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Intervento in occasione dell’inaugurazione del cantiere del nuovo impianto di compostaggio alla presenza del Ministro dell’ambiente On. Galletti.

martedì, maggio 2nd, 2017

Inaugurazione del cantiere del nuovo impianto di compostaggio alla presenza del Ministro dell’ambiente On. Galletti

“Saluto tutti i colleghi, gli amministratori, gli ospiti che questa mattina hanno deciso di essere con noi in un momento così importante per il nostro territorio.
Rivolgo un saluto particolare al Ministro Gianluca Galletti che oggi ci onora della sua presenza e qualifica l’impegno di tutti coloro che per questa idea e questo progetto hanno speso energie, competenze, professionalità.
Con la “posa della prima pietra” del nuovo impianto di compostaggio si chiude infatti un lungo e articolato percorso iniziato, a livello istruttorio, nel 2010; anche se, occorre sottolinearlo, la città aspettava da circa 15 anni questo momento. Si tratta, dunque, di un risultato atteso da tempo per cui questa amministrazione, lo dico con soddisfazione ed orgoglio, si è battuta ed impegnata fin dall’inizio del suo insediamento, nel lontano 2009.
Oggi è il momento dei ringraziamenti per quanti si sono spesi per raggiungere questo significativo traguardo, a partire innanzitutto dall’ex presidente di Geofor, nonchè mio predecessore, Paolo Marconcini.
A lui, nella veste di Sindaco della città e poi in quella di presidente dell’azienda, va riconosciuto l’impegno e la caparbietà, oltre ad indubbie doti professionali, nell’aver condotto in porto questa nostra traversata che rischiava tanta volte di naufragare in mare aperto.
Un ringraziamento all’ex amministratore delegato, dott. Fabrizio Catarsi, ai vari componenti del cda dell’azienda ed a tutto il personale della medesima che hanno confermato, ritenendolo una priorità, la realizzazione di questo nuovo impianto.
Grazie a tutti i comuni soci ed ai privati presenti sino a poco tempo fa nella compagine sociale dell’azienda che, con grande senso di responsabilità e prova di lungimiranza, hanno per ben 4 anni deciso di rinunciare alla divisione degli utili per destinarli a finanziare il nuovo impianto.
Grazie alla Regione Toscana e all’Ato costa, a Reti Ambiente per aver seguito da vicino questo percorso e per aver attivato linee di finanziamento dedicate alla costruzione di questa infrastruttura.
Grazie, infine, al nuovo presidente di Geofor, Daniele Fortini, per aver accolto il nostro invito a guidare l’azienda in un momento decisivo per il suo futuro e per aver, sin dai primi giorni del suo insediamento, operato per giungere in tempi brevi alla partenza di questi lavori.
Posiamo, dunque, la prima pietra in un momento decisivo per le sorti di questa azienda all’interno di un quadro più ampio di area vasta: proprio poche settimane fa, infatti, abbiamo confermato l’impegno di procedere lungo la strada progettata e costruita nel tempo. Una strada che ci porterà entro l’anno ad individuare un gestore unico, a maggioranza pubblica, per tutto l’ambito di cui facciamo parte, che ricomprende le province di Massa, Lucca, Livorno e Pisa.
Questa città, il nostro territorio intero, vuole avere un ruolo da protagonista nel nuovo assetto aziendale che si verrà a costituire nei prossimi mesi: lo chiediamo non in virtù di orgoglio e mera rivendicazione campanilistica ma con la consapevolezza di aver fatto sempre la nostra parte su un tema così sensibile e delicato quale quello della corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Caro Ministro, cari tutti, oggi ci troviamo all’interno di una azienda che assieme a molte altre presenti in questa zona fa parte del cosiddetto “Polo ambientale” della città, che occupa oltre 600 lavoratori. Un’area pianificata e costruita, nel tempo, con una precisa destinazione urbanistica, concentrata in un contesto specifico e ben definito; un’area che nel corso degli anni ha visto aumentare la presenza di aziende dedicate al trattamento del rifiuto a partire dal recupero, riciclo, riuso e che hanno investito risorse ingenti per dotarsi di impianti tecnologici e all’avanguardia.
Una città, un intero territorio, dunque che si è preso sulle proprie spalle una responsabilità senza demandarla, o peggio ancora, scaricarla ad altri. Era molto più facile seguire un’altra strada: quella riassunta dal detto “non nel mio giardino”. Ancora oggi, purtroppo in molte realtà, l’idea di scaricare altrove la responsabilità della gestione del ciclo integrato dei rifiuti pare addirittura esser riconosciuto come atteggiamento virtuoso. E’ davvero virtuoso scegliere di non scegliere? Può chiamarsi virtuoso l’atteggiamento di chi sacrifica sull’altare del consenso effimero e delega alle generazioni future la responsabilità di gestire per intero un ciclo complesso ed articolato come quello che riguarda i rifiuti? Ebbene io credo che virtuosi siano quei territori, quelle classi dirigenti che, sfidando la facilità con cui oggi va di moda proporre soluzione semplici a problematiche complesse, scelgono di coniugare l’attenzione all’ambiente, la tutela della salute, la filiera produttiva e le occasioni di occupazione dentro il solito circuito: senza scorciatoie, con determinazione e lungimiranza. Questo è quello che anche qui abbiamo fatto.
Lo abbiamo fatto cercando di connettere le potenzialità della ricerca e dell’innovazione con il mondo dell’impresa, quella buona, quella in grado di ottenere soluzioni nuove (cito, solamente a titolo esemplificativo, il Plasmix -che in  Europa va solitamente a recupero energetico e che invece a Pontedera viene riciclato e poi trasformato in granuli adatti allo stampaggio di nuovi oggetti di plastica-, l’idrogeno, le pale eoliche, le energie rinnovabili in generale, l’asset che abbiamo creato nel distretto delle competenze del dente Piaggio attraverso, Pontech, Pontlab, l’Università). La scelta del digestore anaerobico potrebbe ulteriormente ampliare queste opportunità attraverso la produzione di bio-metano, un bio-carburante che può essere impiegato in sostituzione dei carburanti fossili.
Le sirene dei teorici dell’illusione per cui i rifiuti scompaiono magicamente, ci prospettavano modelli da seguire e che poi al cospetto del tempo e della realtà sono miseramente falliti (vedi Vedelago, Gren Fluff) ignorando, al contrario, le eccellenze che si stavano consolidando a due passi dal nostro sguardo; parlo della stessa Geofor ma anche di Revet -perno dell’industria toscana del riciclo-, di Ecofor Service per i rifiuti speciali, di Belvedere per i rifiuti urbani, di Ecoacciai per i rottami metallici ed il fluff e così via…
Oggi possiamo, lo dico con orgoglio, vedere che stavamo e stiamo contribuendo a costruire una “economia circolare”, una “green economy”, un modo nuovo di interpretare gli aspetti socioeconomici su cui l’intero paese si sta interrogando per scoprirne tutte le relative potenzialità. Una vera e propria filiera economica capace di tenere insieme lavoro, ambiente e salute; innovazione tecnologica e occupazione di qualità.
Il nuovo impianto è dunque un ulteriore significativo tassello di questo percorso virtuoso che parte dalla raccolta differenziata spinta ed arriva al trattamento di qualcosa che non può essere azzerato; ma differenziare non vuol dire cancellare, non vuol dire riciclare. Il riciclo è una catena e non un anello. C’è riciclo se c’è “ri-prodotto”; questo vuol dire che se non ci preoccupiamo di cosa fare, di dove conferire il rifiuto differenziato, lo sforzo e il costo elevato per rendere possibile la raccolta differenziata diventa vano.
Non serve a niente raccogliere l’organico se poi non abbiamo un impianto di prossimità dove conferirlo.
L’impianto oggi in costruzione, tra l’altro, è previsto dallo stesso disegno di legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero” che ha tra gli obiettivi quello di ricondurre il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta, tramite l’eliminazione degli sprechi, massimizzando, nell’ordine, la riduzione dei rifiuti, il riuso dei prodotti e dei componenti di prodotti e il riciclaggio, minimizzando il recupero di materia diverso dal riuso e dal riciclaggio, lo smaltimento e il recupero di energia in modo da tendere a zero nell’anno 2020.
Ancora una volta, dunque, Pontedera, la Valdera e l’intera Provincia di Pisa si collocano nell’area vasta della costa come una realtà strategica per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti che investe sempre più, nella prevenzione e riduzione dei rifiuti nonchè in impianti dedicati al riciclo ed al riuso, ritenendo residuale il ricorso a smaltimento in discarica.
La realizzazione del nostro impianto, a regime, permetterà anche una riduzione dei costi oggi necessari per smaltire l’organico fuori città.
Infatti a seguito dell’incremento (virtuoso) delle percentuali di raccolta differenziata (la nostra provincia attualmente si attesta al 55%) con il progressivo ampliamento della raccolta porta a porta su tutto il territorio, stante la vetustà dell’impianto di compostaggio attuale, si è reso necessario, già oggi, il conferimento dell’organico ad altri impianti esistenti in Toscana con conseguente innalzamento dei costi a carico delle nostre comunità.
Con la realizzazione di questa nuova infrastruttura, avviandomi a concludere, avremo dunque la possibilità di trasformare “a chilometri zero” gli scarti organici raccolti con la differenziata “spinta”, rafforzando il posizionamento della nostra città nelle filiere industriali del recupero/riciclo anche nell’ottica di acquisire la progressiva autosufficienza impiantistica del territorio.
Con la realizzazione del nuovo impianto di trattamento dell’organico finalmente ridurremo sensibilmente le maleodoranze che tanto fastidio hanno dato in tutti questi anni alle comunità dei nostri territori.
Tutta la nostra provincia, pertanto, con la predisposizione di questo impianto mette in sicurezza il proprio presente e consegna al proprio futuro non solo uno strumento ma pure, un modo per affrontare le sfide che avrà davanti a sé.
Grazie davvero a tutti”

Simone Millozzi Sindaco di Pontedera

2 maggio 2017

Sull’inaugurazione della nuova biblioteca comunale Giovanni Gronchi

mercoledì, aprile 16th, 2014

Riproduciamo gli articoli delle testate giornalistiche della “Repubblica Firenze” del 11/4/2014, “Il Tirreno” del 13/4/2014, “La Nazione” del 13/4/2014

venerdì
11 aprile 2014

Testata:
REPUBBLICA FIRENZE

Pagina:
XIII

libri e cultura nei capannoni dove nasceva la Vespa


Una biblioteca al posto dell’ex Officina 1 ma è tutta l’area Piaggio a cambiare pelle
DAL NOSTRO INVIATO

LAURA MONTANARI
 Pontedera
È una città dove c’era un pezzo di fabbrica. Una biblioteca e grandi vetrate che danno su via Rinaldo Piaggio dove una volta lavoravano gli
operai dell’Officina 1. Pontedera aggiunge un altro tassello al puzzle della città 2.0, quella che guarda al domani e prova a rigenerarsi negli stessi spazi che sapevano dell’odore di olio, di motorie solventi. Quelli dei tempi di montaggio e della crisi che hanno lasciato grandi capannoni vuoti quando la Piaggio si è ritirata e via via da 12mila dipendenti è smagrita, fino ad arrivare agli attuali 3mila. I capannoni sono gli stessi, arcate e cemento armato, maglie di pilastri, un bianco che è diventato grigio, tetti che sono stati scoperchiati per far entrare la luce e trasformare l’area in parte in un parcheggio, in parte in una biblioteca che sarà inaugurata ufficialmente domani (dalle 10.30 in poi, alla presenza del presidente della Camera Laura Boldrini e della Toscana Enrico Rossi). «È un impegno da 6 milioni di euro in parte finanziati dalla Regione, ma soprattutto è un investimento nella cultura in tempi difficili e dicrisi» spiega il sindaco Simone Millozzi. Si chiamerà Biblioteca Giovanni Gronchi: l’ex presidente della Repubblica era nato proprio da queste parti e a lui è dedicata la mostra inaugurale (a cura di Roberto Boldrini e Roberto Cerri) nei locali del prestito dei libri. Così la fabbrica della Vespa e il progetto dell’altra città” che sembrava un’idea visionaria negli anni Novanta quando l’allora sindaco e oggi governatore Enrico Rossi e Giovannino Agnelli al vertice della Piaggio, cominciarono a immaginarla sui primi fogli, più di vent’anni dopo è una realtà in crescita. La Pontedera 2.0 è un polo culturale e di ricerca: c’è l’Istituto di biorobotica della scuola Sant’Anna di Pisa nei capannoni in cui si costruiva il Ciao, cinquanta metri in là il Museo Piaggio («in testa alla hit dei musei più visitati della provincia»dicono i dati del Comune). Al posto della palazzina della direzione, Pontech, l’incubatore con una ventina di imprese di nuova generazione (molte delle quali al femminile), oltre il muro è nato anche PontLab un laboratorio al servizio delle imprese per certificare la qualità dei prodotti. «Questo progetto prima di essere architettonico è urbanistico» ha spiegato l’architetto Adriano Marsili che ha seguito la nascita della nuova biblioteca: due piani, un grande soppalco, spazi liberi e accoglienti, archivi che possono ospitare fino a centomila volumi, attualmente hanno un catalogo di circa la metà. Naturalmente wi-fi, prestito di dvd e di e-book. Due verande, capriate in ferro ricostruite e mimetizzate come originali, vetrate e luce, un’area bambini, sedie rosse tavoli centrali, scaffali aperti doveil lettore andrà a curiosare e a scegliere. Una ventina di computer per il pubblico. L’unico neo è il pavimento, «doveva essere in parquet», invece è di ceramica di un colore chiaro che ricorda – ma molto vagamente il legno. Peccato
Da lunedì comunque vi a al prestito dei libri e la navetta gratuita che fa la spola dal centro ai capannoni cambierà itinerario e arriverà fino a qui. Un bel servizio. L’obiettivo è raddoppiare gli attuali frequentatori. «Fino a oggi Pontedera aveva una biblioteca da 450 metri quadrati, ora passa 4.500». Un salto che è un biglietto di presentazione per chi governa questa città. L’area che già ora è frequentata da scuole e ricercatori, è destinata a diventare un motore culturale e high tech di questo pezzo di Toscana. La riconversione generale degli spazi industriali passati pezzo dopo pezzo al Comune è costata, spiega il sindaco, una trentina di milioni di euro: «Altri dieci serviranno per riqualificare l’area da un punto di vista urbanistico: lo studio Natalini di Firenze si occuperàdel parcheggio a due piani, lo studio Archea sempre di Firenze della piazzetta centrale, gli architetti dello studio Tagliabue di Barcellona delle piste ciclabili e dell’arredo urbano». La biblioteca Gronchi nasce nei capannoni che erano stati bombardati nella Seconda guerra mondiale, cercherà di trattenere la memoria storica di quei luoghi, il celebre “Dente Piaggio” che si incuneava nella città operaia e la faceva vivere, crescere e lottare.
Lunedì
14 aprile 2014

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
II

In biblioteca contro il sonno della ragione


La Presidente della Camera all’inaugurazione della struttura intitolata allo statista Giovanni Gronchi. Previsti settantamila utenti all’anno

di Cristiano Marcacci
PONTEDERA
I torni riprendono idealmente a marciare, a far sentire i loro ritmi. Non “partoriranno” più, come da tanti anni del resto, le parti meccaniche delle Vespe, bensì forgeranno le idee, faranno affacciare la cultura e il sapere dalla finestra sul futuro, a colpi di nuove tecnologie. La fabbrica resta tale, ma diventa dei pensieri, delle riflessioni. Cambia veste. Trasformandosi in una avveniristica biblioteca, coi posti di lettura decuplicati, con l’ampliamento degli spazi dedicati all’accesso ad internet e alla consultazione di quotidiani e riviste, con il collegamento wi-fi gratuito, con un vasto settore riservato a bambini e ragazzi e con una previsione di utenti pari a circa settantamila unità all’anno.
C’è addirittura la Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini ad incorniciare al meglio una giornata storica per Pontedera, che segna un deciso passo in avanti nel recupero e nella riqualificazione degli ex capannoni industriali dismessi nell’area del Dente Piaggio. «Un progetto – ha ricordato il presidente della Regione Toscana ed ex sindaco di Pontedera Enrico Rossi che risale a 30 anni fa, quando si pensò per la prima volta a sviluppare meno la periferia e a puntare sul Dente Piaggio (“dente” perché entrava nell’abitato). Erano i tempi in cui la politica discuteva molto e i cittadini venivano coinvolti in tutte le fasi dei processi. La politica era autonoma dai grandi potentati, era una politica popolare e partecipata: tutti valori che devono essere riscoperti e rimessi al centro. Una lezione, questa di oggi di Pontedera, fortemente attuale, perché la Regione sta rivedendo la legge 1, per dire stop all’edificazione in zone agricole e recuperare gli spazi esistenti. E questa biblioteca è la dimostrazione che ciò è possibile».
È al settimo cielo il sindaco di Pontedera Simone Millozzi, che si scaglia subito contro chi contesta l’utilità dell’opera: «Qui dentro c’è posto per migliaia di libri e di sogni. Una pubblica amministrazione dimostra di funzionare quando va incontro, come in questo caso, alle speranze dei cittadini. Le nuove biblioteche non sono mai uno spreco, anzi. Sono un argine contro il sonno della ragione e contro la demagogia».
La struttura porterà il nome dell’ex presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e sulla figura dell’illustre statista pontederese si è soffermata in modo particolare la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha anche visitato la mostra “Da Pontedera al Quirinale. Giovanni Gronchi nell’Italia del Novecento”, visitabile fino al prossimo primo giugno. «Gronchi – ha detto la terza carica dello Stato – ha sempre lottato per la rinascita della democrazia parlamentare, volendola far diventare un luogo di confronto reale, in cui il dialogo può essere aspro ma vero e in cui l’istanza polemica non può mai annullare il reciproco rispetto di legittimità». Riferendosi alla nuova biblioteca di Pontedera, Boldrini ha sottolineato che in momenti come questi, in cui la tenuta del modello industriale è in discussione, investire in cultura è senz’altro una carta vincente, una scelta strategica. «Bene avete fatto qui a Pontedera ha evidenziato -, a non piegarvi alla logica della rassegnazione, operando una decisa riconversione e realizzando una cittadella della cultura e dell’innovazione tecnologica. Che altro di meglio si poteva fare? Proprio non saprei».

 

lunedì
14 aprile 2014

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
22

Il tempio dei libri nelle ex officine Piaggio «Grande giorno per la nostra Pontedera»


 Taglio del nastro solenne con la Presidente della Camera

UN MIGLIAIO e più di pontederesi e ospiti della città hanno visitato per tutto il pomeriggio di ieri la nuova biblioteca al dente Piaggio che dopo 48 anni ha preso il posto di quella – «cara», l’ha chiamata il sindaco – alla Villa Crastan. Un flusso ininterrotto di gente concluso con aperitivo augurale. E da domani si fa sul serio. La biblioteca di 4500 metri (dieci volte di più della precedente) entrerà in funzione preceduta e lanciata anche dall’appello fatto ieri da Simone Millozzi affinché «tutti i cittadini la frequentino come fosse la loro casa oltreché la casa dei libri, del fascino dei libri». E stata la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, reduce da infortunio sugli sci, a tagliare il nastro. Ma la presidente ha voluto che le forbici fossero rette anche da Maria Cecilia Gronchi, la figlia del presidente pontederese della Repubblica, cui la biblioteca è intitolata, mentre l’arcivescovo Paolo Benetto ha benedetto i locali «nel nome del Dio della scienza». Davanti a un uditorio nella cui prima fila erano seduti l’ex ministra Maria Chiara Carrozza, il prefetto Francesco Tagliente, l’onorevole Paolo Fontanelli e Maria Cecilia Gronchi, e fra il pubblico lo scrittore-attore Daniel Pennac, il sindaco ha esordito definendo «un gran giorno la nascita di una nuova biblioteca. Un gran giorno per Pontedera e l’intera Toscana perché significa che pure in tempi difficili la cultura progredisce, collegandosi, anche per il luogo dove la biblioteca è stata realizzata, alle tradizioni operaie della città». Il sindaco ha poi spiegato la dotazione – 90mïla libri- della biblioteca, arricchita anche dalle donazioni post mortem di Luigi Bruni, Dino Carlesi, Giuseppe de Martini, Francesco Paciscopi, Giuseppe Caciagli e Renzo Remorini (ma ha contribuito anche l’ex sindaco Enzo Paroli) ha ringraziato il progettista architetto Adriano Marsili e tutti i dirigenti e personale del comune che hanno contribuito all’opera e l’ex sindaco Paolo Marconcini (grande applauso). E per concludere, una citazione di Francesco Petrarca che si definiva `bramoso’ di libri. Enrico Rossi, il sindaco promotore dell’intera operazione dente Piaggio negli anni ’90, ha esordito elogiando la presidente Boldrini «per la fermezza con cui procede nella difesa delle istituzioni nonostante i volgari attacchi cui è sotto posta», per passare a un liberatorio «finalmente ci siamo tolti anche questo dente (abbiamo realizzato anche la biblioteca). E se ci abbiamo messo più del previsto è anche perché non tutti gli italiani pagano le tasse… ». Per chiudere anche lui citando Benedetto Croce e la sua inaugurazione di una biblioteca nel sud. La Boldrini ha ricordato il suo predecessore nella presidenza della Camera – Giovanni Gronchi ebbe questa carica prima di salire al Quirinale – e la difesa delle istituzioni democratica. «Che hanno bisogno di rinnovarsi ma senza intaccare i principi fondatori». Applausi anche per questo intervento, poi, sorrisi e foto con gruppi di studenti.

Mario Mannucci

 

Sull’inaugurazione della nuova biblioteca comunale

lunedì, marzo 24th, 2014

Riproduciamo l’articolo giornalistico della testa” Il Tirreno” del 19/3/2014

 

mercoledì
19 marzo 2014

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
I

La nuova biblioteca sarà inaugurata il 12 aprile da Boldrini


Confermatala presenza della presidente della Camera Domani comincia il trasloco dei primi 800 scatoloni di libri

di Emilio Chiorazzo
Ottocento scatoloni sono già pronti. Zeppi di libri. Almeno una trentina per scatola. Domani lasceranno Villa Crastan, in via della Stazione Vecchia e andranno nella sede nuova, al Dente Piaggio, dove – anche se alla vista la struttura sembra ancora solo un cantiere – la nuova Biblioteca comunale sta prendendo corpo.

Il taglio dei nastro. Mancano, ancora, gli arredi interni. Il sindaco di Pontedera, Simone Millozzi, anche ieri mattina è stato sul posto, per l’ennesimo sopralluogo: gli hanno promesso che arriveranno la prossima settimana. Così la data dell’inaugurazione è stata decisa: sarà il 12 aprile. A determinarla, oltre al crono programma dei lavori, anche la disponibilità di Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, che sarà presente. D’altra parte la nuova biblioteca di Pontedera sarà intitolata a Giovanni Gronchi, pontederese, ex presidente della Repubblica Italiana. E, per questo motivo, al taglio del nastro, gli inviti sono stati diramati a tutte le più alte cariche dello Stato, dal presidente Giorgio Napolitano al premier Matteo Renzi.

Una giornata piena di eventi. Il calendario delle manifestazioni deve ancora essere messo a punto. «Ma occuperà tutta la giornata del sabato – sottolinea il primo cittadino pontederese – dopo la presenza ufficiale della presidente della Camera Laura Boldrini, abbiamo preparato vari momenti con iniziative, ma soprattutto per tenere aperta la biblioteca fino a notte fonda e dare la possibilità a tutti i cittadini, di poterci entrare, di vedere com’è».

Nei giorni scorsi, proprio per avvicinarsi a questa data, dalla biblioteca comunale di via della Stazione Vecchia è stata lanciata un’iniziativa per coinvolgere alcuni scrittori. In molti, anche famosi, hanno risposto, hanno inviato degli scritti. Altri, hanno garantito la loro presenza. La lista, per mantenere un po’ di sorpresa, rimate top secret. Ma buona parte delle iniziative saranno rivolte soprattutto ai lettori più giovani.
Come sarà. Nel corso dei mesi, sono state tante le iniziative che l’amministrazione comunaleha messo in piedi, per far conoscere la nuova struttura. Tante tappe d’avvicinamento all’apertura della nuova biblioteca: una mostra di foto; un plastico, incontri e anche kermesse, con i libri che sono stati spostati dalla vecchia alla nuova sede

Una struttura… avveneristica. Gli scatoloni che sono già pronti per il trasloco contengono solo una piccola parte dei libri che dovranno trasferirsi. «Oltre cinquantamila, sono i volumi che possediamo e che dovremo portare al Dente Piaggio», dice con un pizzico di orgoglio il direttore della struttura, Roberto Cerri che, in questi mesi, ha seguito l’evoluzione dei lavori con la stessa cura con cui si svezza un neonato.

I cantieri aperti 18 mesi fa. Diciotto mesi: tanto c’è voluto per trasformare uno degli ultimi manufatti industriali lasciati vuoti da Piaggio, in una struttura della cultura che farà riferimento a tutta la Valdera: la biblioteca comunale che nasce a Pontedera sarà al servizio di tutto il territorio. Oltre cinque milioni e mezzo di lavoro, quattro dei quali arrivano dalla Regione, il raddoppio dei posti attuali, le ultime novità tecnologiche: e un bacino di utenza che dovrebbe passare negli auspici dei fautori della biblioteca, dalle attuali 45 mila presenze annue ad almeno settantamila. Un percorso partito da lontano. “ Quasi il 90% per ento dei locali dismessi da Piaggio sono stati riconvertiti – spiega il Sindaco Simone Millozzi – a funzione pubblica. Stiamo attuando un progetto nato nel 1999 dall’allora Sindaco Enrico Rossi, proseguito da paolo Marconcini. E’ la dimostrazione che c’è una forte capacità del settore pubblico”.

 

 

 


Con l’impianto del compost Pontedera dimostra il proprio senso di responsabilità e di fare la sua parte

venerdì, novembre 18th, 2011

Ieri il Presidente di Geofor Paolo Marconcini ha annunciato che sei aziende di rilievo nazionale ed europeo hanno partecipato alla selezione per la costruzione del nuovo impianto anaerobico di compostaggio a Gello. Il nuovo impianto sarà in grado di “trattare” circa 44.000 tonnellate annue di rifiuto umido e soprattutto azzererà le maleodoranze che da anni interessano il territorio della frazione e la città tutta. Se tutto andrà per il verso giusto l’impianto entrerà in funzione tra il 2013 e il 2014.

Esprimo quindi tutta la mia soddisfazione e l’apprezzamento per il percorso seguito e per il traguardo che stiamo tagliando, grazie anche all’impegno di Geofor e del suo presidente. Con questo impianto sarà possibile rispondere alle esigenze non solo della nostra provincia ma anche di un territorio più ampio, diventando un punto di riferimento dell’intero Ato Costa. Con questo impianto non si dovranno mandare i rifiuti organici fuori dalla provincia e quindi i costi diminuiranno. E inoltre sarà possibile aumentare la percentuale di raccolta differenziata, che oggi è composta al 30% proprio di frazione organica.

Questo è un modo serio e responsabile di agire e di affrontare il problema della gestione dei rifiuti. Pontedera sta facendo la sua parte, assumendosi le proprie responsabilità, in un contesto più grande. Differenziare non vuol dire azzerare, non vuol dire riciclare. Il riciclo è una catena e non un anello. C’è riciclo se c’è “ri-prodotto” questo vuol dire che se non ci preoccupiamo di cosa fare, di dove conferire il rifiuto differenziato, lo sforzo e il costo elevato per rendere possibile la raccolta differenziata diventa vano. Non serve a niente raccogliere l’organico con i cassonetti se poi non ho l’impianto di prossimità dove conferirlo. Dover fare chilometri per trasportare questa categoria di rifiuto crea comunque un danno ambientale maggiore di quello che si vuole evitare. Con questo impianto si va a completare la catena del recupero, del conferimento e del riciclo di tutti i rifiuti urbani della nostra città (anche grazie a impianti come Revet ed Ecoacciai)

Pontedera, 16 novembre 2011

Sui temi dei rifiuti e della discarica. La risposta ai consiglieri di opposizione.

giovedì, aprile 8th, 2010

Leggo oggi sulla Nazione l’intervento dei consiglieri del Pdl Zito e Barabotti che enfatizza la “polemica” che sarebbe avvenuta tra me e il presidente di Geofor Paolo Marconcini sul tema della discarica. Innanzitutto tranquillizzo i due consiglieri: Io e Marconcini ci conosciamo da più di dieci anni e i nostri rapporti sono ottimi. Questo non toglie che il confronto e le esigenze dei nostri rispettivi ruoli non possano finire sulla stampa come in democrazia dovrebbe accadere. Forse qualcuno ha nostalgia delle decisioni prese nelle “segrete stanze”? Non c’è nulla da nascondere. Ma, al di la delle legittime esigenze della stampa che ha fatto bene il suo dovere, non c’è nemmeno polemica. La stampa registra fatti e notizie e non solo polemiche. Esiste invece una condivisione di intenti con il Presidente di Geofor. Nell’articolo ho precisato che Pontedera non sia sede di un’altra discarica. Ciò che dicono i due consiglieri comunali rischia di provocare disinformazione: non c’è nessuna concessione approvata dalla precedente amministrazione per allargare l’impianto Geofor nei terreni circostanti. Se i due consiglieri conoscessero il Piano Regolatore approvato in consiglio e discusso in decine di iniziative pubbliche, avrebbero evitato certe dichiarazioni. I terreni in oggetto oggi sono destinati ad attività agricola e quindi necessiterebbero di apposita variante per una simile “concessione”. Nessuna concessione poteva esserci stata visto che i terreni sono ancora oggi a destinazione agricola. Non mi sorprende poi che i consiglieri del Pdl si stiano ancora domandando se sia necessario un nuovo impianto di compostaggio: questo dimostra l’effettiva lontananza del Pdl dai problemi reali della comunità e dei cittadini. Lontananza dimostrata anche dai risultati elettorali che in queste zone continuano a punirli. Che un impianto di compostaggio moderno, nuovo, anaerobico, capace di produrre energia sia necessario per sostituire il vecchio impianto che produce maleodoranze per tutto l’abitato e il nostro territorio è ormai cosa nota a tutti i cittadini, tranne forse, a quanto pare, ai consiglieri del Pdl. Ben venga quindi l’interrogazione in Consiglio Comunale se questo serve a far prendere cognizione piena ed effettiva ai consiglieri del Pdl della situazione lamentata. Non si preoccupino di invitare il presidente di Geofor alla seduta consigliare. L’invito ai presidenti delle società partecipate e pubbliche a relazionare sulle società di competenza avviene automaticamente e da tempo. Dovrebbero saperlo. Nella prossima seduta del consiglio, ad esempio, è prevista la partecipazione dei vertici del Consorzio di Bonifica Fiumi e Fossi. Pontedera, 7 aprile 2010

Bocciata l’ipotesi di allargare le aree utilizzate a Gello per il nuovo impianto di compostaggio. Il sindaco: no a nuove discariche.

martedì, aprile 6th, 2010

Millozzi chiude le porte a Geofor: «La città ha fatto la sua parte»

Riproduciamo l’articolo di Manolo Morandini pubblicato domenica 4.4.2010 sul quotidiano Il Tirreno
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PONTEDERA. «Pontedera è contraria al consumo di territorio per realizzare nuovi impianti di trattamento dei rifiuti e a un’altra discarica rispetto a quelle esistenti». C’è una lettera che scotta sul tavolo del presidente Geofor, Paolo Marconcini, e dell’Ato Toscana Costa, Marco Filippeschi. In calce porta la firma del sindaco di Pontedera Simone Millozzi, che ha sentito l’impulso di prendere carta e penna per ribadire che «la città ha già fatto la sua parte».
Una presa di posizione destinata a segnare un limite alle mire di Geofor. L’azienda di Gello, che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti, sta definendo il piano industriale e tra le opzioni in campo legate all’impianto di compostaggio c’è quella di realizzare non solo questo ma tutte le strutture ex novo. Una possibilità accarezzata, in un primo tempo, dal presidente Marconcini e che incontra più i favori dei soci privati che di quelli pubblici della compagine Geofor, a fronte di un investimento di 45 milioni di euro. Troppi soldi e ambizioni che mal si conciliano con la realtà di una città che al trattamento dei rifiuti ha sacrificato spicchi importanti di territorio. Il piano, infatti, avrebbe messo in conto la creazione di una nuova discarica per rifiuti industriali, sulle ceneri delle aree attualmente occupate dai capannoni Geofor. Un business redditizio, che avrebbe messo l’azienda in competizione con Ecofor.
Due discariche per rifiuti industriali nella stessa città sono troppe. E l’ostacolo sembra insormontabile. Due le date destinate a chiudere gli spazi alle incertezze: il Cda Geofor del 12 aprile e l’assemblea dei soci del 7 maggio. «I terreni su cui dovrebbe insistere il progetto sono agricoli e per il Comune manterranno questa vocazione», dice Millozzi. Che aggiunge: «Il nuovo impianto di compostaggio dei rifiuti organici sarà ancora a Gello. Rimpiazzerà quello in uso, vecchio, maleodorante e inefficiente sul piano economico. Alla città sta a cuore evitare situazioni da “emergenza rifiuti” e fino ad oggi il sistema ha svolto la sua funzione. Il territorio è sede di impianti importanti e non ci sottraiamo certo alle responsabilità di farci carico del tema smaltimento ma in un quadro generale».
Non solo dei “no” da Pontedera ma anche l’impegno per nuovi investimenti. «Sul fronte della raccolta differenziata realizzeremo la stazione ecologica in località La Bianca e avvieremo il porta a porta nell’area industriale Pip 3 – sostiene Millozzi – È allo studio anche l’ipotesi di interramento dei cassonetti in città, nell’ottica di migliorare la qualità della vita nelle zone dove non è previsto il porta a porta».

I PROGETTI
Legati ai rifiuti milioni di euro di investimenti
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Valgono alcune decine di milioni di euro gli investimenti che nei prossimi anni interesseranno le aziende che a Gello, a diverso livello, gestiscono il ciclo dei rifiuti.
Geofor dal canto suo ha in ballo due opzioni. Una da 30 milioni, di cui 15 milioni destinati alla ristrutturazione del termovalorizzatore di Ospedaletto e i restanti per un impianto di compostaggio capace di trattare 40mila tonnellate di rifiuti organici, il doppio dell’attuale, da cui ricavare compost di qualità e biogas per produrre energia elettrica. L’altra soluzione, quella osteggiata dal sindaco Millozzi, prevede una spesa di 45 milioni di euro.
Ecofor Service ha in programma di installare un moderno dissociatore molecolare dei rifiuti, con tecnologia Bos, capace in un anno di rigenerare 60mila tonnellate di materiali altrimenti destinati a discarica. Un investimento da 45 milioni di euro che si accompagna alla coltivazione dei nuovi lotti di discarica già autorizzati e all’obiettivo di ridurre i materiali conferiti tal quali.
Sul piatto ci sono anche gli 11 milioni di euro che Revet ha in programma per dare nuova vita ai rifiuti della raccolta differenziata. Arredi per esterno, particolari per l’automotive, pavimenti e pallets tra i possibili riutilizzi in fase avanzata di studio.