Considerazioni in merito alle dichiarazioni del Sindaco di Cascina sull’accoglienza dei profughi.

Ho appreso che il mio collega di Cascina Sussanna Ceccardi ha esposto sulla propria pagina social un suo pensiero durante una riunione in Prefettura dedicata all’accoglienza dei profughi.
Quel post ha ricevuto oltre mille apprezzamenti, circa trecento condivisioni ed un centinaio di commenti di sostegno. Sono andato a leggerlo e l’unica cosa che mi pare serio rilevare è che la “persona” non ha ancora colto il senso della “carica” (ci riuscirà senza dubbio con un po’ di tempo ed esperienza).
Sotto un primo profilo schiettamente di metodo rilevo come un Sindaco, di qualunque estrazione politica, debba rispettare in primo luogo il valore delle istituzioni dello Stato; deve altresì rispettarne le leggi al cui interno, e solo lì dentro, può declinare l’autonomia che gli è propria in quanto primo presidio istituzionale di quel territorio. Sono certo che il Prefetto di Pisa, autorità realmente competente sul tema, saprà gestire la situazione “amministrativa” di gestione dei flussi migratori attraverso una ripartizione tra tutti i comuni, in modo equo, organizzato, proporzionale e solidale. Frasi del tipo “Li prendano (i profughi) quei sindaci che sostengono o sono sostenuti da questo governo” evidenziano una mancanza di lucidità e di consapevolezza sul ruolo che la sua comunità le ha conferito. Se valesse il principio affermato dalla Ceccardi i suoi concittadini che non l’hanno votata avrebbero diritto, ad esempio, a non rispettare le delibere del Comune oppure le ordinanze che lei emetterà.
Sotto un profilo di merito mi sento di rivendicare come la campagna elettorale sia ormai conclusa a meno che il Sindaco di Cascina non decida di renderla permanente al modo di Salvini giocando con gli umori e le preoccupazioni legittime dei cittadini e si ostini a soffiare sul fuoco dell’odio, della paura, dell’intolleranza e della xenofobia. Quelle parole hanno lo stesso marchio di fabbrica della “ruspa” leghista: un effetto comunicativo dirompente, irresponsabile e incurante delle “macerie” culturali e sociali che lascia nelle comunità dove riesce a penetrare sfruttandone le fragilità.
Il tutto peraltro senza alcun effetto pratico se si pensa che un leader leghista chiamato a fare il Ministro degli interni anni fa non ha potuto far altro che cercare di distribuire nei vari territori d’Italia l’accoglienza dei profughi arrivati nel nostro paese.
Le città, senz’altro le nostre in Toscana, sono laboratori di reale integrazione gestita quotidianamente con straordinario impegno da migliaia di volontari del terzo settore, da un sistema associativo diffuso e variegato, dal mondo della cooperazione, dalle parrocchie e da tutti gli altri luoghi dell’ascolto e dell’accoglienza del disagio sociale.
Iniettare messaggi di questo tipo in città che con i fenomeni della migrazione sono chiamate a confrontarsi significa ammassare fieno nei magazzini dell’intolleranza con la consapevolezza, o peggio ancora la volontà, di usarlo per bruciare quella coesione sociale costruita faticosamente negli anni.
Urlare le parole dell’emergenza, dell’invasione, di numeri insostenibili mi riporta alla madre di tutte le considerazioni: non stiamo parlando di numeri ma di persone, di quei bambini che hanno avuto la fortuna di non annegare nel mare “nostrum”, di quelle donne e di quegli uomini che hanno venduto alla sorte ed alla disperazione l’unica cosa che possedevano, la propria vita, per fuggire dalla furia disastrosa della guerra e della persecuzione.
Ho sempre avversato la meschinità che si cela dietro atteggiamenti tendenti a sobillare paure e inseguire consensi facili sulla pelle delle tragedie toccate agli esseri umani.
So benissimo, lo sappiamo tutti, che durante una situazione di disagio sociale ed economico com’è quella che stiamo vivendo, del lavoro che manca, del futuro incerto per i propri figli, si accresca nella popolazione la diffidenza del diverso, il timore di ciò che sembra altro, l’idea per cui chi bussa alle nostre porte sia un fastidio ed un pericolo.
Ma questa è la realtà che chi governa deve gestire; questa è la complessità con cui chi amministra deve confrontarsi per cercare soluzioni.
Proprio qui sta l’enorme responsabilità di un Sindaco, di un Presidente di Regione, di un Capo di Governo.
Si tratta di un lavoro che non può esser banalizzato da uno slogan propagandistico piuttosto che da un muro che non può difendere nessuno ed offende, invece ed alla fine, proprio tutti.

Simone Millozzi

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Il messaggio delle elezioni

Sono tra quelli che hanno l’abitudine di non commentare in diretta i risultati elettorali poiché mi preme cercare di capire davvero che cosa i cittadini hanno voluto dire con il loro voto.
Con la mente fredda di qualche ora ritengo di poter affermare che in tutta Italia, così come in Toscana, si sia sedimentata in una parte importante dell’elettorato un atteggiamento che può esser riassunto nel “tutti tranne Renzi ed il PD”. È chiaro che trattandosi di elezioni amministrative, per una analisi seria e non strumentale, debbano sempre tenersi in considerazione le sfumature legate alle singole comunità, ai singoli candidati ed alle peculiarità di quella storia locale. Ma il filo rosso che mi pare accompagni il contesto politico generale possa esser questo.
La prima domanda che mi pongo è perché l’azione del Presidente del Consiglio e del Partito Democratico abbiano suscitato per un verso astensione e freddezza nel suo elettorato e per altro verso insofferenza e livore di un segmento di società così diverso ed eterogeneo ma coalizzato in modo naturale verso il candidato contro (sia esso del M5S, della Lega oppure di destra)?
La risposta che mi viene senza imbarazzo è che proprio il leader del maggior partito di centrosinistra, nella fretta di una rottamazione (troppo) frenetica, abbia sdoganato e fatto proprio il germe antistorico dell’antipolitica inseguendo e tamponando (in modo effimero) il cavallo di battaglia del movimento di Grillo ed il divano silenzioso dei delusi della politica.
Semplificando un po’ questo ragionamento credo che si possa giudicare come imperdonabile l’aver iniettato a dosi massicce nell’opinione pubblica il concetto per cui la distinzione tra destra e sinistra non aveva più motivo di esistere perché soppiantata dalla dicotomia del “nuovo” contro il “vecchio”. Per questa via il segretario del più importante partito della moderna sinistra europea ha creduto di appuntarsi la patente del cambiamento sacrificando sull’altare del consenso la distinzione ontologica, culturale, etica e politica che la storia dell’uomo ha sempre riproposto, seppur con definizioni diverse, fin dai tempi della nascita della democrazia: una politica di destra contrapposta ad una politica di sinistra che, con alterne fortune, si sono legate al ruolo indiscusso di un centro moderato. Abbandonare l’approccio di una visione politica con la P maiuscola della società, soppiantare l’idea cardine per cui i bisogni dei cittadini ed il governo di una città e del paese intero possano esser affrontati e governati con gli strumenti (rinnovati e rinnovabili) della sinistra oppure della destra, tessere legami ed alleanze più o meno efficaci con Berlusconi piuttosto che con Verdini, ritenere che il leaderismo debba e possa soppiantare l’idea di partito inteso come luogo collettivo ed organizzato dell’ascolto, della discussione e dell’elaborazione, ha generato risultati elettorali che oggi ci sorprendono oltremisura.
Se per mesi ed anni abbiamo noi medesimi cancellato il valore e la sostanza della diversità, che invero ritengo ancora profonda tra le soluzioni della sinistra e quelle della destra, è del tutto evidente che a Cascina non possa più aver alcuna presa durante il ballottaggio un messaggio per cui l’avversario era espressione di una forza xenofoba di destra; se per mesi ed anni siamo stati i primi a dire che il valore di una candidatura stava nella sua novità piuttosto che nel suo portato politico, non possiamo considerare i risultati di Torino con Appendino ed a Roma con Raggi una sorpresa quanto, invero, una logica ed una naturale conseguenza dei paradigmi assunti proprio dalla nostra azione politica.
Se per mesi ed anni il PD è diventato a livello locale e nazionale un comitato elettorale permanente in capo al notabile di turno, anziché un soggetto culturale e politico capace, con umiltà e molta meno arroganza, di elaborare una strategia chiara e di lungo respiro, di elaborare un pensiero autonomo in grado di parlare al paese, di tornare a dialogare con quelle parti della società duramente colpite dalla crisi – aree periferiche, aree popolari, classi lavoratrici- non possiamo oggi lamentare incredulità per il risultato elettorale. Questo è il compito di una sinistra moderna, di una sinistra che si fa interprete del disagio e della sofferenza e che ricostruisce con esse un legame solido di fiducia.
Con ciò credo non sia né utile né opportuno chiedere oggi, sull’onda della sconfitta, la “testa” di nessuno né a livello locale né a livello nazionale.
Penso altresì che sia però sbagliato congelare tutto in attesa dei risultati di un referendum costituzionale che già, ancora una volta, abbiamo legato alla sua copertina piuttosto che ai contenuti delle sue pagine.
Penso che sia invece necessario, prima ancora che giusto, che il Partito Democratico si metta a disposizione fin da subito non soltanto per una seria e dovuta riflessione post-voto, quanto piuttosto, per una oggettiva e necessaria autocritica che non si limiti all’autoreferenzialità di chi si guarda l’ombelico ma, al contrario, capace di ascoltare le disuguaglianze del paese che soffre per recuperare e riaffermare il suo profilo di forza progressista e riformatrice di sinistra, tracciando un orizzonte culturale e politico ben definito ed una visione di lungo respiro.”

Simone Millozzi
Sindaco di Pontedera  

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Sulla morte del leader del popolo Saharawi

In queste ore i principali mezzi di informazione di lingua araba di tutto il mondo stanno dando la notizia della morte del leader e presidente della Repubblica Araba Saharawi Democratica, e segretario generale del Fronte Polisario, Mohamed Abdelaziz. Come è noto la nostra città ha uno stretto rapporto di amicizia e di solidarietà verso il popolo saharawi e verso il suo leader. Molti degli esponenti politici di quel popolo hanno visitato la nostra città e tanti ragazzi e giovani sono stati ospiti di famiglie sul nostro territorio.

Per queste ragioni a nome della nostra città voglio esprimere la mia vicinanza al popolo Saharawi e il nostro cordoglio per la scomparsa dell’importante leader politico. Esiste in Toscana una rete di istituzioni e di associazioni, coordinate dalla Regione, e di cui fa parte il nostro comune, che da sempre sostengono il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi. La nostra Regione, e il Comune di Pontedera, dal 2001 riconoscono la Repubblica Araba Sahrawi Democratica, e sostengono la lotta nel nome della pace e della giustizia fra i popoli.

 Pontedera, 3 giugno 2016

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Il Tar ha accolto definitivamente il ricorso contro la chiusura dell’Ufficio Postale di Treggiaia

L'ufficio postale in piazza Monti a Treggiaia

L’ufficio postale in piazza Monti a Treggiaia

Il Tar della Toscana, il Tribunale amministrativo regionale di Firenze, ha definitaivamente accolto il ricorso del Comune di Pontedera e ha annullato la chiusura dell’ufficio postale di Treggiaia. Lo scorso 18 settembre lo stesso Tar aveva sospeso la chiusura dell’ufficio, accogliendo la richiesta di provvedimento cautelare avanzata dal Comune di Pontedera contro Poste italiane.

L’udienza definitiva ha avuto l’esito auspicato dal Comune di Pontedera.

In buona sostanza il Tar annulla il provvedimento di chiusura posto in essere da Poste italiane che saranno costrette a tenere aperto l’Ufficio di Treggiaia. Sulla vicenda era stato inizialmente aperto un tavolo di confronto dal Presidente della Toscana Enrico Rossi. Nei mesi scorsi era stato particolarmente importante il lavoro congiunto svolto insieme alla Consulta di Treggiaia che ha accompagnato il Comune in questa azione. La prova di forza messa in capo dall’azienda ha avuto vita breve ed è stata oltre che inutile pure dannosa, per il disservizio creato ai cittadini e per i costi fin qui sostenuti.

Il sindaco di Pontedera Simone Millozzi ha commentato: “Il Tar della Toscana, come avevamo detto e previsto, ha definitivamente accolto il ricorso del Comune di Pontedera contro la chiusura dell’Ufficio postale di Treggiaia. Si tratta di una battaglia portata avanti e vinta assieme ai cittadini ed alla consulta. L’abbiamo fatta per affermare, oltre alla salvaguardia di un servizio ed un presidio che non può non essere definito pubblico, un principio fondamentale: la dignità di una comunità che vive un territorio non può esser mortificata in ragione del solo criterio del profitto. Questo soprattutto, come nel caso di Poste, quando l’azionista di maggioranza di chi eroga il servizio ai cittadini è il soggetto pubblico per eccellenza: lo Stato italiano. Insieme ad Anci ed a tutti i comuni che con noi hanno condiviso questo percorso continueremo a batterci in forza di questa convinzione”.

Pontedera, 31 maggio 2016

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I ringraziamenti alla Polizia di Stato per l’arresto dei presunti rapinatori della filiale di un istituto di credito

A nome mio, dell’Amministrazione Comunale e di tutta la città di Pontedera, voglio ringraziare gli agenti del commissariato di Polizia di Pontedera e gli uomini della Squadra Mobile di Pisa e Torino che hanno identificato e arrestato i presunti autori della rapina nella filiale della Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, situata nella struttura Cineplex, in Via Tosco Romagnola, avvenuta lo scorso 4 novembre.

La rapina, per le caratteristiche e per la presenza di una donna incinta durante lo svolgimento, destò scalpore e allarme nella cittadinanza.

Ma ancora una volta gli uomini delle forze dell’ordine sono riusciti ad assicurare alla giustizia i colpevoli.

Proprio con azioni come quella di oggi si riesce a dare risposte concrete al bisogno di legalità delle nostre comunità.

Come ho detto in passato le forze di Polizia presenti sul territorio ed a Pontedera garantiscono un efficace presidio di sicurezza e svolgono mirate ed efficienti attività investigative capaci di risolvere anche casi complessi.

Il sindaco di Pontedera Simone Millozzi

 

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Sulla strada di patto

“Apprendo notizia dell’intenzione di Forza Italia di presentare un esposto alla Procura della Repubblica sulle condizioni della strada di patto. Per sgombrare il campo dagli equivoci vengo al punto essenziale: l’amministrazione comunale è parte lesa di tutta questa vicenda. Mentre le opposizioni possono alzare i toni e la voce per pura battaglia politica noi abbiamo l’onere di amministrare ed il conseguente dovere di compiere tutte le verifiche e le procedure necessarie prima, ad esempio, di adire la magistratura.
Allo stato degli atti le carte prodotte in possesso degli Uffici, e completamente messe a disposizione dei consiglieri, documentano la regolare esecuzione delle opere anche tramite collaudo finale. È proprio per questo che stiamo procedendo, con la ditta affidataria dei lavori di rifacimento degli asfalti, ad una ulteriore e puntuale analisi dello stato dei luoghi per verificare con ragionevole certezza se e come siano state rispettate tutte le indicazioni originarie del capitolato di appalto al tempo dell’esecuzione dei lavori, in particolare per quanto riguarda quantità e qualità del materiale utilizzato per la loro messa in opera.
Qualora dalle risultanze emergessero vizi occulti o altri profili di irregolarità chiederemo un accertamento tecnico preventivo che, ai sensi di legge, è lo strumento più veloce ed idoneo in questa fase a consentire al Comune di Pontedera di delineare ipotesi oggettive di responsabilità e poter chiedere dunque, solo e soltanto in quel momento, il risarcimento danni nonché l’intervento della magistratura.
Questo è lo scenario che abbiamo sempre avuto dinnanzi e che ogni volta abbiamo ripetuto anche alle opposizioni in risposta alle interrogazioni presentate.
Capisco che le ragioni della polemica politica spesso facciano perder di vista il merito ed il contenuto delle questioni. Su questo caso voglio però rassicurare gli amici di Forza Italia: il Comune ha come obiettivo prioritario quello di riconsegnare alla piena fruibilità della città la strada di patto; allo stesso modo vuole, anzi deve, porre in essere tutto quanto previsto dalle norme per denunciare eventuali responsabilità e richiedere i danni conseguenti. Lo sta facendo e lo farà. Nell’esclusivo interesse pubblico e nei modi che gli sono consentiti i quali, com’è noto, sono assai diversi da quelli roboanti e chiassosi di chi li usa per la propria battaglia politica. ”

Pontedera, 3 maggio 2016

Simone Millozzi
Sindaco di Pontedera

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Sulla visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi allo stabilimento Piaggio di Pontedera.

Esprimo apprezzamento e soddisfazione per le parole usate sia dal presidente Colaninno che dal presidente Renzi per il riconoscimento della centralità dello stabilimento Piaggio di Pontedera e del suo indotto all’interno delle strategie aziendali complessive del Gruppo Piaggio ed, in generale, sulle politiche nazionali relative alla meccanica. Proprio oggi, mentre la città celebra il 70^ anniversario della Vespa, è importante, non solo simbolicamente, rimarcare lo stretto legame tra Piaggio e la città di Pontedera dove essa è nata ed è cresciuta. Questo connubio fatto di storia e di storie, di lavoro e di lavoratori, di battaglie e di sacrifici, ha accompagnato lo sviluppo e la crescita di una intera comunità; l’impegno condiviso di tutte le parti in causa deve esser quello che questo stabilimento possa continuare ad accompagnarne il futuro”

Simone Millozzi
Sindaco di Pontedera

Pontedera, 23 aprile 2016

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Riforme, referendum e voto

Quella che stiamo vivendo è una settimana importante per il futuro del nostro Paese. Il parlamento ha definitivamente approvato una riforma costituzionale che prova a raccogliere  istanze e discussioni che hanno attraversato decenni di dibattiti su come aggiornare e migliorare il funzionamento dei meccanismi democratici su misura delle esigenze diverse  e nuove di una società profondamente diversa da quella uscita dalla guerra e dal ventennio fascista. 
Ritenevo che il superamento del bicameralismo perfetto, la revisione del riparto di competenze Stato-Regioni, il superamento della Province e la riduzione dei costi della politica fossero obiettivi da perseguire in primo luogo perché condivisi con la testa ed il cuore della stragrande maggioranza dei cittadini. 
Ritengo che le soluzioni approntate su questi temi dalla riforma approvata potessero senz’altro esser più coraggiose e migliori sotto alcuni aspetti ma, indubbiamente, un importante e deciso passo avanti nell’ottica di una moderna democrazia occidentale; un sistema istituzionale capace di contemperare l’assunto primario ed ineludibile della sovranità popolare con il bisogno di prendere decisioni tempestive e di governare le complessità nuove che attraversano le società del terzo millennio.
Per questo motivo ad Ottobre andrò a votare al referendum ed inviterò a farlo affinché il corpo elettorale possa pronunciarsi, spero favorevolmente, sulla nuova architettura costituzionale votata dai propri rappresentanti eletti così chiudendo un cerchio democratico virtuoso e necessario per temi di tale rilevanza.
Con la stessa importanza che riconosco al diritto e con il medesimo rispetto che attribuisco al parallelo dovere anche domenica prossima andrò a votare per il referendum sulle trivelle invitando tutti a farlo. Mi ostinerò a ripetere questo invito, in ogni occasione, perché penso che quel gesto sia ancor oggi l’unico vero antidoto contro il disagio, strisciante e crescente, di chi si sente impotente e crede di non appartenere più a niente, nemmeno alla propria coscienza, e prova il silenzioso dolore di non avere più lo slancio per elaborare una proposta o perseguire un sogno.
Nonostante la classe politica abbia dato spesso il peggio di sé ed abbia contribuito ad affievolire la passione per la Politica con la P maiuscola, non vi è dubbio che in ogni parola, nelle vicende della quotidianità e per tutto l’arco della nostra vita, ciascuno debba avere la possibilità di rivendicare il proprio pensiero libero di persona che vive assieme ad altre persone in un contesto governato da principi e regole;  se la maggioranza di una comunità rinuncia a costruire quelle regole e quei principi essi saranno stabiliti da pochi e varranno, ciononostante, per tutti. 
Se una cosa ci ha insegnato la storia è che l’indifferenza agli affari pubblici, anche quando fosse inerzia vestita dei panni della protesta, genera mostri, disuguaglianze e sopraffazione degli interessi particolari su quelli generali. 
Per tutte queste motivazioni domenica 17 Aprile sulle trivelle, così come il prossimo Ottobre sulla riforma costituzionale, il mio appello è lo stesso: andare a votare, ovviamente secondo la propria visione e coscienza, e compiere quel gesto di democrazia per conferire ancora libertà al nostro futuro.”

SIMONE MILLOZZI
Sindaco di Pontedera

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Pontedera festeggia un’altra centenaria

centenaria egidiaIl sindaco Simone Millozzi ha partecipato alla signora Egidia Burchi le sue personali felicitazioni e quelle dell’Amministrazione Comunale di Pontedera nel corso di una simpatica cerimonia presso l’abitazione della signora in compagnia dei familiari. La festa si è svolta oggi 12 Aprile nel giorno del suo compleanno.

Come tradizione il sindaco ha offerto alla centenaria un omaggio floreale e un volume sulla città di Pontedera per festeggiare il superamento dell’eccellente traguardo dei 100 anni.
In rappresentanza dei francescani era presente ai festeggiamenti Lucia Trevisan.

Pontedera, 12 Aprile 2016

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Il benvenuto al nuovo Direttore dei Presidi Ospedalieri di Pontedera e Volterra dott. Renato Colombai.

Benvenuto ed in bocca al lupo al dott. Renato Colombai che oggi prende servizio come direttore dei presidi ospedalieri di Pontedera e Volterra. In un momento di grande trasformazione del nostro sistema sociosanitario sono certo che la sua esperienza e professionalità, assieme a quella di tutto il personale del Lotti e del S.M.Maddalena, possano garantire ancora quei livelli di eccellenza e qualità di cui ci sentiamo orgogliosi. Un affettuoso saluto e ringraziamento lo rivolgo al dott. Luca Nardi per l’ottimo ed apprezzato lavoro svolto con i migliori auguri per il nuovo compito assegnatogli.

Simone Millozzi
Sindaco di Pontedera

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