Sui furti nelle scuole e sulla notizia dei faretti in Via Dante

Stamani è stata diffusa, anche attraverso i social network, la notizia del furto di “numerosi faretti” in Via Dante. Si tratta degli allestimenti realizzati da uno degli sponsor dell’operazione di valorizzazione della nuova strada. In realtà la quasi totalità dei faretti “scomparsi” (sei su otto) sono stati rimossi dalla ditta installatrice per problemi di funzionamento e sono in riparazione. La sparizione di due faretti era avvenuta, nei giorni scorsi, dopo l’inaugurazione e se ne era già parlato. Ovviamente il fenomeno non va sottovalutato: sono in corso indagini per risalire ai colpevoli ma è opportuno riportare il fatto correttamente.

Riguardo a questi episodi come a quello dei furti nelle scuole avevamo già espresso la condanna dell’amministrazione comunale. I blitz notturni nella scuole hanno l’unico fine di fare piccolo vandalismo e di recuperare qualche spicciolo. Si tratta di un comportamento gravissimo che va condannato nuovamente e che dovrà essere fermato.

Ieri in Comune si è svolto un incontro con i responsabili delle forze di polizia cittadine e la nostra polizia locale, per definire strategie e azioni operative. Questa amministrazione esprime il massimo sostegno e la fiducia al loro operato e presto avremo dei risultati.

E’ opportuno fare due considerazioni. La prima è che le forze dell’ordine lavorano meglio quando c’è la massima collaborazione da parte di tutti i cittadini. L’auspicio è che nessuno si giri dall’altra parte e ogni particolare circostanza venga segnalata. Il Comune, è quasi inutile ripeterlo, è al fianco ai cittadini onesti e dotati di senso civico.

La seconda considerazione è che, una volta assicurati alla giustizia, i colpevoli devono avere un segnale chiaro dallo Stato che non può essere quello dell’impunità. Occorre che ci sia una effettiva rieducazione e ravvedimento da parte di costoro.

Pontedera, 7 ottobre 2015

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Solidarietà al sindaco di Pisa Marco Filippeschi e alla giunta comunale

Apprendo da notizie di stampa che oggi pomeriggio durante il Consiglio Comunale una manifestazione di protesta si è trasformata in una vera e propria aggressione ai danni del sindaco di Pisa Marco Filippeschi, dell’assessore al commercio Andrea Ferrante e della giunta comunale. Esprimo innanzitutto la mia solidarietà al sindaco di Pisa e alla giunta comunale. Condanno questi atti che sono intollerabili in democrazia. I luoghi e i rappresentanti democraticamente eletti devono essere rispettati e devono poter esprimere liberamente il proprio mandato.

Episodi di questo genere, che stanno facendo capolino nel nostro territorio, non possono essere tollerati e permessi. La condanna deve essere unanime e occorre intervenire con fermezza.

Mi auguro di non dover più registrare questo tipo di episodi e rinnovo la mia vicinanza e quella della città di Pontedera agli amministratori pisani.
Pontedera, 6 ottobre 2015

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Il cordoglio di Pontedera per la scomparsa di Don Enzo Lucchesini

Esprimo il cordoglio mio personale, dell’amministrazione comunale e della città tutta, per la scomparsa di Don Enzo Lucchesini. Scompare un pontederese che ha amato profondamente la comunità e che ha sempre lavorato per il bene collettivo.

Don Enzo è stato proposto del Duomo dal 1985 al 2003. Nel suo lungo incarico a Pontedera tutti ricordano il formidabile impegno a favore del mondo del lavoro cittadino, per la salvaguardia della presenza industriale nella nostra città e per la crescita spirituale, umana, sociale ed anche economica della nostra comunità.

Don Enzo è stato un pastore che ha saputo camminare insieme agli altri uomini. La città lo ha sempre molto amato ed apprezzato. Don Enzo era nato nel 1935 e si era trasferito a Pontedera nel 1969 e da allora non ha mai smesso di vivere la nostra città.

Negli ultimi anni era stato Vicario Generale della Diocesi di Pisa.

A lui va il nostro commosso ringraziamento, il nostro affetto e la più sincera riconoscenza.

Pontedera, 2 ottobre 2015

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E’ sconcertante: poche ore dopo aver sfondato il portone è di nuovo a protestare davanti al comune

Stamani lo stesso cittadino che l’altra notte ha sfondato il portone del Comune ed è penetrato dentro l’atrio con la propria auto, è di nuovo a manifestare davanti all’ingresso del Municipio.

Questa Amministrazione ritiene sconcertante questa situazione.

Non è possibile che, di fronte ad un atto così grave e lesivo dei valori di una comunità, come quello di arrecare platealmente danno alla casa comunale, prevalga la più completa impunità e impotenza.

Non può essere questa la risposta delle istituzioni ai comportamenti violenti.

Bene ha fatto ieri il Consiglio Comunale a riaffermare che a Pontedera non ci sono spazi per questi comportamenti. L’intero arco dei rappresentanti democratici, eletti dai cittadini, ha ribadito la propria condanna verso chi non rispetta le regole e la legalità tenendo conto che questa comunità ha sempre coltivato coerentemente la solidarietà e il sostegno ai cittadini più deboli, che oggi scontano un sistema sociale che sta provocando crisi e disperazione. Non è colpendo le istituzioni locali o le persone a noi più vicine che si risolvono questi problemi. Anzi, colpendo chi ci è vicino si aggiunge ingiustizia ad ingiustizia.

Proprio per queste ragioni questa Amministrazione Comunale non presterà alcuna attenzione a chi si rende protagonista di questi comportamenti. Continueremo invece a seguire, come responsabilmente fatto finora, tutti i casi di seria e documentata difficoltà sostenendo i cittadini più deboli in questa delicata fase storica di crisi economica e sociale.

Pontedera, 30 settembre 2015

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Sul folle episodio contro il palazzo comunale di Pontedera

Prima che si sprechino commenti e prese di posizione che già vedo, con preoccupante abbondanza e grande superficialità, circolare sia sulla mia bacheca che sui vari social, mi preme riportare alla luce quelli che sono i fatti sui quali ciascuno possa liberamente fondare la propria opinione.

Il cittadino in questione, peraltro nemmeno residente nel nostro Comune, non ha mai fatto richiesta di sostegno e di supporto personale a questa amministrazione. In tal caso, seppur non residente, questo Comune si sarebbe attivato con l’eventuale amministrazione di competenza per aiutarlo.
La stessa persona è nota perchè nei mesi scorsi aveva attuato delle forme di protesta contro questa amministrazione durante la quale aveva perorato la causa di una cittadina pontederese (e di sua figlia minorenne) verosimilmente sua ex compagna, destinataria di uno sfratto.

Il Comune si è fatto carico di quella situazione fornendo inizialmente l’alloggio temporaneo, nella nostra “Casa del Volontariato” e provvedendo altresì anche al vitto quotidiano. Poi abbiamo trovato, per madre e figlia, un alloggio definitivo con l’impegno – mai mantenuto – di una compartecipazione, dello stesso soggetto, all’affitto. Il Comune ancora oggi sta sostenendo per intero i costi dell’abitazione.

Lo stesso soggetto aveva partecipato a manifestazioni plateali, strumentalizzate da alcune forze politiche, contro le politiche sociali dell’amministrazione comunale. In una circostanza aveva anche messo in atto danneggiamenti al patrimonio comunale mettendo in pericolo l’incolumità personale di cittadini e dipendenti. Stesse modalità si sono ripetute anche presso l’Ospedale Lotti di Pontedera.
L’episodio di ieri notte non può dunque trovare alcun alibi nella mancata attenzione da parte dell’amministrazione comunale ed è, invece, da ascriversi ad un gesto inaudito, inaccettabile e violento, compiuto deliberatamente e che avrebbe potuto in altri orari e condizioni, recare danno a se e ad altri, con esiti ancor peggiori.

Mi auguro, pertanto, che si tratti di un gesto isolato e che la condanna dell’opinione pubblica sia ferma e generalizzata anche al fine di evitare comportamenti di pericolosa emulazione.

Pontedera, 29 settembre 2015

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Sul furto alla Gandhi

DSC_9782-webStanotte ignoti sono entrati dentro la scuola Gandhi nel quartiere Oltrera. Ancora una volta registriamo un episodio di questo tipo che danneggia la comunità e soprattutto danneggia i giovani che utilizzano le strutture scolastiche.

Condanno nella maniera più ferma gli autori di questo gesto. Sono stati portati via degli strumenti informatici nuovi che la scuola aveva acquistato recentemente. Il danno subito ha lasciato tutti interdetti rovinando un clima positivo che si respirava in quell’istituto per il fatto che vi avevamo svolto importanti lavori di ristrutturazione e di miglioramento.

Occorre che si intervenga con severità su questi episodi e mi auguro che si individuino i responsabili e si faccia loro comprendere di quanto sia odioso e stupido colpire una scuola. La scuola è il simbolo di una società che vuole crescere e migliorare. Dobbiamo capire tutti che è importante e va difesa da parte di tutti.

Nei giorni scorsi avevo commentato un episodio analogo a La Rotta e avevo sottolineato come l’azione vandalica fosse ridicola: ridicola perché pensando di fare un danno al Comune, alla Scuola o agli insegnanti non si accorgono di farlo all’intera comunità che è composta anche da loro. Domani toccherà ai loro figli vivere quegli spazi. Ripeto anche stavolta che l’azione è meschina perché danneggiare ambienti ed arredi di una scuola significa agire in spregio a tutti gli alunni che tra poco ci trascorreranno buona parte del proprio tempo. Riusciremo tutti a vivere meglio quando il controllo dei comportamenti scorretti sarà sociale e diffuso ma, in primo luogo, quando ciò che è pubblico sarà considerato di ciascuno e non di nessuno.

Pontedera, 24 settembre 2015

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Contro la chiusura dell’Ufficio Postale a Treggiaia: “Gesto prepotente e arrogante”

Stamani l’ufficio postale di Treggiaia non ha aperto, nonostante il mio appello, che facendo riferimento ad una sentenza del Tar aveva chiesto di sospendere la chiusura. Cittadini e amministratori comunali di Pontedera hanno svolto un presidio di protesta a Treggiaia. Questa la mia dichiarazione:

poste-treggiaiaPoste ha scelto la strada della prepotenza e dell’arroganza, non tenendo conto della decisione della magistratura e nemmeno del doveroso dialogo con un’altra istituzione pubblica qual’è il Comune. La scelta di Poste è stata invece burocratica: ha voluto cioè lasciare chiusi quegli uffici non direttamente oggetto della sospensiva del Tar. Ma il nostro ufficio di Treggiaia non è stato menzionato nel ricorso del Tar solo perché la procedura è ancora in corso. La sentenza del Tar però dice una cosa chiarissima che vale per tutti gli uffici postali: se si vanno a toccare i servizi al cittadino occorre concordare i tempi e i modi con i territori interessati. Poste quindi ha fatto una scelta diversa dimostrando poca attenzione e dialogo con cittadini e istituzioni locali. Poste deve scegliere di sedersi ad un tavolo con i comuni (e con l’Anci) e contemperare le esigenze di razionalizzazione con quelle di qualità della vita dei cittadini. Come è stato fatto altrove era possibile sospendere la chiusura e continuare ad erogare un servizio che è importante per la cittadinanza e per gli anziani: chi risarcirà i danni patiti dai nostri cittadini stamani? Io credo che Poste sarà costretta a ripensare questa decisione anche perché da parte nostra continueremo in tutte le sedi la nostra lotta.

Pontedera, 9 settembre 2015

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Sull’articolo comparso sulla Nazione del 4 Settembre 2015 “Pontedera, la legalità ha perso il treno”

“Leggo con stupore ed anche con amarezza l’articolo comparso su La Nazione di Venerdì 4 Settembre avente ad oggetto il tema dell’integrazione e della sicurezza a Pontedera con particolare riferimento al quartiere dalla stazione. Lo stupore deriva dal fatto che l’immagine della città fornita dall’inviato mi pare in primo luogo frettolosa e piuttosto edulcorata. Non voglio certo dire che le criticità non vi siano e che la grave crisi socioeconomica non abbia fatto che acuirle; molte azioni sono state messe in campo e molte altre ne servono ancora ma mi permetto di affermare in primo luogo e con certezza che il quartiere della stazione non possa esser definito “un ghetto”. Soltanto per il significato che questa parola indica e cioè un quartiere in cui sono relegate minoranze etniche o sociali emarginate, un’area affetta dai isolamento fisico e simbolico, di emarginazione e di inferiorità sociale e culturale vissuta da una minoranza socialmente, etnicamente o razzialmente esclusa dalla comunità di riferimento più ampia. Ecco, il quartiere della stazione a Pontedera non è certamente questo. Molti progetti di integrazione sociale e culturale sono stati messi in campo: l’intera città è pienamente interconnessa con quel quartiere; l’amministrazione comunale ha fatto uno sforzo di riqualificazione urbana importante, nell’area sono presenti importanti presidi pubblici (ad es. la sede dell’unione Valdera) e privati sia del tessuto associativo (sedi sindacati e centri servizi, sede CNA, cooperative sociali), sia del tessuto commerciale (bar, ristoranti) nonché del tessuto professionale (studi e consulenti).

Al quartiere della stazione sono dedicati importanti risorse economiche e progettuali per governare il fenomeno indiscutibile della presenza di cittadini stranieri; non più tardi di un anno fa il comune di Pontedera ha vinto un bando emanato dalla Unione Europea per incoraggiare iniziative di dialogo interculturale con un progetto giudicato il migliore tra tutti quelli presentati in Italia; in questo comune si è sperimentata, tra i primi in Italia, l’istituzione del consiglio degli stranieri e percorsi di cittadinanza attiva consentendo agli stranieri di eleggere i propri rappresentanti nei forum tematici partecipati dall’intera città. Le attività di integrazione nel quartiere della stazione di Pontedera prevedono annualmente momenti di incontro e socializzazione anche attraverso incontri gastronomici per conoscere gusti e sapori delle cucine delle culture e delle etnie presenti e momenti di ricreazione diffusa (questa stasera, ad esempio e tempo permettendo, vi sarà una proiezione di un film ad ingresso gratuito nel giardino pubblico).
Con poche parole, ma pesanti come macigni, quell’articolo distrugge un lavoro che pazientemente, anno dopo anno, passo dopo passo, ha visto protagonisti cittadini, associazioni, istituzioni, comitati, consulte, nella costruzione di una città, ritenuta a livello regionale, laboratorio di integrazione.
In questo senso trovo impropria la premura giornalistica a fornire una notizia intrisa di stereotipi e nel concreto ben lontana dal raccontare davvero quello che succede quotidianamente nella città di Pontedera.
A nulla vale, in tali casi, interrogarsi e riflettere su cosa è stato fatto (e cosa manca ancora) per una integrazione migliore ed ulteriore: potrei parlare e descrivere per ore le riqualificazioni urbane avvenute, gli innumerevoli interventi nelle scuole, le numerose iniziative ed eventi, i progetti di prossimità attivati e così via; tutto questo sembra non lasciar “traccia” di fronte alla potenza evocativa di parole come “ghetto”, “crimine”, “zona fuori controllo”.
Per analogia è come usare la stessa “ruspa” di Salvini: ha un effetto comunicativo dirompente ma non ci si preoccupa delle “macerie” culturali e sociali che lascia nelle comunità  dove riesce a penetrare sfruttandone le fragilità. Le città sono laboratori di reale integrazione che quotidianamente si confrontano con questi fenomeni e dove ogni fatto avvenuto ma anche, e soprattutto, dove ogni parola detta e scritta è fieno per i magazzini dell’intolleranza e della paura pronto a bruciare quella coesione sociale costruita negli anni.
Parlare, infine, come fa l’articolo di “identità toscana scomparsa” mi pare davvero paradossale soprattutto in un momento in cui l’Italia e l’Europa stanno elaborando il tema dei flussi migratori, dell’accoglienza e dell’integrazione con tutte le difficoltà culturali e valoriali che conosciamo; l’identità toscana si trasforma, a Pontedera come a S.Maria Novella o Grosseto giorno dopo giorno secondo processi che sfuggono persino agli storici e che difficilmente possono esser circoscritti dall’attualità della cronaca.
A Pontedera i cittadini sono orgogliosi di esser “pontaderesi” ma hanno saputo e sanno, anche nelle difficoltà straordinaria che ci pone il presente, accogliere e convivere con le complesse trasformazioni del mondo globale di cui l’immigrazione fa inevitabilmente parte.
La zona della stazione, con tutte le criticità che conosciamo, non può nemmeno esser definita “fuori controllo” anche solo per lo straordinario lavoro e la grande attenzione che vi dedicano le forze di polizia con le limitate risorse umane e strumentali a disposizione; si tratta di parole che mortificano con eccessiva leggerezza un impegno concreto e quotidiano.
Voglio pensare, probabilmente, che la visita di un giorno in città non sia sufficiente a dar conto dell’enorme lavoro che questa comunità si è adoperata a fare per costruire quello che, ripeto, è un laboratorio di integrazione riconosciuto e riconoscibile da anni; sarebbe come provare a raccontare il piacere di guidare una Vespa senza salirci sopra, magari fermandosi a vederla nel nostro bellissimo e straordinario Museo Piaggio, proprio lì a due passi da quel quartiere.”

Simone Millozzi, Sindaco di Pontedera

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Il cordoglio del Comune di Pontedera per la scomparsa di Sergio Marrucci. Dichiarazione del Sindaco Simone Millozzi e dell’assessore Matteo Franconi

Diapositiva 1Oggi è deceduto Sergio Marrucci, già dipendente comunale e da sempre punto di riferimento per il canottaggio pontederese e nazionale.

Il Comune di Pontedera esprime il cordoglio dell’amministrazione comunale e della città tutta alla famiglia e alle persone care di Sergio Marrucci.

Marrucci è stato dipendente del Comune di Pontedera fino a poche settimane addietro, all’ufficio sport. Era appena andato in pensione. Ma tutta la città lo ha conosciuto soprattutto nella sua veste di dirigente sportivo e di grande animatore del canottaggio cittadino, ruolo nel quale era anche stimato a livello nazionale. I grandi risultati raggiunti dal canottaggio pontederese e del nostro territorio sono dovuti anche a lui e alle sue grandi capacità tecniche ed umane.

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Sergio Marrucci con Leonardo Pettinari

Lo ricordiamo anche per il suo impegno nella riscoperta dei nostri fiumi e nel sostegno che ha sempre messo in campo per il successo del battello fluviale. E’ anche grazie a lui se oggi la città ha ritrovato un buon rapporto con i suoi corsi d’acqua.

Ai suoi cari, alla sua famiglia, e a tutte le persone che gli sono state vicino, vada il nostro cordoglio, la nostra vicinanza, e quello di tutta la città di Pontedera.

Pontedera, 7 luglio 2015

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Sulle aperture notturne di Carrefour a San Giuliano. La mia posizione a sostegno della battaglia dei lavoratori.

Apprendo dalla stampa della discussione aperta a San Giuliano sull’apertura notturna degli ipermercati Carrefour. Sul tema della liberalizzazione selvaggia di orari e aperture ho fatto assieme ad altri Sindaci una battaglia politica (purtroppo persa in sede di giustizia amministrativa); ritenevo allora, come ritengo a maggior ragione adesso, che uno Stato non possa sacrificare sull’altare del consumismo h24 la dignità del lavoro e del tessuto commerciale; si tratta di un atteggiamento inutile e dannoso! Non si può far finta di non vedere oltre alle esigenze dei consumatori, anche di quelle delle famiglie, dei lavoratori, della vivibilità delle città, della identità e dei valori. Con la liberalizzazione selvaggia si mette, come l’esperienza di questi ultimi anni dimostra, ulteriormente a rischio una vasta rete di piccoli esercizi commerciali che sarebbero a rischio chiusura. Si penalizzano i centri commerciali naturali che fanno della qualità del commercio e della vivibilità del territorio i propri valori. Il Comune di Pontedera sin dall’inizio ha contrastato questo atteggiamento liberista del legislatore che ha rimosso ogni vincolo agli orari ed alle aperture domenicali dei negozi facendo carta straccia di tutto quel capitale di accordi realizzati sui territori fra amministrazioni comunali, associazioni del commercio, dei lavoratori e dei consumatori e che avevano costruito con oculatezza un giusto equilibrio fra le molte esigenze da salvaguardare; accordi che tenevano conto delle caratteristiche e vocazioni dei territori. Non è possibile non contemperare gli spazi e le opportunità della grande distribuzione con il ruolo sociale svolto dalla dai negozi di vicinato. Non è con il consumismo onnivoro che si risolvono i problemi di un Paese che anzi sta cercando di rispondere alla crisi eliminando, necessariamente, il superfluo. La liberalizzazione selvaggia non ha peraltro prodotto alcun beneficio sul piano occupazionale, né su quello dei prezzi al consumo, né alle attività commerciali come dimostrano tutte le indagini statistiche finora prodotte; anzi, gli unici effetti sono il peggioramento delle condizioni dei lavoratori addetti e l’aggravamento dei problemi al commercio di vicinato che è tipicamente a conduzione familiare e quindi impossibilitato a concorrere sul piano dei prolungati orari di apertura. Al tempo come adesso ritengo che altre e ben più gravi siano le cause della flessione dei consumi così come diverse debbano essere le strade da percorrere per un loro rilancio. La capacità di spesa manca perché manca il lavoro; la disoccupazione, soprattutto giovanile, è a livelli inaccettabili e ci sono meno soldi nelle tasche degli italiani. In questo senso occorrerebbe indirizzare gli sforzi di una politica responsabile. Più che dell’ampliamento degli orari e delle aperture dunque c’è bisogno di maggiore benessere per le persone e le famiglie e soprattutto di maggiore equità sociale e redistribuzione della ricchezza: questa è la vera liberalizzazione che serve. Per questo sento di dover affermare la mia piena vicinanza e solidarietà alla battaglia di civiltà e dignità che i lavoratori ed i sindacati della Carrefour stanno portando avanti a San Giuliano.”


Simone Millozzi
Sindaco di Pontedera

Pontedera, 01 Luglio 2015

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