La visita dell’Arcivescovo di Pisa Mons. Giovanni Paolo Benotto a Pontedera

Ieri pomeriggio nella sala consiliare del Municipio il sindaco Matteo Franconi e gli amministratori comunali, alla presenza dei parroci della città, hanno ricevuto l’Arcivescovo di Pisa Mons. Giovanni Paolo Benotto a Pontedera.

Durante l’incontro sono emersi passaggi fondamentali in merito alla centralità della persona, al bisogno di coltivare in ogni ambito del vivere quotidiano solidarietà e cooperazione in difesa della dignità della vita e dell’essere umano. La crisi sociale, valoriale ed economica che ha attraversato l’occidente nell’ultimo decennio ha aumentato il livello di diseguaglianze e serve che tutti gli attori che a vario titolo partecipano della vita delle comunità trovino forme di sinergia, strumenti di dialogo e comunanza di intenti per supportare le famiglie che si trovano in difficoltà

L’Arcivescovo Mons. Benotto ha rimarcato l’importanza di considerare l’essere umano nella sua qualità di persona (all’interno del circuito relazionale con tutto e tutti) e non come individuo.

Alcune foto della visita 

     


L’intervento del sindaco Matteo Franconi

“Benvenuto a Pontedera Eccellenza.

Purtroppo la mattina è stata resa piuttosto complicata per il violentissimo nubifragio che si è abbattuto in città e che ha causato diverse criticità senza causare per fortuna danni alle persone, la nostra vera ricchezza e ciò che più conta davvero. Le porgo il saluto della città intera nella consapevolezza che, al di là di ogni differenza di ruolo e di opinione, la voce del Vescovo è sempre stata per i nostri cittadini un contributo essenziale per comprendere il senso del cammino della comunità. Pontedera è una città laboriosa, che ha costruito il proprio presente con l’intelligenza, la fatica e il sudore della fronte e che ha saputo reagire agli eventi tragici della storia. Una comunità che nel corso della Seconda Guerra Mondiale, con la Resistenza e la Lotta di Liberazione, ha saputo prendere in mano il proprio destino e, dalla ricostruzione in poi, è stata capace di far diventare Pontedera come importante centro della Valdera, della provincia di Pisa e dell’intera Toscana. Una comunità che, anche nei più recenti frangenti delle calamità naturali come l’alluvione del 1966, ha saputo reagire con prontezza e solidarietà: ha reagito, ricostruito, ricreato opportunità e lavoro. Tuttavia la città cambia e cambia insieme a un mondo sempre più interconnesso e interdipendente. Si moltiplicano gli scambi e le persone migrano a milioni: l’altro, il diverso, è già qui insieme a noi e mette alla prova, una prova difficile, la nostra solidarietà e i principi della nostra civiltà. Noi europei dovremmo ricordare che questo è un continente dove tutti, in un momento o in un altro della nostra storia, siamo stati profughi, viaggiatori, migranti”. Anche l’incontro fra le grandi religioni monoteiste è uscito dai libri di teologia per entrare nella vita quotidiana, percorrere le nostre strade, misurarci a ogni incrocio. E’ necessario cogliere i “i segni dei tempi” rinnovando il nostro impegno per la “cura della casa comune”. Le difficoltà sono tante (dai conflitti internazionali alle disuguaglianze scandalose, dall’ambiente degradato alle persecuzioni religiose che colpiscono innanzitutto i cristiani) e il compito della politica è arduo, perché di fronte alle paure del presente e alle incertezze del futuro, deve innanzitutto recuperare credito e fiducia con la coerenza e l’esempio; perché la semplice, anche se corretta, gestione del potere non ha risposte; perché le vecchie ricette si sono esaurite. Ci vuole uno scatto morale, capace di trasmettersi a tutta la comunità e prima di tutto alle nuove generazioni. Per la prima volta da oltre un secolo l’idea che la vita dei figli sarà migliore di quella dei padri è entrata in crisi. In parte ciò è dovuto alla crisi economica e allo sconvolgimento degli equilibri planetari, che reclamano più solidarietà, più cooperazione, più coscienza del destino comune. Per un’altra parte è la concezione stessa dello sviluppo che è in discussione, laddove per sviluppo non possiamo intendere solo la crescita dei redditi, ma prima di tutto la crescita morale e civile e lo sviluppo umano, lo sviluppo integrale di ogni donna e ogni uomo. 

Ci soccorrono i grandi principi di libertà, eguaglianza e fraternità; ci soccorre la partecipazione delle donne e degli uomini di buona volontà; ci soccorre l’impegno dei tanti educatori che nella scuola e nell’Università, nelle parrocchie, nelle polisportive e nelle associazioni laiche aiutano le famiglie nel decisivo compito di educare i giovani, di formare nuove classi dirigenti, di stimolare e preparare nuovi talenti, di inserire i nostri ragazzi e le nostre ragazze nel lavoro e nella vita.

Ci soccorre infine l’eredità della nostra storia, se sappiamo esaminarla con occhio critico, per guardare lontano e non per contemplare e rimpiangere il passato.

Pontedera ha saputo crescere e potrà cresce ancora in modo intelligente, sensibile e inclusivo se manterrà aperte le porte e le finestre, se saprà essere ancora e ancora di più una società aperta all’altro, aperta alla mobilità sociale, all’innovazione e al mondo che cambia.

Grazie Monsignor Benotto, la sua visita di oggi arricchisce di energia e determinazione lo spirito di solidarietà e fratellanza di questa città.