Lunedì 25 Aprile 2022. Festa della Liberazione

FESTA DELLA LIBERAZIONE

Pontedera, Piazza Garibaldi. Il Sindaco Matteo Franconi è lieto di invitare tutti i cittadini a partecipare alle celebrazioni per la Festa della Liberazione.

Il programma

  • Ore 9:50
    • Ritrovo delle autorità civili e militari, delle associazioni e dei cittadini
  • Ore 10:00
    • Deposizione di una corona di alloro al Monumento ai Caduti di tutte le Guerre
    • Intervento del Sindaco e del Presidente sezione Anpi Pontedera

Saranno presenti anche i giovani, con interventi, riflessioni e letture affidate a una rappresentanza di studenti delle scuole cittadine e con il contributo degli allievi dell’indirizzo musicale dell’istituto comprensivo Pacinotti.

La locandina


L’intervento del sindaco Matteo Franconi

Il 77° anniversario della Liberazione, dopo gli anni più acuti della pandemia, torniamo finalmente a celebrarlo come amiamo fare: tra le persone e con le persone, ad altezza degli occhi ed alla distanza di una stretta di mano e di un abbraccio.
Questa è in primo luogo la festa di tutte le donne e gli uomini che questo paese lo vivono nel ricordo di una impresa collettiva per la riconquista della libertà; il momento e l’ occasione per rinnovare la gratitudine a quanti hanno lottato anche a costo della propria vita per consegnarci un paese libero e democratico.
Il 25 aprile di ogni anno l’Italia intera rende omaggio al popolo della Resistenza che si rivoltò in armi contro l’oppressione nazifascista per difendere il paese dalla violenza che gli era stata scatenata contro da un regime liberticida, un regime che lo aveva trascinato in una guerra che pagarono in un bagno di sangue, come avviene in ogni guerra, soprattutto i civili inermi: le donne, gli anziani, i bambini. Una guerra orrenda e crudele, uno stupro dell’idea stessa di umanità, un crescendo di crimini incancellabili nel registro della storia culminati nella Shoah
Ecco perché il 25 aprile rappresenta sia la data fondativa della nostra democrazia che la ricomposizione dell’unità di un paese che rompeva le catene di un giogo anche culturale: la Resistenza fu condotta unitariamente da orientamenti e partiti diversi ma con una visione totalmente alternativa al nazifascismo per difendere il valore delle libertà, per affermare l’idea di una società nuova, per scrivere nella pietra della ricostruzione il valore sacro della persona, per difendere anche con le armi il proprio diritto alla pace.
Ed è per questo che dalla Resistenza è nato il capolavoro della nostra Costituzione democratica, una Costituzione che ripudia la guerra come atto di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie.
Si tratta di un principio fondamentale, di una bussola irrinunciabile che deve continuare a guidarci anche oggi nel gestire l’incendio appiccato alle regole della comunità internazionale dalla guerra in Ucraina; un incendio destinato a propagare i propri effetti se lasciassimo soltanto alla legittima resistenza di un popolo aggredito il compito di domarlo.
Perchè non basta avere chiare le ragioni dell’aggredito ed i torti dell’aggressore, non basta esprimere solidarietà e dare sostegno a chi decide di non volersi arrendere di fronte alla prepotenza; dobbiamo ostinarci a cercare nel reticolo ampio degli interessi in campo una strada diplomatica su cui lastricare i presupposti della pace, l’unico orizzonte che il mondo deve permettersi di prefigurarsi.
E’ per questo che dal nostro 25 aprile deve alzarsi alto un appello alla pace, deve pulsare nella pancia della pubblica opinione l’urgenza prioritaria di interrompere le ostilità, deve soffiare il coraggio di chi non accetta i massacri sui civili e condanna “senza se e senza ma “ogni sopraffazione totalitaria e qualsiasi rigurgito imperialista.
Grazie all’insegnamento della nostra Resistenza, grazie al lavoro di associazioni come l’ANPI che ogni giorno coltivano il rapporto tra le generazioni per assicurare che i fondamenti valoriali del nostro patto sociale non siano impolverati da ricostruzioni improvvisate e sminuiti dalla sovrapposizione dei pregiudizi sui fatti, possiamo affrontare con determinazione e speranza questo periodo difficile e cruciale per la storia dell’Europa.
Riprendere con fedeltà e orgoglio gli ideali e i valori che ci sono stati affidati dalla Liberazione ci aiuterà a costruire un futuro sognato dai nostri padri e segnato dal diritto di vivere in pace.
Viva il 25 Aprile, viva la Liberazione, viva l’Italia.”