Sulle dichiarazioni di Casati e sugli “ecomostri”
giovedì, maggio 3rd, 2012Sono sorpreso ed esterrefatto davanti alla superficialità e alla supponenza dimostrata dal sig. Casati che ieri sulla stampa ha parlato di “ecomostri” a Pontedera. Innanzitutto il sig. Casati associa l’immobile che si sta realizzando nei pressi della nuova Coop, alla periferia sud della città, ad un immobile dell’Elba che è stato al centro di gravi vicissitudini giudiziarie. L’immobile in via di realizzazione a Pontedera a cui fa riferimento Casati è stato invece realizzato nel pieno rispetto di tutte le normative urbanistiche e va ad insistere in una zona che ha l’appropriata destinazione d’uso. Già questo basterebbe a chiarire ogni illazione. Ma non solo. A Pontedera sono stati stabiliti degli standard volumetrici più stringenti di quelli imposti dalla legge. Come del resto è sotto gli occhi di tutti, gli standard a verde pubblico ed attrezzature pubbliche (circa 50 metri quadri per abitante, previsti a Pontedera) sono, in misura notevolmente superiore rispetto ai minimi di legge (circa 18 metri quadri ad abitante) e alle indicazioni della Regione Toscana (circa 30 metri quadri ad abitante). E’ stata una scelta voluta e importante di questa amministrazione. Non vediamo quindi in questo territorio l’abnorme consumo di suolo denunciato da Casati. Invitiamo lo stesso a cercare altrove tale consumo di suolo. Pontedera è una città di 28 mila abitanti ma ha un’utenza quotidiana pari al doppio: non è giusto riequilibrare questo rapporto? Non è giusto che la nostra città aspiri a crescere, in modo sostenibile, affinché si possa scegliere di risiedere a Pontedera e non solo di usufruirne dei servizi? Non è giusto che aumentino i residenti che sono anche coloro che si fanno carico delle esigenze della città? Tutti i dati e le analisi di questi anni ci dicono che questa è la politica giusta: i dati stessi del recente censimento, seppur provvisori, ci dicono che la città è cresciuta. Accanto a questa crescita, come certificato dal Centro Sintesi di Mestre con lo studio ripreso dal settimanale Panorama, è aumentata e migliorata di pari passo anche la qualità della vita, ambientale, sociale ed economica.
Tutto questo basta a convincere i detrattori? Forse a qualcuno non piace questa crescita?
Se non bastasse vorrei anche ricordare che in questa città abbiamo dimostrato una capacità di affrontare la deindustrializzazione che non ha pari: non esistono nella nostra città grandi immobili abbandonati nonostante la enorme presenza industriale.
Sono forse da farsi rientrare nel concetto di “ecomostri” i piani di recupero messi in campo dal Comune volti a non lasciare nel tessuto urbano aziende o stabilimenti dismessi? Cosa dire di tutto l’asse del Dente Piaggio dove all’inesorabile fase di riduzione della presenza industriale, che rischiava di rappresentare una ferita lacerante del tessuto urbanistico e economico, si è contrapposto un previdente intervento di recupero a funzioni pubbliche di quegli spazi? Oggi si tratta di aree dove è presente la ricerca, l’università, i servizi avanzati, la formazione cioè i mattoni di un futuro migliore e innovativo. Cosa dire degli spazi ex fabbrica del ghiaccio ed ex cordificio Billeri, spazi abbandonati nel quartiere Fuor del Ponte, che con ottimi piani di recupero hanno restituito qualità e vivibilità al quartiere?
Cosa dire degli spazi dismessi ex Crastan ed ex Finocchi ancora presenti nell’area urbana dove i piani di recupero esistenti permetteranno di migliorare quella zona della città?
E qui, caro Casati, questi piani di recupero pur di non consumare suolo si svilupperanno anche in altezza: si tratta di una scelta “mostruosa”? Se non si vuole consumare nuovo suolo, aspirazione che ritengo anche giusta e che ho confermato nelle mie indicazioni, e volendo rispondere alle esigenze di fruibilità del centro è sbagliato crescere anche in altezza? Sarebbe stato meglio costruire solo villette in aree ancora verdi? E i costi di questi nuovi immobili sarebbero stati alla portata di tutti i cittadini? Allora, come si può vedere le scelte non sono affatto semplici e automatiche ma si tratta di cercare un equilibrio, tra tutte le esigenze, che a Pontedera mi sembra sia stato trovato.
Già questi pochi esempi dimostrano nei fatti e non a parole, quanto questa Amministrazione e le precedenti abbiano avuto e hanno a cuore uno sviluppo armonico, ordinato e governato del territorio.
Alla luce di questo a chi giova questo attacco immotivato alle scelte urbanistiche della città? Perché questa ingenerosità verso il nostro territorio? Non mi sembra, se questo fosse il tema, che nello skyline di Pontedera, nelle cartoline della nostra città, si possano annoverare “ecomostri”. Nello skyline della città oggi ci sono le nuove torri eoliche che pure costarono grandi critiche all’Amministrazione Comunale ma che oggi sono comprese da tutti e da tutti indicate come simbolo della città