Il sindaco: “Più risorse e meno attacchi strumentali alla scuola pubblica”

In queste ore a Pontedera osserviamo un apparente paradosso. Mentre il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi attacca il ruolo della scuola pubblica che a suo dire inculcherebbe valori sbagliati ai giovani, la stampa locale riporta la notizia che nelle scuole superiori della città ai genitori vengono chiesti dei contributi “volontari” per la gestione quotidiana. Ebbene il paradosso è apparente perché in realtà il fenomeno generale è quello di un attacco violento e univoco verso il sistema scolastico universale attualmente presente nel Paese. La scuola, negli ultimi 60 anni, ha avuto un ruolo determinante nella crescita del Paese. Grazie alla scuola i giovani più meritevoli e quelli più capaci, anche se provenienti da famiglie non facoltose, hanno potuto accedere ai più alti gradi di studio, al mondo delle professioni, a ruoli e lavori gratificanti.

Oggi c’è un attacco a questo fenomeno, alla possibilità, cioè, che tutti possano migliorarsi, possano avere una vita migliore grazie all’impegno, alla propria intelligenza e al rendimento scolastico.

Questo Comune proprio per lanciare un messaggio positivo ai giovani da anni premia i ragazzi che si diplomano con il massimo dei voti e da anni investe grandi risorse, sia nell’ampliamento dell’offerta formativa che nell’ammodernamento e nel miglioramento delle strutture scolastiche. In questo senso stiamo finanziando per oltre 2 milioni di euro una nuova scuola materna da realizzarsi a Santa Lucia e abbiamo programmato costantemente interventi di manutenzione straordinaria in tutti i plessi scolastici.

La preoccupazione del capo del governo italiano è invece quella di “inculcare” valori diversi a questi ragazzi. Mentre si fa finta di non vedere la carenza grave di risorse in cui versa il nostro sistema scolastico. A me pare una perfetta operazione di “distrazione di massa” dai problemi seri del nostro sistema della formazione. Per questo come sindaco e rappresentante di questa comunità mi auspico e chiedo con forza che alla scuola vengano date le risorse adeguate a continuare con dignità la propria funzione di formazione dei giovani. E che si lasci al personale insegnante, al quale va la mia personale solidarietà per gli attacchi strumentali subiti, l’attuazione di programmi e di metodi educativi che, mi sembra, non debbano essere giudicati con la lente della polemica politica. Se il mondo della scuola educa i giovani alla critica e non al cieco consenso, mi sembra che sia un buon segno, un segno di salute della scuola e non un atteggiamento da biasimare.

Pontedera, 1 marzo 2011

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