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Sull’inaugurazione della nuova biblioteca comunale

lunedì, marzo 24th, 2014

Riproduciamo l’articolo giornalistico della testa” Il Tirreno” del 19/3/2014

 

mercoledì
19 marzo 2014

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
I

La nuova biblioteca sarà inaugurata il 12 aprile da Boldrini


Confermatala presenza della presidente della Camera Domani comincia il trasloco dei primi 800 scatoloni di libri

di Emilio Chiorazzo
Ottocento scatoloni sono già pronti. Zeppi di libri. Almeno una trentina per scatola. Domani lasceranno Villa Crastan, in via della Stazione Vecchia e andranno nella sede nuova, al Dente Piaggio, dove – anche se alla vista la struttura sembra ancora solo un cantiere – la nuova Biblioteca comunale sta prendendo corpo.

Il taglio dei nastro. Mancano, ancora, gli arredi interni. Il sindaco di Pontedera, Simone Millozzi, anche ieri mattina è stato sul posto, per l’ennesimo sopralluogo: gli hanno promesso che arriveranno la prossima settimana. Così la data dell’inaugurazione è stata decisa: sarà il 12 aprile. A determinarla, oltre al crono programma dei lavori, anche la disponibilità di Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, che sarà presente. D’altra parte la nuova biblioteca di Pontedera sarà intitolata a Giovanni Gronchi, pontederese, ex presidente della Repubblica Italiana. E, per questo motivo, al taglio del nastro, gli inviti sono stati diramati a tutte le più alte cariche dello Stato, dal presidente Giorgio Napolitano al premier Matteo Renzi.

Una giornata piena di eventi. Il calendario delle manifestazioni deve ancora essere messo a punto. «Ma occuperà tutta la giornata del sabato – sottolinea il primo cittadino pontederese – dopo la presenza ufficiale della presidente della Camera Laura Boldrini, abbiamo preparato vari momenti con iniziative, ma soprattutto per tenere aperta la biblioteca fino a notte fonda e dare la possibilità a tutti i cittadini, di poterci entrare, di vedere com’è».

Nei giorni scorsi, proprio per avvicinarsi a questa data, dalla biblioteca comunale di via della Stazione Vecchia è stata lanciata un’iniziativa per coinvolgere alcuni scrittori. In molti, anche famosi, hanno risposto, hanno inviato degli scritti. Altri, hanno garantito la loro presenza. La lista, per mantenere un po’ di sorpresa, rimate top secret. Ma buona parte delle iniziative saranno rivolte soprattutto ai lettori più giovani.
Come sarà. Nel corso dei mesi, sono state tante le iniziative che l’amministrazione comunaleha messo in piedi, per far conoscere la nuova struttura. Tante tappe d’avvicinamento all’apertura della nuova biblioteca: una mostra di foto; un plastico, incontri e anche kermesse, con i libri che sono stati spostati dalla vecchia alla nuova sede

Una struttura… avveneristica. Gli scatoloni che sono già pronti per il trasloco contengono solo una piccola parte dei libri che dovranno trasferirsi. «Oltre cinquantamila, sono i volumi che possediamo e che dovremo portare al Dente Piaggio», dice con un pizzico di orgoglio il direttore della struttura, Roberto Cerri che, in questi mesi, ha seguito l’evoluzione dei lavori con la stessa cura con cui si svezza un neonato.

I cantieri aperti 18 mesi fa. Diciotto mesi: tanto c’è voluto per trasformare uno degli ultimi manufatti industriali lasciati vuoti da Piaggio, in una struttura della cultura che farà riferimento a tutta la Valdera: la biblioteca comunale che nasce a Pontedera sarà al servizio di tutto il territorio. Oltre cinque milioni e mezzo di lavoro, quattro dei quali arrivano dalla Regione, il raddoppio dei posti attuali, le ultime novità tecnologiche: e un bacino di utenza che dovrebbe passare negli auspici dei fautori della biblioteca, dalle attuali 45 mila presenze annue ad almeno settantamila. Un percorso partito da lontano. “ Quasi il 90% per ento dei locali dismessi da Piaggio sono stati riconvertiti – spiega il Sindaco Simone Millozzi – a funzione pubblica. Stiamo attuando un progetto nato nel 1999 dall’allora Sindaco Enrico Rossi, proseguito da paolo Marconcini. E’ la dimostrazione che c’è una forte capacità del settore pubblico”.

 

 

 


Sulla cittadinanza ai minori stranieri

mercoledì, maggio 15th, 2013

La strada intrapresa da questo Governo è quella giusta. Voglio esprimere infatti il mio sostegno e la mia solidarietà per gli attacchi da parte di Forza Nuova al Ministro per l’integrazione Cecile Kyenge per la sua volontà di procedere speditamente nell’approvazione di una legge che finalmente riconosca il diritto di cittadinanza agli stranieri nati in Italia. Conosciamo Forza Nuova anche noi a Pontedera, dove abbiamo subito gli attacchi xenofobi di questa organizzazione e siamo anche per questo vicini al ministro.

 E’ il momento di superare l’anacronistico “jus sanguinis” a favore dello “jus soli”. Chi nasce in Italia deve essere italiano. Il Comune di Pontedera ha fatto la scelta di sostenere con forza questa idea, già da tempo. Lo scorso 10 novembre organizzammo una cerimonia pubblica nella sede del nostro prestigioso Teatro Era nella quale, con lo slogan “Pontedera sono anch’io”, consegnammo una cittadinanza simbolica a ben 603 bambini di 31 nazionalità diverse, con i genitori albanesi o nigeriani, marocchini o rumeni, cinesi o tunisini, ma tutti nati a Pontedera. La partecipazione delle famiglie italiane e straniere fu grandissima. La cerimonia è stata bella e suggestiva fino a quando non fu rovinata dall’irruzione in sala di alcuni attivisti estremisti di Forza Nuova che tentarono di disturbare l’iniziativa.

 La vicenda ha avuto strascichi e Forza Nuova ha messo l’amministrazione comunale di Pontedera nel mirino per questa scelta.

 Per questa ragione mi sento di esprimere ancora di più e con pieno titolo la mia soddisfazione per le scelte del Governo. Sono sempre più convinto di essere nel giusto.

E’ giusto combattere questa palese discriminazione verso una intera generazione di figli di questo Paese. Come stabilisce l’articolo 3 della Costituzione italiana vi sia pari dignità sociale per tutti i cittadini. Molti di questi ragazzi non hanno mai conosciuto i Paesi di origine dei propri genitori, hanno sempre vissuto a Pontedera, che considerano la propria terra, la propria casa e la propria comunità. Frequentano le scuole con i nostri figli, giocano con loro, si divertono insieme e insieme studiano. Verso di loro siamo responsabili. Non vogliamo farli sentire diversi: vogliamo che non ci sia una discriminazione e a loro dobbiamo delle risposte. Occorre lavorare perchè insieme all’imposizione di doveri agli immigrati vengano concessi anche i diritti di cui noi italiani disponiamo.

 Ripeto che si tratta di una legge sulla quale si misura la civiltà di un Paese. Il futuro dell’Italia sarà migliore se sapremo affrontare la sfida della multiculturalità e della multietnicità, se le istituzioni non rimarranno indietro rispetto ad una realtà che è già davanti a noi e che i nostri figli conoscono e accettano. Non è solo un atto di giustizia sociale ma anche un atto di realismo, di curare gli interessi di un Paese come il nostro che sta invecchiano oltre la media e ha bisogno dell’apporto che può venire da energie nuove, anche in campo economico. Anche dal punto di vista della sostenibilità del nostro sistema del welfare. Legalità e integrazione sono i due grandi pilastri su cui poggiano le possibilità reali di una civile convivenza e per l’integrazione si deve cominciare proprio dai bambini.

Una corretta percezione dell’immigrazione da parte dell’opinione pubblica ha bisogno di una accurata comunicazione da parte dei media, se si vuole evitare di alimentare ansia sociale e odiosi episodi di intolleranza. I cittadini sono dalla nostra parte.

 Lo stesso Presidente Giorgio Napolitano ha sostenuto anche che “negare la cittadinanza ai bambini nati in Italia è un’autentica follia, una assurdità”. Anche io condivido queste parole e invito il Governo a proseguire con forza su questa strada.

In questi giorni peraltro in Valdera tutti i comuni, con la sola esclusione del Comune di Casciana Terme, conferiranno la cittadinanza onoraria ai minori stranieri nati in Italia.

 Non posso sottacere in questo quadro sull’atteggiamento delle liste civiche e sugli schieramenti politici vicini al centrodestra che non prendono posizione o, peggio ancora, si schierano apertamente contro questa iniziativa che favorisce l’integrazione e il buonsenso.

Si tratta di una iniziativa simbolica, lodevole, che va nella direzione auspicata da tutti noi, dai cittadini e dal Ministro Kyenge. E’ una iniziativa che vuole dimostrare la volontà di integrare questa importante fascia della popolazione, da parte delle Istituzioni di questo territorio. In questo senso riceviamo tutti i giorni conferma, dai cittadini, dalle scuole, dalle associazioni, della giustezza di questa nostra scelta.

 Valdera, Pontedera e l’Italia siamo tutti noi.

Sull’incidente alla discarica

mercoledì, ottobre 12th, 2011

In relazione all’incidente accaduto ieri alla discarica dell’Ecofor Service di Pontedera l’Amministrazione Comunale esprime la propria solidarietà ai due lavoratori coinvolti. Ci auguriamo che le cure immediate riescano a porli fuori pericolo.

Occorre poi capire cosa è accaduto perché di lavoro non si deve morire o ferirsi. Sollecitiamo e attendiamo le indagini che l’ufficio Medicina del Lavoro della Asl 5 e i carabinieri della compagnia di Pontedera che stanno ricostruendo quanto accaduto nell’impianto al momento dell’esplosione.

Bisogna intervenire nel Paese per ridurre il fenomeno delle morti bianche (mediamente tre al giorno, nel 2010) e degli incidenti sul lavoro. Tutto ciò, purtroppo, sembra non essere tra le priorità del Governo che anzi propone l’eliminazione della responsabilità in solido dell’appaltatore con il subappaltatore o la cancellazione dell’obbligo di comunicazione all’Inps prima dell’inizio del lavoro. Misure che vanno nella direzione opposta alla prevenzione. Occorre quindi, come sottolineato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “operare affinché i processi di trasformazione territoriale, di urbanizzazione e di sviluppo delle attività economiche siano realizzati con la dovuta attenzione alla sicurezza, alla incolumità pubblica ed al rispetto dell’ambiente e delle sue insostituibili risorse. A tal fine si impone un responsabile impegno da parte delle Istituzioni, nazionali e locali, della comunità scientifica e degli operatori economici per sviluppare la cultura della previsione e della prevenzione, cui va affiancata una costante e puntuale azione di vigilanza e di controllo”.

Pontedera 11 ottobre 2011

Il saluto per la commemorazione dei caduti di Nassirya, 12 novembre 2009

venerdì, novembre 13th, 2009

Porto il saluto della città di Pontedera, mio personale e quello della amministrazione comunale a tutti voi, riuniti in questo luogo per commemorare un triste evento della storia del nostro Paese: la ferita ancora aperta che fu la strage a Nassirya del 12 novembre 2003 nella quale, a seguito di un attentato kamikaze morirono 19 italiani, militari e civili, e 4 iracheni. E’ un obbligo per noi ricordare e celebrare una pagina amara della nostra recente storia. Oggi ricorrono sei anni da quel triste giorno.

Ringrazio la sezione di Pontedera dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri che si è incaricata di mantenere sempre viva la memoria di questo evento. Nel depositare questa corona voglio anche questa volta ricordare i nomi delle vittime di quell’attentato. Sono i carabinieri Massimiliano Bruno maresciallo aiutante e Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte, Giovanni Cavallaro sottotenente, Giuseppe Coletta brigadiere, Andrea Filippa appuntato, Enzo Fregosi sottotenente, Daniele Ghione maresciallo capo, Horatio Majorana appuntato, Ivan Ghitti brigadiere, Domenico Intravaia vice brigadiere, Filippo Merlino sottotenente, Alfio Ragazzi maresciallo aiutante Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte, Alfonso Trincone sottotenente. Ci sono poi i militari dell’esercito: il primo caporal maggiore Alessandro Carrisi, il caporal maggiore capo scelto Emanuele Ferraro, il capitano Massimo Ficuciello, il maresciallo capo Silvio Olla, il caporal maggiore Pietro Petrucci. E ci sono i due civili: il cooperatore internazionale Marco Beci, e il regista Stefano Rolla. Voglio ricordare anche, in questa occasione, che l’attentato fece 140 feriti. E voglio cogliere questa occasione per ricordare anche tutti gli altri caduti italiani in Iraq: giornalisti, civili, militari. Anche a loro va la nostra riconoscenza e il nostro cordoglio per la meritoria opera di solidarietà verso quelle martoriate popolazioni.

Anche quest’anno il contributo delle nostre forze impegnate nelle missioni internazionali di solidarietà e di pace è stato richiamato nel discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione delle celebrazioni del 4 novembre. Mi associo a quel ricordo. A Pontedera vogliamo mantenere alta la memoria perché riteniamo che occorra riflettere e lavorare per cambiare questo mondo. Senza memoria non c’è futuro e noi invece vogliamo costruire un futuro migliore del nostro passato. Ci auguriamo che questo mondo sappia incamminarsi verso una società più giusta e più unita, un mondo nel quale il dialogo prenda il posto delle armi e del terrore, che i popoli possano vivere con dignità e in pace. Lavoriamo per far sì che ciò avvenga.

Ringrazio tutti i presenti e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questa manifestazione per la sollecitazione che ci hanno rivolto a ricordare questa dolorosa pagina di storia.

Intervento per la celebrazione della Unità Nazionale e delle Forze Armate

lunedì, novembre 9th, 2009

Cari concittadini,

ci ritroviamo oggi per celebrare la fine della prima guerra mondiale (1915-1918) avvenuta 91 anni fa, ma anche per celebrare l’unità nazionale e gli uomini e le donne delle nostre Forze Armate, presidio e garanzia del Paese.

Per la prima volta partecipo a questa cerimonia nella veste di sindaco. In questa veste vorrei cogliere questa occasione per inviare a tutti un messaggio di pace e di fratellanza certo di interpretare i sentimenti di tutti i pontederesi.

Il mio primo pensiero va a coloro i quali hanno pagato con la vita il proprio impegno per la Patria, per la libertà, per l’edificazione di uno Stato democratico, per la pace tra i popoli.

Un ricordo e un ringraziamento a nome di tutta la mia città e mio personale va agli uomini ed alle donne in uniforme. Ad essi l’augurio più affettuoso e sincero di poter svolgere proficuamente e con serenità la loro importante opera.

Voglio anche fare mie le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in visita in Libano, nei giorni scorsi, in occasione delle celebrazioni per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, ha affermato che “oggi più che mai, sia utile guardare all’immane tragedia del primo conflitto mondiale (ed io aggiungo a tutte le guerre) come ad una grave ferita e frattura nel corso della storia moderna, perché essa vide miseramente spegnersi nelle trincee d’Europa oltre 15 milioni di vite, un’intera generazione, in un vano scontro di posizione, in un ostinato ed ottuso logoramento, in vista di una vittoria che premiò l’alleanza portatrice di ideali di libertà e di giustizia ma senza dar luogo a duraturi equilibri di pace…. E’ interessante ricordare, a tal riguardo, – continua il Presidente della Repubblica – che nel primo decennio del XX secolo i movimenti migratori erano superiori, anche in termini assoluti, a quelli attuali ed il volume dei commerci internazionali rispetto a quello delle produzioni interne era proporzionalmente più alto di quello odierno. Quella prima imponente ondata che può definirsi globalizzante fu segnata peraltro dalla corsa alle colonie intrapresa dai Paesi europei, in una accesa competizione di interessi nazionali contrastanti che certo non fu estranea allo scoppio del conflitto.

Alla Grande Guerra e al Trattato di Versailles, seguì la malaccorta gestione da parte delle democrazie del bene supremo della pace; la profonda crisi economica degli anni Trenta, i conseguenti protezionismi e antagonismi nazionali, l’emergere dei totalitarismi in Europa, culminarono alla fine di quel decennio nello scoppio del catastrofico secondo conflitto mondiale”. Come si può osservare molti di quei fenomeni storici, di quei passaggi, si ripetono… Napoletano continua poi ricordando che “Il mondo tuttavia ben presto si divise in due blocchi contrapposti; i fondamentali elementi di aggregazione nell’Occidente democratico furono la nascita dell’Alleanza Atlantica e l’avvio del processo di integrazione europeo. Una vigorosa e davvero pervasiva ondata di globalizzazione montò soltanto a partire dagli anni Novanta, sospinta dai grandi progressi tecnologici in diversi campi e dal crollo delle barriere – una volta caduti i regimi comunisti dell’Est – che avevano impedito un sostanziale avvicinamento tra Est e Ovest… Nella seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre, cittadini e soldati che avevano saputo affrontare con dignità e senso del dovere le prove e i sacrifici di una sciagurata impresa bellica, si ritrovarono di nuovo insieme, questa volta “uniti contro la guerra”, contro il prolungarsi di una guerra di conquista e di sopraffazione, per un’Italia libera, finalmente grande democrazia tra le democrazie, costruttrice primaria della pacifica cooperazione tra i popoli, tesa a crescere in rinnovata unità nazionale entro il grande, magistrale quadro di principi e di valori della Carta Costituzionale. Quelle esperienze e quei valori devono esserci di insegnamento e di guida oggi che stiamo vivendo una straordinaria transizione, storicamente decisiva verso una società globale sempre più interconnessa ed interdipendente. Ci si presentano in effetti opportunità e rischi senza precedenti. Dobbiamo acquisire piena consapevolezza del ruolo che l’Italia può oggi svolgere nel processo di crescita della comunità internazionale, superando miopie e particolarismi che ancora intralciano il cammino del paese. Dobbiamo guardare all’Europa quale realtà istituzionale, economica e finalmente politica da rendere sempre più concreta ed efficace, in quanto soggetto allo stesso tempo unitario e plurale, capace di contribuire da protagonista al governo della globalizzazione, facendosi portatrice di pace e di sviluppo, di cultura dei diritti e di progresso civile. Con l’Europa e grazie all’Europa dobbiamo versare nuova linfa nelle organizzazioni internazionali, riformandole, rendendole più rappresentative e incisive ai fini della costruzione di un mondo più pacifico e più giusto”.

Personalmente faccio mie queste parole. La storia ci insegna che la strada giusta è sempre quella della pace e della giustizia. Ringrazio tutti coloro che operano in questa direzione. Che si fanno operatori di pace e di giustizia. Che servono il paese, la pace e la libertà.

Viva l’Italia, viva le Forze Armate.

Pontedera, 7 e 8 novembre 2009

Sulla mancata celebrazione del 9 novembre

giovedì, ottobre 15th, 2009

Intendo rispondere pubblicamente alle accuse mosse da Giacomo Zito sulla mancata celebrazione del 9 novembre, data della caduta del Muro di Berlino.

Innanzitutto voglio fare una premessa: anche questa vicenda conferma che le parole pronunciate in Consiglio Comunale, subito dopo l’insediamento di questa amministrazione, rimarranno lettera morta. Il centrodestra si era infatti detto pronto a collaborare per affrontare i problemi concreti della città. Finora non si è vista alcuna collaborazione e soprattutto il centrodestra si sta occupando di tutto fuorché dei problemi reali della città.

In questi giorni sto visitando le aziende del territorio e devo dire che la situazione è alquanto complessa. Occorrerà una attenzione particolare delle istituzioni locali per attivare le migliori politiche per consolidare il tessuto economico e produttivo del territorio. I segnali positivi non mancano: in questi giorni parte l’Expò della Valdera dove centinaia di espositori hanno scelto di puntare sul futuro e lunedì apriamo una importante infrastruttura per il territorio qual è il Ponte alla Navetta. Di fronte a questi temi, di cui ho dato comunicazione nell’ultimo Consiglio Comunale il centrodestra ancora una volta ha aperto il tema strumentale della celebrazione della caduta del Muro di Berlino, chiedendo che venisse celebrata a Pontedera.

Si tratta di una ricorrenza, che, va detto, non viene celebrata nemmeno in Germania. Avremmo il paradosso che a Pontedera celebriamo la caduta del Muro di Berlino che nemmeno il Municipio della città tedesca celebra ufficialmente (in Germania si celebra la festa della riunificazione il 2 ottobre). La legge che istituisce questa ricorrenza, voluta solo dalla maggioranza di centrodestra (e questo è già strano e inopportuno per una celebrazione nazionale; inoltre è la prima volta nella storia del Parlamento italiano che si istituisce una solennità civile e, quindi, una «giornata particolare» che prescinde dalla nostra storia nazionale), raccomanda iniziative. Inoltre se noi dovessimo considerare per quanto attiene alla storia dell’Italia la data del 9 novembre, ci troveremmo purtroppo a far riferimento ad episodi e a vicende per nulla da ricordare e per nulla da segnare sul calendario come storia della democrazia. Ricordo, infatti, che il 5 novembre del 1926, quindi in periodo fascista, si riunì il Consiglio dei ministri dell’epoca che proclamò in quei giorni la fine della libertà, dell’associazione politica e della libertà di stampa. Sarebbe pertanto curioso per il nostro paese che il 9 novembre diventasse una data da legare al concetto di libertà.

Noi siamo disponibili ad un incontro pubblico, tematizzando il tema della Guerra Fredda. Ma non siamo disponibili a strumentalizzazioni politiche. Inoltre vorrei ricordare a Zito che l’Italia non ha mai avuto “dittature comuniste” di cui celebrare la “liberazione”, come scrive: l’unico Giorno della Liberazione, badi bene, è quello del 25 aprile, nel quale si celebra la fine della seconda guerra mondiale (voluta dal nazifascismo, che costò centinaia di migliaia di morti al Paese, e 60 milioni di morti nel mondo) e che celebra la Liberazione sì ma dal ventennio fascista, l’unica dittatura finora avuta in Italia. Noi continueremo a celebrare quello: invito Zito a farlo e a sollecitare il padrone del suo partito a farlo, vista le sue numerose assenze negli ultimi anni e i continui attacchi alla Costituzione, alla magistratura ed al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Pontedera, 15 ottobre 2009