pietro Cascella: “il Toro: il Peso della città”, su basamento in cotto e travertino, con ai lati due panche in stile,un simbolo della gravosità del lavoro.
L’amministrazione decise che ogni anno si sarebbe installata un’opera d’arte in città, in uno spazio pubblico. Ciò fece da volano anche alla riqualificazione degli stessi spazi. Piazza Garibaldi nel 2005 è stata oggetto di una ampio intervento di ristrutturazione e riqualificazione urbana. Il progetto “Sedili di Pietra” ha coinvolto 17 tra i più importanti artisti internazionali di arte contemporanea: Joe Tilson, Cordelia von den Steinen, Girolamo Ciulla, Pietro Cascella, Nado Canuti, Giò Pomodoro, Jean Paul Philippe, Rinaldo Bigi, Marcello Aitiani, Mirella Forlivesi, Yasuda Kan, Viliano Tarabella, Daniel Couvreur, Venturino Venturi, Mauro Berrettini, Daniel Milhaud e Manuele Giannetti.
Nel 2002 in Piazza Cavour, è stata collocata su un basamento in porfido una bella scultura in bronzo di Giuliano Vangi raffigurante una giovane donna nell’atto di muoversi, “Ragazza in piedi” a simboleggiare in modo evidente il valore della libertà. Nella stessa Piazza sono state installate delle panchine ed altre installazioni artistiche provvisorie.
Anche Piazza Unità d’Italia, più nota come Piazza Stazione è stata oggetto di una ampia ristrutturazione e riqualificazione urbana che ha ridotto lo spazio per il transito e la sosta delle auto. A rendere unico l’aspetto della piazza ha provveduto l’opera “Origine Vespa” del Maestro Mino Trafeli, collocata su un basamento in posizione centrale. Essa rappresenta una interpretazione artistica dello scooter Piaggio.
Nel 2009 Piazza Martiri della Libertà è stata parzialmente chiusa al traffico e una parte della grande piazza è stata pedonalizzata e dotata di panchine e di arredi.
Nell’area del Museo Piaggio è stata creata la Piazzetta Corradino D’Ascanio.
Piazza Duomo è stata recuperata ed abbellita con opere d’arte, riducendo gli spazi a disposizione delle auto. La Piazza vede la presenza delle opere dell’artista Adami: nove sculture in bronzo e pietra circondate da una serie di panchine dell’autore senese Riccardo Grazi.
Piazza Andrea da Pontedera è stata completamente restaurata ed impreziosita con le Sedute in Pietra di Canuti e con le opere del Maestro Simon Benetton. Molto importante è il recupero all’uso pedonale del lato sud della piazza. E’ un piccolo ma importante segnale della linea che ha ispirato tutta l’azione del Comune: recuperare qualità della vita attraverso maggiori spazi per la socializzazione e per tutti i cittadini, adulti ma anche bambini e anziani.
Piazza Trieste è stata inaugurata definitivamente venerdì scorso, dopo essere stata liberata dal parcheggio delle auto. E’ adornata di opere d’arte e di un fontanello.
Altri interventi hanno riguardato la creazione e il recupero di piazze più piccole come: Piazza Vittime dei Lager Nazisti, Piazza Luperini, la Piazzetta del Villaggio Martelli, Piazza Donna Paola Piaggio.
Anche nelle frazioni si è provveduto a recuperare molte piazze. Tra tutte vanno ricordate Piazza Garibaldi a la Rotta o Piazza Monti a Treggiaia
Infine l’ultimo spazio della città recuperato è Largo Pier Paolo Pasolini da vero e proprio parcheggio a spazio verde e vivibile, in parte pedonalizzato, da oggi.

Quelle aree fatte per socializzare
Pontedera e le sue piazze. La Piazza è il luogo pubblico per antonomasia, quello dove i cittadini si incontrano e discutono, come nell’agorà dell’antica Grecia, è il luogo dell’identità di una comunità e anche quello dove nascono le rivoluzioni (si pensi a Piazza Tahir in Egitto o a Piazza Tienanmen, o a Place de la Bastille). I regimi odiano le piazze perché vi si possono scambiare concretamente opinioni e idee. Tornare a valorizzarle significa tornare a favorire il dialogo e la socializzazione dei cittadini.
E’ ciò che sta accadendo a Pontedera dove da un decennio sono sorte nuove Piazze e sono state rifatte, o addirittura, completamente ristrutturate praticamente gran parte delle piazze preesistenti. Un’operazione che ha visto anche la caratterizzazione artistica di questi spazi, come nella tradizione, secolare, della Toscana. E dell’Italia tutta visto che il nostro Paese è tra quelli che contano più piazze e fori storici perfettamente conservati ed integri, noti in tutti il mondo: da Piazza della Signoria a quella dei Miracoli, da Piazza San Marco a Piazza San Pietro, da Piazza del Campo a Piazza Plebiscito, e mille altre. A Pontedera non è stata una operazione breve e nemmeno di poco conto. Cominciò sostanzialmente con la collocazione nel 2001 della statua di Cascella, il Toro, in Piazza Curtatone e Montanara. Ci furono grandi polemiche e critiche ma anche un positivo dibattito in cui tanti davano conto del fatto che quello spazio aveva recuperato in vivibilità e non era più un anonimo angolo della città. Tutti sapevano dove si trovava la Piazzetta del Toro di Cascella. Ci furono poi altri interventi, in città e nelle frazioni.
Il filo conduttore di questo processo di valorizzazione è stato quello di un recupero delle funzioni di socializzazione e della bellezza degli spazi collettivi. Ovunque è stato possibile sono stati eliminati i posti auto. Sono state collocate opere d’arte o arredi artistici e lasciati spazi per il gioco dei bambini o spazi ampi e comodi dotati di panchine.
L’ultimo in ordine di tempo è il Largo Pier Paolo Pasolini, dove prima insisteva il vecchio Cinema Massimo, ora sede della Banca Popolare di Lajatico, che verrà inaugurata oggi. Grazie all’impegno dell’istituto di credito, e come per ogni intervento anche dei settori tecnici del Comune, il Largo è stato completamente ripensato e ha assunto un aspetto di un fresco angolo verde a disposizione di tutti i cittadini.
In questi anni l’esperimento pontederese ha richiamato l’attenzione anche dei media, come I Viaggi di Repubblica che gli dedicò un’importante servizio, e ha avuto riconoscimenti importanti sulla vivibilità (come lo Studio Sintesi di Mestre, pubblicato da Panorama, che ha messo Pontedera al primo posto per vivibilità, tra i comuni da 10 mila a centomila abitanti, nel centro-sud).
La scelta pontederese è stata poi esportata anche nei comuni limitrofi della Valdera.
Il costo complessivo delle opere e dei lavori a Pontedera è stato, in questi dieci anni, di circa tre milioni di euro: che rappresentano circa un decimo del bilancio complessivo dei lavori pubblici del Comune di Pontedera nell’ultimo decennio. I privati sono intervenuti con qualche centinaio di migliaia di euro.
Una sinergia importante che ha dato ottimi frutti.

Intervento del sindaco Simone Millozzi

Sindaco Simone Millozzi Pontedera continua a creare nuove piazze e a investire sulla vivibilità di quelle esistenti. Da dove nasce questa esigenza?
Innanzitutto negli ultimi anni Pontedera che, va detto, ha visto aumentare i propri residenti, non ha mai smesso di riqualificare gli spazi pubblici. Le Piazze sono diventate un po’ il simbolo di questo lavoro perché sono state riqualificate “contaminandole” con l’arte, grazie ad artisti di grande livello. Questo ha dato una forte identità e riconoscibilità agli spazi pubblici e una grande qualità. Abbiamo osservato in questi anni che dove installavamo opere d’arte la gente diventava più rispettosa di quegli spazi, nessuno buttava più le cartacce a terra. La bellezza, la cura, l’arte, rendono migliori i cittadini. Comunicano rispetto, senso di appartenenza, “autorevolezza” della cosa pubblica. Noi siamo un Paese, l’Italia, dove tutti in casa hanno quadri, soggiorni curati, ma poi eravamo abituati che in strada, dove cominciava lo spazio pubblico, la “res pubblica”, tutto era sciatto, trasandato, sporco. E’ un po’ la nostra vecchia mentalità dove c’era un forte senso del privato e uno scarso senso della cosa pubblica. Penso che a Pontedera in questi anni si sia fatto un’importante operazione culturale: la cosa pubblica, ciò che è di tutti, deve avere lo stesso peso, la stessa cura, di ciò che è privato. Se è possibile anche di più. Perché sempre di più passiamo il nostro tempo a contatto con gli altri, in spazi pubblici.
Come si concilia tutto ciò con le scarse risorse dei comuni?
Oggi, negli ultimi mesi, la nuova sfida è proprio quella delle risorse. Devo dire la verità: l’operazione di rifacimento delle Piazze e degli arredi urbani non è una voce di bilancio particolarmente onerosa ma comunque le difficoltà ci sono. Però a Pontedera i privati, dagli imprenditori alle banche, hanno capito il senso dell’operazione fatta in questi anni, e trovo ancora grande collaborazione. In piazza Andrea da Pontedera, in piazza Trieste, in Largo Pasolini, il contributo dei privati è stato determinante. Credo che questo rappresenti un doppio risultato per questa comunità e una strada da continuare a percorrere.
Come si evolverà questa operazione?
Credo che sulle piazze esistenti il grosso sia stato fatto. Sarebbe bello poter intervenire con una grande riorganizzazione di Piazza Martiri della Libertà. Vedremo. Di contro credo che occorra continuare a recuperare spazi per lo stare insieme. Non solo nuove piazze ma anche cortili, spazi verdi, centri di aggregazione. Penso solo a cosa rappresentano oggi per Pontedera il centro Poliedro o gli spazi del Centrum Sete Sois Sete Luas, oppure il Parco urbano de La Rotta. Questi spazi ridanno valore al senso di cittadinanza e di comunità. E’ nelle piazze che i bambini giocano. Ecco, l’immagine più bella del nostro successo è quando vedo giocare insieme tanti bambini nelle Piazze. Come dice Giovanni Bollea uno dei più grandi neuro-psichiatri infantili italiani, occorre recuperare il valore del cortile, degli spazi per i bambini nelle città. Per costruire un futuro migliore e migliori cittadini del domani, c’è bisogno di spazi oggi, liberi per tutti. Tornare ad una società dei rapporti umani superando la società del mero consumismo e della mercificazione di tutti i rapporti umani.

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Alcune considerazioni del Sindaco Simone Millozzi e del Magistrato Dr. Angelo Perrone sulla soppressione della sezione distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa

L’Amministrazione Comunale di Pontedera alla luce delle prime anticipazioni emerse in questi giorni sull’azione di spending review governativa in relazione alla soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali sul territorio nazionale, esprime la propria contrarietà e opposizione all’ipotesi che la razionalizzazione possa coinvolgere anche il Tribunale cittadino. Pur condividendo l’obiettivo di revisione della spesa pubblica e di riorganizzazione dei servizi il Comune ritiene che sia necessario procedere ad una valutazione attenta e precisa, caso per caso, dei costi – benefici di un’azione di soppressione di una sezione distaccata.
La soppressione tout-court di tutte le sezioni distaccate senza considerare quantità e qualità del lavoro assegnato e svolto, possibilità di garantire l’amministrazione della giustizia anche concentrando tutto sulla sede principale, condizioni particolari di necessità di presidi di un territorio o meno (si pensi ad es. a territori ad elevato tasso di delinquenza organizzata come alcune sezioni distaccate in territori di mafie o a sezioni distaccate su territori lontani dai capoluoghi o ancora a sezioni al servizio di territori uniformi e vitali come può essere il caso di Pontedera per l’intera area Valdera), è sicuramente un danno per l’esercizio della giustizia ed in taluni casi può portare addirittura ad un aggravio di costi. In particolare per quanto riguarda la sezione distaccata su Pontedera del Tribunale di Pisa evidenziamo che la sua eventuale soppressione appare, alla luce dei dati alla mano, inadatta a ottenere risultati di risparmio e passibile addirittura di apportare l’aggravarsi delle condizioni di efficacia ed efficienza dell’amministrazione della giustizia sul territorio provinciale pisano. La struttura del Tribunale di Pisa, sempre dati alla mano, non appare in grado di assorbire il lavoro assegnato alla sezione distaccata di Pontedera, né quanto ad ambienti fisici, né quanto a risorse, né quanto a possibilità organizzative. Lontano, pertanto, da qualsiasi rivendicazione puramente campanilistica e territorialistica, il Comune si oppone a questa misura e coinvolgerà i parlamentari della zona impegnandoli a contrastare le ipotesi di soppressione della sezione distaccata di Pontedera.

La giustizia decentrata, ancora una risorsa per il paese di Angelo Perrone Magistrato presso il Tribunale di Pisa Sezione distaccata di Pontedera

Pochi passi separano, ai due lati estremi del corridoio centrale, la stanza del giudice da quella dell’ultimo cancelliere. È il microcosmo del settore penale, nella sezione distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa. Non molto più ampio è lo spazio a disposizione del settore civile. In un palazzo d’altri tempi, al centro della piccola cittadina.
Stanze strapiene di fascicoli, ma il cumulo a volte si disperde miracolosamente in locali che diventano, da un giorno all’altro, più ampi solo per l’esodo del personale: chi va in pensione non viene più sostituito. Sono apparse, solo per brevi periodi, alcune stagiste (senza stipendio), venute “per imparare”. Il Comune ha messo a disposizione, con buona volontà, una sua dipendente part time.
Oggi, però, è ormai lontano l’eco delle lamentele che in passato animarono alcune assemblee indette dall’ordine forense, con la partecipazione di rappresentanti comunali e di magistrati, per denunciare lo stato di “abbandono” della sezione, priva di magistrati titolari e sottoposta alla rotazione dei giudici di Pisa. Allora, la giustizia, già affannata di suo, arrancava ancor di più in questa periferica cittadina.
Ora, i corridoi della sezione sono stracolmi di persone, tutti i giorni si celebrano udienze civili e penali sino a tarda ora, l’assegnazione in maniera stabile di diversi magistrati ha permesso di modificare la situazione del passato. Il numero dei fascicoli pendenti è di tutto rispetto anche nei confronti della sede centrale: nel penale, la sezione tratta un numero di fascicoli pari a due terzi di quelli pendenti a Pisa. I processi hanno tempi di trattazione piuttosto veloci. Sono all’ordine del giorno questioni delicate, in materia di sicurezza sul lavoro, di tutela dell’ambiente e del territorio, di garanzie per le persone. Gli adempimenti di cancelleria sono svolti con solerzia ed attenzione.
I giorni di lavoro trascorrono in modo intenso, ma non mancano episodi sorprendenti da ricordare, piccoli frammenti di vita lavorativa, che raccontano la diligenza degli operatori, la cura nello svolgimento delle mansioni, l’attenzione per le persone che frequentano il palazzo, la sensibilità umana verso gli utenti, la preparazione professionale in tutto ciò che viene fatto ogni giorno.
Pontedera? Potrebbe essere anche un’altra sezione distaccata del Paese. Potrebbe chiamarsi anche Pescia, o Empoli, o Viareggio, per non andare lontano. Sarebbe lo stesso.
Per quanti operano in una piccola realtà, “parcellizzazione della giustizia, spreco di risorse, inefficienza” sono concetti complicati e oscuri, forse troppo difficili da comprendere in un piccolo posto di provincia, in cui più che le parole contano i gesti. Così, tutte quelle persone sono rimaste sorprese quando un giorno hanno trovato il nome del loro ufficio inserito al rigo 3, della pagina 3 della Tabella A, art. 1, comma 1, di uno schema di decreto legislativo che prevede la soppressione della sede.
Piccolo è bello? Forse, di questi tempi, non nuoce rammentare che, anche nel piccolo, nella periferia del Paese, si trovano competenza, diligenza, senso di appartenenza. E poi si incontra qualcosa di speciale nelle persone e nel modo di lavorare. Lo avverti subito, percorrendo quel corridoio centrale del palazzo. Anche questo è un esempio di buona giustizia, e di buon vivere civile. E’ bello percepirlo e ti fa stare meglio, dando alla gente qualche speranza in più. Qualcosa che potrebbe ancora essere utile a questo paese.

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Considerazioni del Sindaco Millozzi sulle dichiarazioni del Presidente della Piaggio Roberto Colaninno

Ho letto stamani con grande preoccupazione le dichiarazioni di Roberto Colaninno, riportate dalla stampa, nelle quali il Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Piaggio esprime una situazione di sofferenza dei mercati e annuncia misure negative per il territorio.
La mia preoccupazione è quella di tutta la nostra comunità. La Piaggio continua ad essere centrale per la vocazione industriale di questa parte della Toscana e per lo sviluppo economico.
Ci auguriamo che questa preoccupazione e le future decisioni vengano condivise con le Istituzioni locali, i sindacati, le forze sociali proseguendo quella strada di concertazione, di condivisione delle prospettive e delle difficoltà che negli ultimi anni ha permesso di ridurre i morsi di questa crisi.
Il Paese è oggi in difficoltà ma non è pensabile che queste difficoltà si affrontino con la riduzione della sua forza industriale, con lo smantellamento del patrimonio di conoscenza e di competenza oppure scaricando la crisi solo sui lavoratori. Per questo è importante avere un territorio ricco di imprese, di risorse, di capacità. L’indotto di questa area ha vissuto negli ultimi anni una forte contrazione e una forte selezione. E’ un indotto che vuole stare sul mercato e la cui tenuta è essenziale per scenari futuri di ripresa produttiva e di crescita, a cui questo Paese e le imprese devono comunque mirare.
Nei prossimi giorni incontrerò i sindacati per continuare un confronto che non si è mai interrotto. Siamo vicini ai lavoratori e al mondo del lavoro. Tenuta industriale del territorio, tenuta occupazionale futuro della nostra comunità sono intrinsecamente connessi. Mi auguro che la stessa azienda e il suo Presidente vorranno condividere e valutare con il territorio le future scelte.
Ripeto quello che ho sempre detto. Questo Paese e l’Occidente usciranno dalla crisi se sceglieranno di farlo tutti insieme – tenendo insieme comunità, storia, industrie e società -: non si può pensare che dalla crisi si uscirà distruggendo tutto quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa negli ultimi decenni. La Piaggio è la principale fabbrica delle due ruote in Europa e una delle aziende leader nel mondo. Non si esce dalla crisi senza presidiare (o riducendo) i settori strategici rimasti in questo continente.

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Sulle novità e le migliorie del progetto per la realizzazione dell’autodromo a Pardossi

Riproduciamo l’articolo giornalistico pubblicato sulle testate giornalistiche ” Il Tirreno Pontedera” e “La Nazione “dei giorni 28/6/2012

giovedì28 giugno 2012 Testata:NAZIONE PONTEDERA VALDERA Pagina:13

L’autodromo riparte più leggero
di MARIO MANNUCCI

ALLEGGERITO dall’inceneritore a biomasse (prodotti agricoli come mais e simili, da bruciare per produrre energia) e della nuova strada di collegamento, entrambi cancellati dal progetto, l’autodromo dei Pardossi riprende il cammino verso il traguardo. «Che, dopo quasi 3 anni, non può più essere rimandato. Anche perché – dice il sindaco Simone Millozzi l’investitore privato non può aspettare decenni…»
COME è noto, l’autodromo ha già un nome, Giovanni Alberto Agnelli, ma è fermo ai pareri di fattibilità espressi da Regione (che ha avuto qualche titubanza, chiedendo altre analisi) e altri organi. Mentre l’amministrazione comunale di Pontedera ha da tempo approvato il progetto, con i voti di centrosinistra e centrodrestra, e vuole arrivare in fondo. «Perché – ribadisce il sindaco Millozzi -porterà economia, occupazione e visibilità turistica all’intera zona, oltre a rappresentare una valvola di sicurezza per i centauri che ora si riversano sulle nostre strade già trafficate».
L’INVESTIMENTO è di 30 milioni, la ricaduta sul territorio è fissata in 9 milioni e gli occupati previsti sono 90. Oltre alla pista per moto e auto, l’ampliamento della discoteca e ristorante già esistenti nella tenuta Isabella, un nuovo albergo e relative attrezzature, era previsto anche un impianto a biomasse, ovvero col carburante arrivato dai campi coltivati, per la produzione di energia. Ma è stato abolito perché non c’era la garanzia che i prodotti da bruciare fossero soltanto di filiera corta (entro i 70 km) per cui l’energia arriverà tutta da mini-impianti eolici e pannelli solari. Si era anche pensato a una nuova strada di accesso che attraversasse la zona di Latignano, ma aveva sollevato proteste e non se ne farà di nulla. «Fermo restante – dice Simone Millozzi – che le vere competizioni saranno soltanto 4 o 5 l’anno, mentre nei 170 giorni riservati alle prove libere, solo diurne, l’aggravio di traffico sulla viabilità esistente non sarà forte. E dunque sarà sopportabile»
Ma per rafforzare ulteriormente l’iter partecipativo, il sindaco annuncia anche l’apertura di una Vas (valutazione ambientale strategica) che consentirà una nuova fase di confronto, dopo le tante già effettuate. Aperto a tutti e rafforzata da una pagina web, un forum on line, a cui i cittadini potranno partecipare, sostenendo le proprie tesi. La pagina mostrerà anche le immagini dell’autodromo di Adria, presentato come gemello di quello previsto dei Pardossi, lasciando spazio per osservazioni, commenti e proposte.
«PERO’non si potrà procedere all’infinto nel dibattito – ripete il sindaco – e dopo questa nuova fase di confronto che consentirà anche di rivedere e ridiscutere il progetto sulla base delle modifiche apportate, verrà inevitabilmente il momento in cui gli organi tecnici dovranno dare il giudizio definitivo, ci auguriamo favorevole, mentre noi dovremo fare la scelta operativa. Come è dovere degli amministratori».

giovedì28 giugno 2012 Testata:TIRRENO PONTEDERA Pagina:I

Dentro l’autodromo non si farà più l’impianto a biomasse
Non era possibile approvvigionarsi solo in Valdera L’energia sarà prodotta da un mini eolico e col fotovoltaico
di Emilio Chiorazzo

Non sarà più realizzato l’impianto a biomasse che doveva nascere all’interno della pista-autodromo ai Pardossi. Gli investitori privati hanno comunicato al sindaco l’intenzione di cambiare progetto: l’autonomia energetica, dentro l’impianto, sarà affidata ai pannelli solari e fotovoltaici, oltre che a un impianto di mini-eolico, piccole pale che catturano il vento.
La centrale a biomasse, che appartiene al progetto originario, aveva avuto pareri contrastanti, da parte dei cittadini, fin dal primo momento. Soprattutto per il fatto che, per alimentarla, la materia prima sarebbe arrivata continuamente, con mezzi di trasporto, provenienti dall’Est Europa. «L’ho sempre sostenuto – spiega il sindaco di Pontedera Simone Millozzi che la priorità della nostra amministrazione era il circuito. E che, se l’impianto a biomasse non avesse rispettato le regole che ci eravamo dati con una convenzione, non sarebbe stato realizzato».
Prima fra tutti, proprio il problema dell’approvvigionamento: secondo quella convenzione, la materia prima che la centrale avrebbe dovuto trasformare in energia, poteva – e doveva – essere reperita in un raggio di settanta chilometri. Insomma, in un perimetro che garantiva la filiera corta. «La decisione presa dagli investitori – prosegue Millozzi – è frutto proprio di quella convenzione che abbiamo firmato e che, ancora una volta, puntava solo a sostenere il circuito con tutte le sue ricadute sul territorio».
Che non sono poche. Intanto l’occupazione: sono novanta i posti di lavoro che il circuito motoristico, produrrà, quando sarà realizzato e funzionerà a regime. Ma, come sottolinea il sindaco, la presenza di un impianto sportivo come questo in città, dà una spinta positiva alla visibilità della Valdera, richiama visitatori e appassionati dei motori e aumenta anche la cultura della sicurezza sulle strade. Il percorso fatto dall’amministrazione comunale insieme a chi ha presentato il progetto che nascerà all’interno della Tenuta Isabella, ha messo altri steccati che puntano proprio alla tutela del territorio. «Ad esempio l’utilizzo dell’impianto solo in orario diurno – spiega il sindaco – e poi il massimo di 4 o 5 gare internazionali l’anno, solo 170 giornate di prove libere e la nascita di un comitato che dovrà monitorare gli effetti acustici e di inquinamento dell’autodromo».
L’uso ridotto della pista per eventi di grande richiamo permette anche di ridimensionare le questioni di viabilità.
La strada di Latignano, prima richiesta dall’amministrazione cascinese e poi contrastata, non sarà più fatta. La viabilità, tutta pontederese dell’area di Gello sarà in grado di reggere l’impatto.
Quando sarà in funzione, la pista creerà novanta posti di lavoro saranno novanta i posti di lavoro che, con l’impianto in funzione, verranno realizzati dentro l’autodromo. L’investimento che vede coinvolti solo privati, tra cui i fratelli Giannetta della Tenuta Isabella, in località Pardossi, è di circa trenta milioni di euro.la ricaduta sul territorio, secondo le stime, dovrebbe essere intorno ai nove milioni di euro.
Oltre alla pista per i motori, alcune strutture sono già esistenti in quell’area e verranno inglobati: la discoteca Gens, il laghetto dove si pratica pesca sportiva e il ristorante.
Tra le nuove strutture che dovranno essere costruite dentro l’impianto, oltre ovviamente ai paddock intorno alla pista, ci saranno un albergo da cento camere e quattro negozi di vicinato che venderanno oggetti per le motociclette. «Tutto è in linea – spiga il sindaco- con le regole urbanistiche di quell’area, dove c’era il tiro a segno»

giovedì28 giugno 2012 Testata:TIRRENO PONTEDERA Pagina:I
Web e urban center, ecco dove i cittadini potranno informarsi

L’autodromo di Pardossi scalda i motori ed è pronto a scendere in pista. Già, perché se da un lato è decaduta la volontà di dotare gli impianti sportivi e ricettivi della tenuta Isabella, di proprietà del noto imprenditore Antonio Giannetta, di una centrale a biomasse, il fulcro del progetto il circuito motoristico intitolato a Giovannino Agnelli – rimane ancora in piedi. A fare chiarezza sulla posizione del Comune di Pontedera e sulle mosse in programma da parte dell’amministrazione sono stati il primo cittadino, Simone Millozzi, e il suo vice, Massimiliano Sonetti. un po’ di riassunto. Il mega progetto da 30 milioni di euro, promosso dalla Pluris di Al fredo Medici e presentato alla cittadinanza di Pardossi nell’aprile dello scorso anno, prevedeva una discoteca – l’attuale Gens – ammodernata, un albergo, alcuni negozi sportivi e il potenziamento delle attività agricole, oltre a una centrale a olio combustibile. Novanta i posti di lavoro promessi sul territorio. Fin da subito,sono scattate le proteste del comitato guidato dal geometra Giovanni Orsini, di Simone Mannina, esponente locale del Pdl, e del comitato di Latignano, di cui fa parte il governatore della Misericordia, Giuseppe Lorenzini. Proteste che sono riuscite a portare a palazzo Stefanelli centinaia di firme di dissenso.Le intenzioni dei sindaco. Adesso che la nuova viabilità e la centrale non ci sono più, Millozzi puntualizza che «l’interesse dell’amministrazione comunale è stato fin da subito catturato dall’aspetto sportivo». Ovvero dal circuito. E ora sul piatto c’è pure la Vas, valutazione ambientale strategica, voluta anche dalla Regione. «La variante al piano strutturale era per noi di poco conto, vi sto che nell’area era già prevista una zona di tiro al piattello. Ma abbiamo deciso di intraprendere la strada della valutazione ambientale, per tranquillizzare tutti. Dopodiché, si dovrà affrontare una nuova conferenza dei servizi». Il sindaco Millozzi promette anche un’ampia opera di partecipazione telematica e non solo. «Apriremo, sul sito del Comune, un portale ad hoc: ci saranno la storia del progetto, le informazioni più importanti in formato flash, un forum in cui ognuno potrà contribuire, il resoconto della visita ad Adria e il richiamo alla stessa Vas. L’amministrazione, in più, organizzerà, all’interno degli urban center, incontri con tecnici per istruire e informare meglio chiunque lo vorrà, due pomeriggi alla settimana. L’idea è quella di non mettere nessun muro fra noi e i cittadini, ma di agire in massima trasparenza. Anche perché ci siamo presi in carico molti dei problemi sollevati: dalla necessità di gare diurne all’organismo di garanzia che vigilerà sul rispetto dei limiti acustici».
Jacopo Paganelli

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