Nel Consiglio Comunale del 27 Luglio è stata approvata una modifica al regolamento per la disciplina del canone patrimoniale di occupazione del suolo pubblico. Nello specifico, le interlocuzioni con i cittadini e un censimento delle aree hanno evidenziato la necessità di specificare nel Regolamento la disciplina da applicare ai passi carrabili con attraversamento a raso, in ragione della loro specificità e delle varie interpretazioni anche giurisprudenziali. Dopo una istruttoria tecnica è emerso l’orientamento prevalente che prevede che i passi carrabili a raso esistenti, autorizzati e non, siano soggetti al pagamento del canone solo in caso di apposizione del cartello segnaletico con il quale si vieta la sosta sull’area antistante.
Nell’ultimo anno – spiega l’Amministrazione Comunale – è stato portato avanti un aggiornamento puntuale della banca dati anche su sollecitazione di contribuenti che pagando regolarmente il canone segnalavano all’amministrazione situazioni di eventuali e presumibili abusi. Alla fine dell’aggiornamento ICA (concessionario del Comune) ha inviato ai cittadini titolari di fatto di passi carrabili mai censiti una lettera di cortesia affinché regolarizzassero la propria posizione o facessero osservazioni dopo il censimento effettuato. Nella comunicazione si informavano gli interessati, salvo errori, che erano state rilevate occupazioni non collegate a concessioni in essere né al pagamento del tributo dovuto per legge e si invitavano a verificare la propria situazione e a confrontarsi in contraddittorio con gli uffici preposti di ICA per regolarizzare la situazione ed evitare avvisi di accertamento recapitati all’improvviso, unilateralmente, gravati da sanzioni e interessi.
“Si è trattato insomma di una azione finalizzata all’equità fiscale e rispetto di chi paga regolarmente il proprio passo carrabile“, ha spiegato il vicesindaco Alessandro Puccinelli, relatore della questione in Consiglio. “Questa iniziativa ci pare non solo chiarificatrice e rispettosa delle norme ma anche equilibrata e degli interessi di tutti“.
E anche gli uffici competenti del servizio tributi chiariscono la situazione: “Le lettere inviate ai contribuenti dal concessionario del CUP Ica sono 500, alla data odierna. Ica non ha inviato avvisi di pagamento, ma inviti a verificare la regolarità della propria posizione, presso i propri uffici. Non ci sono ricorsi in arrivo proprio perché manca l’avviso da contestare davanti al giudice tributario. Ecco alcuni numeri per fare chiarezza sulla reale entità delle casistiche: all’inizio del 2023, l’Amministrazione Comunale ha avviato un censimento delle occupazioni senza autorizzazione e senza pagamento, finalizzato a contrastare l’evasione ed assicurare l’equità fiscale, in modo che non paghi solo chi si è regolarizzato chiedendo la concessione e venga di fatto premiato chi invece non l’ha fatto, pur avendo un preciso obbligo di legge“.
“Sono state numerose negli anni scorsi le segnalazioni dei cittadini che lamentavano una ingiustificata disparità di trattamento nel pagamento dei passi carrabili, a cui questa attività tenta di dare una risposta concreta, tra le altre finalità che persegue. Sulle oltre mille occupazioni abusive censite, solo 64 riguardano passi carrabili a raso, oggetto della modifica regolamentare approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale del 27 luglio scorso, che ha sancito il principio per cui in questi casi non sussiste l’obbligo del pagamento, a meno che non ci sia la volontà di occupare il suolo pubblico. Dai flussi ad oggi pervenuti, risulta che nessuno dei 64 proprietari/residenti interessati abbia pagato e pertanto nessuno debba essere rimborsato. Nelle settimane successive all’invio degli inviti, ICA ha ricevuto circa 250 utenti, fornendo la documentazione per la regolarizzazione della concessione e i conteggi per il pagamento a oltre 120 contribuenti, che regolarizzeranno la propria posizione in modo concordato con l’ufficio e senza particolari problematiche“.
“Per quanto riguarda le occupazioni sulle strade vicinali, che sono 9 sulle oltre mille occupazioni abusive censite, non sono condivisibili le interpretazioni basate su alcune risposte a quesiti fornite dal dipartimento delle Finanze subito dopo l’entrata in vigore della legge istitutiva del Canone Unico (l. 160/2019). La fattispecie delle strade private ad uso pubblico non può che subire una naturale attrazione nell’ambito applicativo del canone unico dovendo seguire il regime già previsto per le aree demaniali e per quelle appartenenti al patrimonio indisponibile degli enti locali. Il fatto che la legge non le abbia esplicitamente escluse, deve essere valutata come una pacifica inclusione. Del resto le servitù pubbliche sono aree che necessitano di una serie di attenzioni legate alla pubblica sicurezza, alla viabilità, al decoro urbano e in generale ad una responsabilità da parte dell’amministrazione. Da un punto di vista tecnico-giuridico, le servitù pubbliche si collocano nell’alveo della disciplina dei beni demaniali. E’ proprio l’art. 825 del Codice civile che, in modo inequivocabile, stabilisce che le aree private gravate da servitù siano soggette al regime del demanio ed in base a tale norma in tal senso si sono espresse IFEL e ANUTEL, che hanno incluso questa fattispecie nei loro schemi di regolamento predisposti all’inizio del 2021“.